Alleggerire i passaggi procedurali per l’avvio delle attività di acquacoltura in mare. Questo l’obiettivo della proposta di legge che è stata licenziata a maggioranza, questa mattina mercoledì 16 maggio, in commissione Sviluppo economico e rurale, presieduta da Gianni Anselmi (Pd). L’atto ha ricevuto il sì del Partito democratico e l’astensione di Forza Italia, Lega Nord e Movimento 5 Stelle.
La proposta di legge modifica la disciplina della commissione consultiva regionale della pesca e dell’acquacoltura che assicurano l’operatività della commissione e la normativa sulla programmazione degli interventi regionali alle sopravvenute norme generali in materia. Tra le modifiche introdotte, per velocizzare l’insediamento si prevede la segnalazione di inizio attività attraverso la scia.
“Un settore – ha detto Anselmi - che nel contesto costiero e in alcune porzioni delle acque interne ha un suo valore, una buona tensione innovativa e un certo impatto a carattere occupazionale”. Il presidente ha ribadito che “si regionalizza la procedura - in precedenza di carattere ministeriale- ai Comuni che abbiano pianificato il territorio, sarà la Regione a rilasciare l’autorizzazione secondo un quadro di precise garanzie collegate alla qualità dell’ambiente marino. Il nuovo impianto normativo favorirà la celerità di investimenti”.
Alcuni chiarimenti sono stati chiesti dal consigliere regionale Gabriele Bianchi (M5S), in merito alla “valutazione degli impianti che possono creare inquinamento ambientale”, “a controlli sull’uso di mangimi e antibiotici” e sul “ruolo e sulle competenze del comune costiero”.
Per poter approfondire il tema, il consigliere regionale Roberto Salvini (Lega nord) ha chiesto al presidente Anselmi di rinnovare l’invito ai soggetti coinvolti di partecipare alle audizioni (le ultime sono andate deserte).
In commissione è stato spiegato che in Toscana si sente l’esigenza di sviluppare il settore in mare sia perché gli impianti a terra non hanno più possibilità di espansione sia per incrementare le produzioni di pesce. E’ stato poi precisato che le concessioni ai Comuni vengono rilasciate in aree ben definite e che per ogni autorizzazione richiesta viene istruita la Conferenza dei servizi con la partecipazione di soggetti come Asl, Arpat, capitanerie per salvaguardare gli aspetti ambientali.
Fonte: Toscana Consiglio Regionale
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