La seduta del Consiglio regionale della Toscana si è aperta questa mattina con un minuto di silenzio. Il gesto è stato fatto, su invito del presidente del Consiglio Eugenio Giani, per ricordare l’assassinio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, avvenuto esattamente 40 anni fa, il 9 maggio 1978; e per ricordare anche, su invito del consigliere Gabriele Bianchi raccolto subito da Giani, l’assassinio di Peppino Impastato, ugualmente ucciso il 9 maggio 1978 per le sue denunce contro le attività della mafia siciliana.
Bagarre ieri tra il presidente Enrico Rossi e il consigliere leghista Jacopo Alberti. Quest'ultimo assieme alla capogruppo Elisa Montemagni aveva pubblicato una foto dello stesso Rossi in aula, provocando una dura reazione del presidente. "I telefoni cellulari devono essere spenti durante le sedute, per comunicare con l'esterno si deve avvalersi solo dei commessi", ha spiegato il presidente del Consiglio Eugenio Giani che ha interrotto la seduta e poi ha richiamato i consiglieri quest'oggi.
TURISMO
La Toscana modifica il Testo Unico sul Turismo varato a dicembre 2016 e spinge sul progetto di superamento delle province per far emergere l’identità toscana e le specificità dei territori. Il Consiglio regionale a maggioranza (contrari Movimento 5 stelle, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Astenuti Sì – Toscana a sinistra e Gruppo Misto-Tpt), ha infatti votato la proposta di legge sulla governance del sistema, già iniziata nel 2016, e oggi perfezionata con la suddivisione della Toscana in 28 ambiti territoriali. Obiettivo di fondo: condividere l’esercizio delle funzioni amministrative e, per la prima volta, superare una visione frammentata e municipalista. Non si tratta di un intervento sulla promozione, affidata all’agenzia regionale che ad inizio legislatura, era il marzo 2016, ha visto amplificate le proprie funzioni. Il centro dell’intervento normativo è la gestione dei procedimenti amministrativi e quindi uffici turistici, attività di informazione e orientamento alle strutture ricettive e ai luoghi da visitare. E da questo punto di vista non viene imposta burocrazia, come ha spiegato il presidente della commissione Sviluppo economico Gianni Anselmi, ma offerta la facoltà di ritagliare specificità e originalità dei territori, all’interno del marchio Toscana, tra i più cliccati al mondo come già dimostrato con report da Fondazione sistema Toscana.
Il progetto di condividere informazioni, comunicazione e accoglienza si basa su una nuova perimetrazione della regione in 28 ambiti appunto (erano inizialmente 27, ma nel corso dell’ultima seduta della commissione Sviluppo economico, giovedì 3 maggio, è arrivata la richiesta della Valtiberina di essere sganciata da Arezzo), individuata di concerto con gli enti locali e in cui la funzione di capofila è affidata al Comune capoluogo di provincia. Un lavoro importante svolto, come ricordato da Anselmi, con il contributo di Anci Toscana, sindaci, consiglieri regionali e uffici della Giunta.
Il Testo Unico stabilisce che l’esercizio in forma associata viene effettuato attraverso un’unica convenzione per ambito. La nuova legge, che ingloba il testo sulla perimetrazione di cui Anselmi è primo firmatario e sottoscritto anche dal capogruppo di Art.1/Mdp, Serena Spinelli, chiarisce che la stipula avviene con la partecipazione della maggioranza dei Comuni compresi in quello specifico ambito e dato che il provvedimento non impone nulla, qualora alcuni Comuni decidessero di non aderire alla convenzione potranno continuare ad esercitare, solo per il proprio territorio, le funzioni di accoglienza e informazione.
Il testo prevede anche la possibilità di esercizio congiunto tra più ambiti contigui attraverso la stipula di un’unica convenzione alla quale aderiscano almeno due terzi dei comuni che appartengono a ciascun ambito. Nella norma si prevede anche flessibilità con l’auspicio, dichiarato dal presidente della commissione, che questi ambiti diminuiscano nel tempo. Territori che hanno cose in comune dovrebbero lavorare sempre più in sinergia e con una visione strategica ampia perché non c’è Toscana, ed è pensiero di Anselmi, senza la meraviglia delle specificità territoriali.
