Saranno le strade bianche, i vigneti e gli oliveti dove si allenava Gino Bartali e che pennellano le colline del Chianti Classico a fare da scenario alla Certosina, la prima ciclostorica docg con un percorso disegnato nel territorio del Gallo Nero, tra Firenze e Greve in Chianti. Immagini da cartolina che si impregneranno di sudore e di passione e che saranno rese uniche dal buon cibo e da un bicchiere di rosso. «Anche un territorio affascinante e famoso nel mondo come quello del Chianti Classico, avrà la sua ciclostorica. La gara si corre su quelle strade dove pedalava Gino Bartali per i suoi allenamenti ed è rientrata nel novero degli eventi previsti per le celebrazioni in onore del grande ciclista simbolo dell'Italia» commenta Luigi Cappellini, capitano del gruppo Amatori Verrazzano che parteciperà alla Certosina e titolare dell'omonimo castello di Greve in Chianti (Fi), che quest'anno ha sposato la filosofia della manifestazione
Pievi, castelli, borghi, vigne tutto il Chianti che ti aspetti a portata di pedale. La Certosina (http://lacertosina.it/) prevede, dopo il raduno al Galluzzo, il chilometro zero proprio dal piazzale davanti alla Certosa del Galluzzo. È da qui che prenderanno il via tutti e tre i percorsi, corto (55 km di cui 3 di strade bianche, 200 metri di dislivello), medio (68 km di cui 9 di strade bianche, 1050 metri di dislivello) e lungo (70 km di cui 9 di strade bianche, 1300 metri di dislivello), che si addentrano nel Chianti Classico attraverso i Falciani. Tre percorsi leggermente diversi, ma tutti con unica identità, quella di far provare emozioni di un paesaggio unico. Si passerà attraverso posti magici e incantevoli come Montefiridoldi, la fattoria di Tignanello e Badia a Passignano per poi attraversare il Castello di Montefioralle e arrivare al Castello di Verrazzano. Qui è prevista l'arrampicata con cronometraggio facoltativo. Quindi dopo le fatiche del percorso, ristoro vintage a Verrazzano prima di riprendere la corsa verso il traguardo del Galluzzo, con la variante del passaggio da Impruneta per il percorso lungo.
Territorio unico per suggestioni uniche. «La bicicletta storica è il miglior modo per vivere un territorio, ha la giusta dimensione per farti conoscere e apprezzare differenze, sfumature, elementi unici», spiega Luigi Cappellini. La Certosina coniuga l'emozione di pedalare immersi in un paesaggio unico con suggestione di essere a contatto con la natura, di poterla vivere davvero. «Con una bici vintage fai fatica, parli, ti fermi a fare un selfie, ti rifocilli, ti senti in pace con te stesso. Riscopri e assapori la natura, i colori, i profumi oltre alla bellezza dello stare insieme», continua Cappellini. E queste emozioni, questa riscoperta interiore si possono vivere nel percorso di una gara che «è la declinazione perfetta del buon vivere in salute.
La manifestazione. L'evento, organizzato dal G.S. Misericordia del Galluzzo, si svolgerà domenica 20 maggio e l'evento sarà preceduto, sabato 19, da una mostra-scambio di bici storiche. Raddoppiato il numero degli iscritti rispetto alla passata edizione. «Questo modo di fare ciclismo, fa instaurare rapporti di amicizia, dello stare insieme, prima in sella poi a tavola», spiega Paolo Fani, organizzatore, anima storica della manifestazione, e grande appassionato di ciclismo, in particolare di quello vintage. «La Certosina nasce da questa mia grande passione, dalla mia partecipazione a numerosi eventi sportivi e dalla voglia di dare al Chianti fiorentino una sua vera e propria ciclostorica». Quella di quest'anno è la terza edizione.
Nasce il Certosino Docg premio al miglior telaista. Fare un telaio perfetto è un'arte, ci vuole la stessa maestria con cui Benvenuto Cellini usava i suoi strumenti. Ed ai Benvenuto Cellini della bicicletta che il gruppo Amatori Verrazzano dedica un premio che sarà assegnato in occasione della Certosina. « Il telaista è per il ciclista che corre come il sarto per l'abbigliamento, quello che riesce a modellare tubi d’acciaio fino a renderli una bicicletta perfettamente su misura per il corridore», commenta Luigi Cappellini. «Il premio Il Certosino DOCG vuole riconoscere il valore di un mestiere che offre all'Italia delle assolute eccellenze che tutto il mondo ci riconosce. I nostri meccanici e telaisti nascendo all’ombra del Cupolone sono indubbiamente speciali».
I grandi maestri delle due ruote fiorentini. Tra i nomi dei "Benvenuto Cellini" di telaio, cambio e freni si ricordano Faliero Masi , Giotto Cinelli, Vasco Montelatici, Giusto Pinzani, Ezio Cozzi o Giuseppe Bianchi, tanto per citarne alcuni. Ed a loro, e alle loro biciclette, al loro lavoro, alla loro manualità e passione, che la Fondazione Giovanni da Verrazzano dedica per la prima volta un premio che sarà consegnato in occasione della ciclostorica La Certosina. Un premio ad un lavoro che era anche ispirazione di letteratura come gli scritti di Vasco Pratolini, grande appassionato di ciclismo, sul Giro d'Italia e sulla squadra Aurora – Silger nel 1947 equipaggiata con biciclette del fiorentino Ezio Cozzi. “Se il resto è soltanto tono, il giallo della Cozzi-Silger splendeva negli occhi come un’opera di Van Gogh, pittore e pazzo” (V. Pratolini, Cronache dal Giro d’Italia (maggio – giugno 1947), Milano Lombardi, 1992. P. 25)
Gli Amatori Verrazzano. È un team di ciclisti amatoriali nato sulle dure strade del Castello di Verrazzano tutti appassionati del ciclismo d’epoca. «La passione che ci accomuna - commenta Cappellini - è quella per il ciclismo vintage, quello dell'Eroica, un ritorno al passato che ci consente di riscoprire il territorio, ma anche il fascino della fatica e ti dà la possibilità di fare e sentirti squadra». Pedalare con una bici storica «è ritrovare noi stessi, nel silenzio, in mezzo al verde e nelle strade che si inerpicano tra i poggi e le pievi del Chianti. Hai la percezione di essere padrone di quei luoghi e finalmente capirne le dinamiche che associando natura e dolce opera dell’uomo hanno modellato nei secoli questa meraviglia. Scopri che, solo pedalando, riesci come a leggere questo prezioso libro che fino ad oggi avevi solo posseduto e semplicemente sfogliato. E soprattutto tutta questa magia si svela quando sei in sella ad una bicicletta vintage e pedali sulle strade di luoghi come il Chianti e le colline di Firenze». Il gruppo si ritrova sulle peggiori strade di Toscana e s’identifica con l’hashtag #unsolopercorso a significare, laddove i raduni abbiano diverse varianti, che la squadra si cimenta sempre e solo sulla prova più dura! #unsolopercorso è come praticamente il nostro “tutti per uno …uno per tutti” di D’Artagnan e compagni.
Fonte: Ufficio Stampa
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