Il ciuchino di cartapesta torna a volare dal campanile di piazza Farinata. Domani si rinnova la tradizione tutta empolese del Volo del ciuco, una manifestazione popolare che affonda le due radici nel lontano 1397 e che ricorda la presa del castello di San Miniato da parte dei nostri concittadini. Un momento profano che si lega al sacro della processione di domenica prossima del Corpus Domini, una due giorni molto sentita da tutti gli empolesi che, non a caso, partecipano sempre in gran numero ad entrambe le manifestazioni. Quest’anno, purtroppo, sarà un ciuchino un po’ azzoppato visto che si arriva al fatidico sabato con un programma ridotto all’osso rispetto al passato. Se qualche anno fa la settimana precedente era allietata da uno spettacolo teatrale di una compagnia amatoriale, da un concorso canoro, dai giochi per i bambini e da quelli per gli adulti, ora niente di tutto questo.
Dopo il teatro sono spariti i canti e, per la prima volta, anche i giochi, causa qualche defezione, qualche motivo contingente e qualche immancabile polemica. Ed a niente è servito lo sforzo degli organizzatori che si sarebbero accontentati anche solo del tiro della fune, perché la disponibilità dei castelli non c’è stata e quindi, purtroppo, questa settimana è scivolata via senza eventi, se non la classica cena medievale (mangiare, si sa, non conosce mai crisi). Speriamo che si tratti solo di un passeggio a vuoto perché, se allo sforzo encomiabile di chi organizza non corrisponde l’impegno di chi dovrebbe partecipare, risulta difficile fare qualcosa all’altezza della storia di questa manifestazione. Per fortuna una mano importante e significativa l’hanno data i ragazzi del liceo artistico Virgilio che hanno preparato il ciuchino di cartapesta che domani volerà.
Non resta quindi che godersi quel che resta, ovvero il corteggio storico, decisamente bello con i suoi ricchi costumi, e poi quei pochi secondi nei quali il fantoccio volerà dal campanile per schiantarsi sul palazzo Ghibellino. E, proprio nell’imminenza del volo, sarà annunciato il nome del ciuchino, quello di un personaggio che ha fatto una figuraccia o ha messo in cattiva luce il nome della città. Solitamente si pesca dalla politica, dallo sport o, come accadde qualche anno fa col nome di mezzovo, da un fatto cittadino che ha fatto discutere suscitando polemiche, cosa piuttosto facile a Empoli.
Previsioni? Difficile farne, visto che la politica regala poco la scelta potrebbe così cadere su Vincenzo, nome dell’allenatore Vivarini esonerato dall’Empoli poi promosso, oppure su un qualcosa che richiama alla ormai, per fortuna, dimenticata fontana di piazza della Vittoria, smantellata da pochi mesi. Staremo a vedere. L’importante, però, sarà esserci col naso all’insù per guardare quel ciuco che vola dal campanile. Le tradizioni, infatti, sono un patrimonio per ogni città e rispettarle è, per questo, sempre importante.
Non resta che darci appuntamento in piazza Farinata salutandoci, come da tradizione empolese, con quanto scrisse nel 1842 il poeta e dottore Antonio Guadagnoli d’Arezzo, “O studiar con impegno ed esser uomini o in Empoli volar pel Corpus Domini”.
Marco Mainardi
Tutte le notizie di GoBlog