Le modifiche che interessano più direttamente il Testo Unico toccano punti importanti e riguardano la disciplina delle locazioni turistiche e delle guide ambientali. In particolare, si interviene sulla competitività e specificità delle strutture ricettive, consentendo agli alberghi (così come a campeggi e villaggi turistici) di offrire attività di centro benessere anche ai non alloggiati. Altra novità riguarda il camping village che non sarà più una tipologia, ma diventerà un’articolazione della struttura campeggio. Per le locazioni si mantiene l’obbligo della comunicazione al Comune dei dati statistici e per la professione di guida, oltre che di accompagnatore turistico, si conferma la disciplina dell’attività con carattere transitorio e cedevole.
Il testo è stato emendato nel corso del dibattito per eliminare alcuni refusi ed evitare un vuoto normativo, ma anche per superare la previsione di specifiche sessioni di esame per l’abilitazione di guida turistica per i laureati. Sono invece stati respinti gli emendamenti presentati da Fratelli d’Italia e sottoscritti da Forza Italia, Movimento 5 stelle, Lega e Sì-Toscana a sinistra, che hanno raccolto la firma del Gruppo Misto-Tpt.
Collegato alla nuova legge anche un ordine del giorno approvato a maggioranza (primo firmatario ancora Anselmi) per impegnare la Giunta a definire il profilo professionale di guida turistica e consentire, anche in Toscana, la ripresa dell’attività di formazione. La necessità di un quadro normativo chiaro, trasparente e condiviso a livello nazionale sta alla base dell’atto e risponde alle esigenze di quanti desiderano accedere alla professione attraverso percorsi di accreditamento. In questo senso il documento richiama quanto sancito nella nuova legge sul Turismo, che sospende per un anno i corsi di formazione professionale per guida turistica e la successiva abilitazione.
Il Consiglio ha invece respinto la proposta di legge presentata dalla Lega che puntava a erogare le risorse regionali destinate allo sviluppo del turismo solo a strutture ricettive che svolgono in modo esclusivo l’attività turistica.
Anche Sì-Toscana a Sinistra ha presentato un testo, già respinto in commissione, per un corretto equilibrio fra arenili destinati alla libera fruizione e quelli oggetto di concessione demaniale marittima per finalità turistico ricreativa. La proposta di legge è stata però ritirata dal capogruppo, Tommaso Fattori, nel corso delle comunicazioni ad inizio seduta, per ulteriori approfondimenti. Ultimo intervento normativo sul tema è quello a firma Fratelli d’Italia e Forza Italia, ancora in discussione in commissione, per inserire tra le strutture ricettive extra-alberghiere anche le residenze d’epoca.
L’assessore regionale al Turismo Stefano Ciuoffo ha ricordato come “sia stato fatto un percorso impegnativo, che ha restituito alla commissione competente il proprio ruolo, e come il risultato sia una normativa di spessore, che rende la Toscana un punto di riferimento avanzato e un modello per le altre Regioni”. Ripercorrendo la vicenda dell’impugnativa del governo, Ciuoffo ha sottolineato che è necessario che il Governo e la Conferenza Stato-Regioni affrontino il nodo della definizione di attività professionale, in modo da avere regole certe, opportunità e costi compatibili fra tutti gli operatori del settore. In caso contrario “si rischia di lasciare aperti varchi in cui si possono fare strada, senza regolamentazione, attività tutt’altro che marginali”. Necessario, infine, “uscire dalle logiche di campanile e sollecitare gli amministratori a pensare in maniera organizzata e coordinata, in modo da promuovere il turismo in maniera adeguata e guardare verso l’Europa”.
Secondo il consigliere Gabriele Bianchi (M5S) sarebbe opportuno “ripensare al meccanismo per cui si fanno le norme in attesa di capire se sono costituzionali”. Per quanto riguarda i provvedimenti in discussione, a detta del consigliere “si tratta di atti che complicano, aumentano la burocrazia e alimentano un provincialismo diffuso”. Bianchi ha annunciato un emendamento sulla sospensione immediata dei corsi per guide turistiche, e ha chiesto che la Regione effettui controlli puntuali sulle professioni del settore.
