Ha tentato di evadere dal carcere di Prato, ma l’attenta vigilanza della Polizia Penitenziaria ha scongiurato sul nascere il grave evento critico. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, che sottolinea come il protagonista della sventata evasione è un detenuto nazionalità nigeriana, rimasto ferito e ricoverato in Ospedale.
Ricostruisce l’accaduto Pasquale Salemme, segretario nazionale per la Toscana del SAPPE: “Ieri verso le ore 14-14.30, mentre i detenuti erano nei passeggi, un detenuto di nazionalità nigeriana riusciva a scavalcare il muro dei passeggi per poi scavalcare quello di cinta. Un agente della Polizia Penitenziaria in servizio di sentinella, lati ovest, dava prontamente l’allarme per scongiurare l’evasione. Il detenuto nello scavalcare il muro si è rotta anche la spalla ed è stato inviato al nosocomio di Prato dove è tuttora piantonato dagli Agenti. Ancora una volta, dunque, ha prevalso la bravura e la grande professionalità della Polizia Penitenziaria, che in un contesto ancora estremamente precario da un punto di vista dei sistemi di sicurezza e delle risorse a disposizione, ha dimostrato la propria efficienza e l’estrema affidabilità”.
Anche Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime solidarietà ed ha parole di apprezzamento per la professionalità, il coraggio e lo spirito di servizio dimostrati di poliziotti penitenziari di PRATO: “Grazie all’attenzione ed alla professionalità dei nostri Agenti di Prato è stata sventata una clamorosa evasione: ai poliziotti del Reparto di Prato va il ringraziamento del SAPPE per quello che fanno ogni giorno per fronteggiare le costanti criticità penitenziarie. I numeri riferiti agli eventi critici avvenuti nelle celle delle carceri toscane nell'interno anno 2017 sono inquietanti: 854 atti di autolesionismo, 104 tentati suicidi, 627 colluttazioni e 167 ferimenti. Tre sono stati le morti in carcere per cause naturali ed uno per suicidio. Le evasioni sono state 3 da istituti penitenziari e 11 a seguito della concessione di permesso premio, semilibertà e lavoro all'esterno. E la cosa grave è che questi numeri si sono concretizzati proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario 'aperto', ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria".
“Questi dati ci confermano”, conclude Capece,“che le aggressioni, i ferimenti, le colluttazioni - che spessissimo vedono soccombere anche gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, sempre più contusi e feriti da una parte di popolazione detenuta prepotente e destabilizzante – sono sintomo di una situazione allarmante, per risolvere la quale servono provvedimenti di tutela per gli Agenti e di sicurezza per le strutture carcerarie e certo non leggi che allarghino le maglie della sicurezza penitenziaria. Avere carceri meno affollate e più moderne non vuol certo dire aprire le porte delle celle”.
Fonte: SAPPE Polizia Penitenziaria - Ufficio Stampa
<< Indietro