Evaso dagli arresti domiciliari, era ricercato nell’ambito della stessa inchiesta che nel maggio 2017 aveva portato alla denuncia di un minorenne e alla cattura di altri due soggetti ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di una serie di furti in appartamento tra Firenze, Prato, Arezzo e Viareggio: protagonista della vicenda, un 50enne di origine sarde.
Anche il suo nome compariva infatti nella stessa ordinanza di custodia cautelare emessa lo scorso anno dal GIP, su richiesta della Procura della Repubblica di Firenze; ma lui, che era già finito in manette per un altro furto in appartamento, quando la polizia nel maggio dello scorso anno prese gli altri soggetti ritenuti suoi complici, non si era fatto trovare a casa.
Il fuggitivo sembrava così aver fatto perdere le sue tracce, fino a quando gli agenti della Squadra Mobile fiorentina - che avevano svolto le indagini sfociate poi nell’emissione delle misure cautelari per tutti i componenti della banda - lo hanno scovato sul Web: nei giorni successivi alla sua scomparsa l’uomo sarebbe apparso su alcune foto pubblicate proprio su Facebook.
Analizzando gli scenari e i particolari di queste foto, gli inquirenti non hanno avuto alcun dubbio, era la Costa Azzurra.
Così le intuizioni e i riscontri degli uomini della Sezione Contrasto alla Criminalità Diffusa, coordinati dal Vice Questore Aggiunto Antonio Nori, hanno posto le basi per l’emissione di un Mandato di Arresto Europeo.
Il provvedimento è stato spiccato dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Firenze.
Nei giorni scorsi il ricercato, che nel frattempo era già detenuto in Francia in quanto anche lì presunto autore di reati contro il patrimonio - è stato accompagnato dalla polizia francese al confine di Ventimiglia, dove la Squadra Mobile di Firenze lo ha arrestato e preso in consegna per metterlo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria italiana.
Un anno fa, contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari personali, la Polizia di Stato aveva recuperato, nel corso dell’operazione, diversi monili in oro di sospetta provenienza furtiva e messo i sigilli a dei “compro oro” dove, secondo gli inquirenti, sarebbe finito parte del bottino “trafugato” dagli appartamenti toscani visitati dai ladri.
Fonte: Polizia di Stato
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