La consigliera Luciana Bartolini (Lega) ha spiegato che “permangono tante criticità: una burocrazia eccessiva che si annida negli ambiti, il fatto che non siano previste professionalità specifiche nei centri benessere e nei villaggi, il fatto che le guide turistiche ricevano un’abilitazione non adeguata, che si dia mano libera a chi fa turismo a nero e con meccanismi fai-da-te”.
Simone Bezzini (Pd) ha sottolineato che il turismo, settore fondamentale in Toscana, ha avuto una funzione anticiclica, e che “con questi provvedimenti si è fatto un passo in avanti, introducendo elementi di semplificazione”. Si è inoltre preso atto di un’evoluzione normativa su fenomeni come quello degli affitti brevi, per cui “sono auspicabili ulteriori interventi e un maggiore potere in mano ai sindaci”. Bezzini ha inoltre annunciato un ordine del giorno che invita la Regione Toscana a prendere una posizione forte, nei confronti del Parlamento e della Conferenza Stato-Regioni, affinché sia definito un quadro unitario in materia di guide turistiche.
Secondo Paolo Marcheschi (FdI) «La Regione gioca a fare la prima della classe senza però fare i compiti a casa, e finisce così per coprire di ridicolo la Toscana e i suoi cittadini». Il Presidente del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia si è presentato distribuendo finti patentini da guida turistica allo slogan di “in Toscana un patentino non si nega a nessuno”.
«La “nuova” legge toscana sul turismo licenziata appena due anni fa e da un po' oggetto di critiche, contestazioni e ricorsi del Governo con conseguenti rattoppi, è l’esempio del modo di lavorare di questa Giunta – attacca Marcheschi – per l’ennesima volta infatti si cerca di rimediare ad una legge partorita in fretta e che ha generato mostri giuridici come la concessione (unici in Italia) del patentino da guida turistica Nazionale senza che la figura sia stata ancora definita da una Legge dello Stato. Il caso generato dalla sinistra Toscana è un vero e proprio insulto alla professionalità della categoria che invece andrebbe valorizzata e tutelata, ed un vero favore al business dei centri di formazione che in questi anni hanno raccolto corsisti da tutta l'Italia».
«Le modifiche portate oggi in aula dal Pd sono palesi ammissioni di incapacità. In Toscana si naviga a vista senza una rotta precisa, tanto che, alla prima impugnazione da parte del Governo invece di mantenere le proprie posizioni la Regione ha fatto subito retromarcia senza nemmeno attendere la sentenza di merito».
«Ma le figuracce non finiscono qui: il Pd del Consiglio regionale, dato che la propria Giunta Rossi non è stata capace di farlo, ha determinato di imperio le aree sovra comunali (Ato) previste dalla legge, senza nemmeno aver ascoltato gli operatori locali e le Pro Loco generando la cancellazione di aree con una specifica vocazione come Valdarno e Valdisieve o l’accorpamento dell'alto Mugello a Dicomano – conclude Marcheschi – un modo di fare verticistico, incompetente e lontano dal territorio che riesce nell’impresa di sbagliare sullo sbagliato, solo che a pagare sono la Toscana e i suoi cittadini».
Il parere di Monica Pecori (Gruppo Misto-Tpt) è che “si tratti di norme con più ombre che luci: se non destano troppe preoccupazioni gli ambiti, suscitano invece perplessità le cabine di regia, così come il fatto che si continui a fare formazione alle guide turistiche in condizioni di non chiarezza”. Per questo la consigliera ha annunciato di aver aderito alla mozione che chiede l’immediata sospensione dei corsi in attesa di un’indicazione normativa unica.
Marco Niccolai (Pd) ha osservato che “le critiche fatte agli ambiti implicano che si preferisca che ogni Comune faccia attività per il turismo in modo distinto e non coordinato. Occorre invece lavorare in maniera organizzata, evitando che ognuno agisca per contro proprio”. Il consigliere ha inoltre ricordato che nel 2016 è stato dato riconoscimento, tramite la legge, al ruolo delle associazioni pro-loco.
Per Serena Spinelli (Art.1-Mdp) “non è negativo il fatto che la Toscana provi a essere prima e d’esempio ad altri con le normative varate”. La consigliera ha sottolineato come “sia necessario e inevitabile tornare sulla questione degli affitti turistici, problema che viene affrontato in tutta Europa perché sta svuotando le città dai suoi abitanti e creando concorrenza sleale”, e ha ribadito che la promozione turistica è da farsi a livello regionale.
