La fondazione delle Terre Nuove, volute per imperio lucchese anche in accoglienza delle richieste delle popolazioni locali vessate dalle guerre e non ultima la battaglia in San Vito del 1252 che produsse lutti e danni, non avvenne in un territorio di nessuno, ma in contesti di circoscrizioni castellane e comunali preesistenti. Il primo castello importante fra le terre presistenti alla fondazione di Santa Croce e Castelfranco, è Santa Maria a Monte, signoria dei vescovi di Lucca dal X al XIV secolo.
Nel 906 il castello Sancte Marie que dicitur a monte, fu una fortificazione edificata intorno all’antica chiesa di Santa Maria. Nessun documento attribuisce al vescovo di Lucca Pietro II la costruzione del castello ma la si desume da come egli potesse concedere il libero passaggio attraverso le porte castellane a coloro ai quali aveva dato in affitto una casa. Nel 980, i Confugientes (residenti nelle terre del Vescovo), e possedimenti, erano sottratti alle autorità pubbliche per immunità concessa dall’imperatore germanico Ottone II.
I pievani di Santa Maria a Monte che associavano il potere religioso e quello civile, trovarono una parte notevole del loro distretto incorporato nelle terre nuove. Una situazione quanto meno curiosa e foriera di conseguenze conflittuali sul piano religioso e non solo, fu che il confine fra la pieve di Cappiano e quella di Santa Maria a Monte passava, fin dai tempi della organizzazione delle pievi, per l'attuale via Ciabattini nel centro di Santa Croce. Lo stesso monastero della beata Cristiana si trovò ad essere sotto la pievania di Ponte a Cappiano e poi Fucecchio, mentre la chiesa della Santa Croce, che si andrà faticosamente edificando nella seconda metà del XIII secolo, si costruirà nella diocesi di Santa Maria a Monte. Le cappelle di S. Tommaso e S. Andrea dipendevano dall' autorità del pievano di Santa Maria a Monte già dai secoli IX-X.
Nel 1194 "Enrico VI, figlio del Barbarossa, attribuì al vescovo, per quanto riguarda il castrum Sancte Marie ad Montem, i poteri di 'messo imperiale', cioè superiori a quelli di qualunque altra autorità laica, precisando anche i confini entro cui tali poteri dovranno essere esercitati. Essi sono: da Catiana (villaggio che confluirà nella terra nuova di Castelfranco), alla bocca dell'Usciana [in Arno] e nella Cerbaia, da Tolli (Le Pianore) e Staffoli, fino al Galleno."
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