Omicidio Sinalunga, campioni di sangue al Ris di Roma per verificare l'ipotesi legittima difesa

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Le indagini sull’omicidio di Andrea Ndoja avvenuto due sere fa a Sinalunga proseguono incessanti. A esplodere il colpo di pistola semiautomatica è stato l’allevatore arrestato due ore dopo l’evento, tutt'ora piantonato all’ospedale Le Scotte con una gamba ed alcune costole fratturate.

Secondo la versione fornita dall’indagato, egli avrebbe raggiunto a piedi da Foiano della Chiana l’abitazione di Sinalunga, all’interno della quale è stato esploso un solo colpo di pistola. Si sarebbe dovuto chiarire per questioni di lavoro col proprietario dell’abitazione. Spiega l'allevatore che ci sarebbe stata anche un'aggressione contro di lui da parte dell'uomo. Le sue intenzioni, dice, sarebbero state pacifiche.

Ma all’ingresso di casa sarebbe stato accolto da Ndoja che, dopo averlo fatto entrare pacificamente, avrebbe prelevato una pistola da una stanza a piano terra e gliela avrebbe puntata.

A quel punto, a seguito di una breve colluttazione, l’omicida gliel’avrebbe sottratta esplodendo l'unico colpo mortale. La vittima è riuscito comunque a raggiungere il piano superiore dove si trovavano i padroni di casa con un ospite.

L'omicida è scappato portando con sé la pistola e lasciando tracce ematiche della vittima lungo il percorso asfaltato. Nel buio è finito in un burrone perdendo la pistola, fratturandosi il bacino in un roveto.

Sarebbe stato lo stesso Sale ad indicare agli inquirenti la zona dove aveva perso l’arma e dove sarebbe stata recuperata all’indomani dai militari.

Sono stati raccolti numerosi campioni ematici da inviare al RIS di Roma, per accertare se il sangue di cui era coperto l’omicida sia quello della vittima. Sono state eseguite misurazioni, rilevamenti fotografici e video sul luogo del delitto per definirne la dinamica.

Trovati anche il colpo esploso ed una cartuccia inesplosa, schizzata fuori verosimilmente nel momento in cui la pistola è stata armata.

Probabilmente chi ha compiuto tale azione non sapeva o non ricordava che la pistola avesse un colpo in canna. Verranno eseguiti rilievi balistici su tali reperti e sulla pistola.

Si attendono gli esiti dell’autopsia per calcolare da quale distanza sia stato esploso il colpo e se sia verosimile l’ipotesi del colpo a bruciapelo che ha determinati caratteri e lascia particolari tracce.

Il fatto che non sia stato rinvenuto il bossolo del colpo esploso è normale in relazione al fatto che potrebbe essere andato a finire all’interno della felpa del Sale che lo avrebbe perso in un momento successivo, lungo il percorso di fuga.

Coordinate dal pm Nicola Marini le indagini proseguono per chiarire con certezza tali dinamiche e il movente dei dissidi che hanno condotto all’evento letale.

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