Una legge non rivoluzionaria, ma ragionata e migliorativa: questa l’opinione di Tommaso Fattori (Sì-Toscana a Sinistra) secondo il quale “è positivo lo sforzo che la Regione Toscana sta facendo per dare respiro agli imprenditori turistici. Però questo dovrebbe accompagnarsi a un maggiore impegno per rimuovere il nero e garantire condizioni lavorative dignitose nel settore”. Anche secondo Fattori sarebbe opportuno sospendere i corsi per le guide turistiche in attesa di indicazioni univoche, così come, se la promozione deve avvenire a livello regionale, deve restare prerogativa di ogni territorio valorizzare le proprie specificità.
Giacomo Giannarelli (M5S) ha affermato come “in Toscana ci sia bisogno di un turismo strategico, innovativo, sostenibile e digitale, ma come la normativa in discussione non introduca nulla di tutto questo. Anzi, si aggiungono ulteriori elementi di burocratizzazione e manca completamente una visione strategica del settore”. Secondo il consigliere non sono garantiti gli standard qualitativi necessari, perché la Regione è venuta meno al suo compito di coordinamento e di vigilanza sulla qualità dei servizi offerti. Inoltre “occorre puntare maggiormente sulla professionalità delle guide turistiche, fatto di cui può beneficiare l’intero sistema e la percezione, nel resto del mondo, del livello del turismo in Toscana”.
"La gestione del turismo da parte della Regione Toscana è inadeguata alle esigenze del momento. Non ci sono idee per promuovere la Toscana da parte di chi amministra, basta fare un paragone con un'altra Regione come il Veneto, che ha 63 milioni di presenze l'anno contro le 44 della Toscana: è inaccettabile, ed è chiaro che il problema è eminentemente politico". Lo afferma Marco Stella (Forza Italia), commentando la votazione favorevole da parte del Pd e della maggioranza di sinistra alla modifica al Testo Unico sul Turismo varato a dicembre 2016, e approvata oggi nell'aula del Consiglio regionale della Toscana.
"Il punto - sottolinea Stella - è che, a differenza di regioni come il Veneto, noi abbiamo qui un gap infrastrutturale enorme, che penalizza la promozione e l'appetibilità turistica, a fronte di un patrimonio di arte, natura e mare che può competere con chiunque. Centri congressuali, aeroporti, ferrovie, sistema dei porti, autostrade: su questo fronte la Toscana parte dietro ai competitor del centro-nord, e questa è una responsabilità della sinistra che da decenni amministra la Regione e i Comuni. Occorre fare in fretta e dare il via al Master Plan aeroportuale che prevede la riqualificazione dello scalo di Firenze".
Il vicepresidente dell'Assemblea regionale si dice "critico nel complesso con il sistema turismo così come previsto dalle modifiche al Testo Unico, pur condividendo alcuni articoli della legge. Ad esempio, l'apertura alle attività di centro benessere è positiva mentre esprimo apprezzamento con riserva alla possibilità, per gli alberghi, di offrire il servizio di ristorazione anche ai non alloggiati. Se infatti questo può essere un beneficio per le grandi città, nei piccoli centri potrebbe creare concorrenza tra attività. Mancano comunque investimenti nel settore turistico – conclude Stella - aspetteremo la presentazione del bilancio regionale per capire dove poter intervenire".
"Dalla maggioranza in Consiglio regionale, uno schiaffo agli imprenditori seri che fanno turismo davvero.” È con queste parole che il Capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Elisa Montemagni, commenta amaramente la bocciatura della proposta di Legge promossa dalla stessa Lega, che intendeva destinare i finanziamenti per le imprese turistiche soltanto agli imprenditori che negli ultimi anni non hanno accolto richiedenti asilo nelle loro strutture. “Questa Legge è già realtà nelle regioni governate dalla Lega; in un momento come questo, contraddistinto dalla scarsità di risorse, occorre distinguere tra chi fa veramente turismo e chi approfitta dell'immigrazione per lucrare. Con la nostra proposta di Legge chiedevamo semplicemente che la regione concentrasse i propri finanziamenti sulle imprese che qualificano veramente l'accoglienza in Toscana. La nostra era una proposta di buonsenso che ci siamo visti respingere in Aula senza fondate motivazioni. Un chiaro torto alle eccellenze del nostro territorio in ambito turistico".
RIFIUTI
Razionalizzare il funzionamento e semplificare il rapporto di Arrr con la Regione attraverso la modifica dell’oggetto sociale e l’introduzione della distinzione tra attività istituzionali continuative e non continuative. Questo l’obiettivo della legge, come specificato in aula dal presidente della commissione Territorio e Ambiente, Stefano Baccelli (Pd), che riformula l’oggetto sociale dell’Agenzia regionale per il recupero delle risorse e che è stata approvata a maggioranza dal Consiglio regionale. La società per azioni in house, disciplinata dalla legge 87/2009, svolge un ruolo di assistenza e supporto all’attività della Regione in ambito di gestione dei rifiuti e della bonifica dei siti inquinati.
La distinzione tra continuativo e non continuativo introdotta si fonda sul carattere strategico della società. In particolare sono definite attività continuative quelle che afferiscono in modo più stretto alle finalità istituzionali della Regione. Visto il rilievo che assumono queste attività e per garantirne l’effettiva realizzazione, i costi di svolgimento sono coperti attraverso un contributo annuale stabilito nella legge di bilancio. Il consigliere ha parlato di 1 milione di euro per il 2018, e di 1 milione e 100 sia per il 2019 che per il 2020.
Le attività istituzionali a carattere non continuativo sono invece di completamento e potenziamento delle continuative e sono finanziate tramite un compenso calcolato sulla base delle tariffe fissate nel piano di attività.
La proposta di legge è stata approvata a maggioranza: su 30 presenti in aula 18 hanno votato a favore e 12 contro.
CONSORZIO LAMMA
Via libera dall’aula di palazzo del Pegaso alle modifiche di STatuto e Convenzione del Consorzio Lamma, il laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale per lo sviluppo sostenibile della Toscana.
Come spiegato dal presidente della commissione Territorio e Ambiente, Stefano Baccelli (Pd), i cambiamenti si sono resi necessari dopo l’entrata in vigore della legge regionale 39/2009, modificata dalla 87/2016, che attribuisce nuove funzioni al Consorzio, per aggiornare i due atti e renderli omogenei e coordinati con quanto previsto dalla normativa.
In pratica vengono incluse le nuove funzioni assegnate al Lamma, relative al mare e all’assetto idrogeologico, con previsione che il Consorzio possa svolgere il 20 per cento delle attività per conto di privati; superato invece, come previsto in legge, il Comitato tecnico scientifico.
INQUINAMENTO ACQUA
Nuovo intervento normativo in tema di tutela delle acque da inquinamento, in particolare nella parte relativa agli scarichi provenienti da piccoli agglomerati nei quali siano convogliate anche acque reflue industriali. La Regione Toscana ha predisposto un testo per equiparare i limiti di emissione imposti dalla normativa nazionale per gli impianti superiori ai 2mila abitanti equivalenti.
Come illustrato in aula dal presidente della commissione Territorio e Ambiente, Stefano Baccelli (Pd), la proposta di legge che l’aula di palazzo del Pegaso ha approvato a maggioranza, modifica il testo del 2006 (Norme per la tutela delle acque da inquinamento) occupandosi anche degli scarichi prodotti in “piccoli agglomerati a forte fluttuazione turistica” attraverso una disciplina specifica, solo in presenza di “stringenti e comprovate condizioni” e di “contesti privi di criticità ambientali”. In questo caso la modifica introduce una casistica ad hoc (ai sensi dell’articolo 2, lettera m della legge 20) per la distinzione delle tipologie dei reflui qualitativamente assimilabili a quelli di tipo civile, ovvero caratterizzabili con gli stessi parametri da acque reflue domestiche in contesti privi di criticità ambientali.
In sede di dibattito il consigliere Tommaso Fattori (Sì Toscana a sinistra), ribadendo la necessità di permettere ad Arpat di fare i dovuti controlli, ha affermato di aver avuto bisogno di tempo per capire il “nocciolo” della norma. “Il senso sta se guardiamo a campeggi e attività stagionali assimilate – ha detto il consigliere – evitiamo in questi casi controlli puntuali e continui e andiamo invece a garantirli dove servono davvero”.
Il consigliere Giacomo Giannarelli (M5S), parlando dell’importanza della regolamentazione delle acque, ha ricordato di non aver avuto risposta ad uno specifico quesito. La proposta di legge è stata approvata a maggioranza: su 28 presenti in aula 18 hanno votato a favore, 3 contro e 8 astenuti.
BENI COMUNI
Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato in prima lettura la proposta di legge statutaria per la tutela e valorizzazione dei beni comuni, con il voto favorevole di Sì - Toscana a Sinistra, Pd, M5S, Gruppo misto e l’astensione di FdI e Lega. Si tratta di un testo unificato che deriva dalla sintesi di due proposte di legge, l’una a firma di Sì-Toscana a Sinistra e l’altra del PD.
“La Toscana è la prima Regione a riconoscere i beni comuni nel proprio Statuto, impegnandosi a valorizzarli e a tutelarli”, afferma Tommaso Fattori, capogruppo di Sì - Toscana a Sinistra, che di beni comuni si occupa fin dalla fine degli anni ’90 e che è stato uno delle figure di riferimento del referendum del 2011 contro la privatizzazione dell’acqua. Con la modifica approvata, nello Statuto si prevede che la regione Toscana tuteli e valorizzi “i beni comuni, intesi quali beni materiali, immateriali e digitali che esprimono utilità funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali della persona, al benessere individuale e collettivo, alla coesione sociale e alla vita delle generazioni future e la promozione di forme diffuse di partecipazione nella gestione condivisa e nella fruizione dei medesimi”. “Una formulazione che riprende la definizione datane da Stefano Rodotà”, ricorda Fattori, che con Rodotà ha avuto “la fortuna di fare un bel pezzo di strada assieme”.
“E’ un momento storico, a 7 anni dalla vittoria del referendum per l’acqua. Si tratta di porre un argine alla privatizzazione e mercificazione dilagante di beni comuni fondamentali, come l’acqua, che devono essere preservati e la cui gestione deve essere condivisa e partecipata.” “Ma si tratta anche - aggiunge Fattori - di saper riconoscere e tutelare la gran quantità di esperienze che si stanno moltiplicando grazie a gruppi di cittadini che si prendono cura di beni comuni urbani o rurali. Che sia il piccolo orto urbano, il giardino restituito alla fruizione collettiva grazie all’impegno di abitanti della zona o la fattoria prima abbandonata e degradata e ora finalmente riattivata da un collettivo di contadini, si tratta sempre di forme con cui gruppi di persone si autorganizzano per condividere una risorsa, generando effetti positivi per la collettività e l’ambiente, contrastando lo spreco e il degrado. Queste esperienze sono state perlopiù ostacolate, adesso vanno incoraggiate e protette”.
“Siamo ricchi di beni comuni, di risorse condivise materiali oppure immateriali, come ad esempio il software libero o wikipedia. La capacità cooperativa e collaborativa umana deve essere valorizzata e dobbiamo proteggere questi beni dall’assalto del mercato e del profitto. Non ci sono beni comuni senza relazioni di condivisione, senza una gestione partecipativa”, commenta Fattori.
“I beni comuni obbligano anche a ripensare il principio di sussidiarietà, spesso distorto, secondo una nuova logica che riassumerei così: ‘ubi minor, maior cessat’, ossia, dove c’è una comunità di persone si sta prendendo cura di un determinato bene, non solo se ne deve impedire la mercificazione ma anche l’istituzione deve farsi da parte o eventualmente partecipare, ma in forma non dominante, senza sottrarre spazio alla capacità di autorganizzazione di chi tutela e vivifica il bene”, afferma Fattori.
“Questa legge statutaria interviene sulle finalità della Regione, adesso si tratterà di tradurre i principi in atti concreti: per questo abbiamo da tempo depositato una legge ordinaria sui beni comuni, un’altra legge l’ha invece depositata il PD, di segno diverso, e il dibattito in commissione e in un apposito gruppi di lavoro è aperto”.
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