Anche Empoli a Casa Memoria per i 40 anni dalla morte di Peppino Impastato

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Quarant'anni fa la mafia gli fece pagare il conto di un giornalismo fatto di denunce senza paura. Nella notte tra l'8 e il 9 maggio 1978 Peppino Impastato venne ucciso dagli uomini di Cosa Nostra sui binari della ferrovia di Cinisi, in provincia di Palermo. Il Comune di Empoli questa mattina, mercoledì 9 maggio, ha partecipato alle manifestazioni di commemorazione che si sono svolte proprio nel paese siciliano. A rappresentare tutta l’amministrazione il consigliere comunale Filippo Torrigiani che ha salutato Danilo Sulis, presidente della Rete 100 passi, uno dei testimoni dell’impegno di Impastato contro  la Mafia, e anche Don Luigi Ciotti, fondatore dell’associazione Libera.

Lo scorso 24 novembre, a Empoli, è stata inaugurata, nell’area di fronte al Terminal Bus, vicino alla stazione ferroviaria, una targa ricordo proprio in memoria di Impastato.

Torrigiani, promotore di quella iniziativa, oggi è stato a "Casa Memoria", l'abitazione che Peppino condivise con la mamma Felicia e il fratello Giovanni, a Cinisi, a soli cento passi di distanza dall'abitazione del boss Badalamenti, diventata un luogo di pellegrinaggio e di riflessione.

Il suo viaggio prosegue domani a Corleone e anche a Portella della Ginestra, teatro dell'eccidio di lavoratori che avvenne il 1º maggio 1947 da parte della banda criminale di Salvatore Giuliano.

Alla trasferta siciliana stanno partecipando anche studenti dell’IIS ‘Ferraris-Brunelleschi’ di Empoli. Il loro viaggio ha avuto anche il contributo di tutto il Consiglio dell’Unione dei Comuni Empolese Valdelsa che ha devoluto un gettone di presenza di una seduta per questo scopo. Gli studenti sono Lorenzo Cavallaro Lorenzo 2D, Marcello Garinei 2D, Gabriele Capperi Gabriele 1C, Matteo Giffoni Matteo 2G e Olivia Innocenti 2E, accompagnati dalla professoressa Silvia Desideri. I ragazzi furono protagonista dell’inaugurazione della targa per Impastato con letture a cura del Laboratorio Teatrale ‘Ferraris Brunelleschi’.

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La storia di Peppino Impastato
Giornalista e attivista siciliano, ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978, a Cinisi per ordine del boss mafioso Gaetano Badalamenti. Il 9 maggio 1978 è anche il giorno in cui fu ritrovato il cadavere di Aldo Moro in via Caetani, a Roma. Il ritrovamento del corpo del presidente della Democrazia cristiana, ucciso dalle Brigate rosse dopo 55 giorni di prigionia, oscurò completamente la notizia dell’omicidio di Impastato. Il giornalista siciliano, che si era candidato alle elezioni comunali con Democrazia proletaria, fu ucciso nella notte tra l’8 e il 9 maggio e il suo cadavere fu fatto saltare con del tritolo sui binari della ferrovia Palermo-Trapani, così da far sembrare che si trattasse di un attentato suicida. La stampa, le forze dell’ordine e la magistratura parlano di un’azione terroristica in cui l’attentatore era rimasto ucciso. Solo la determinazione della madre di Peppino, Felicia, e del fratello fecero emergere la matrice mafiosa dell’omicidio.

LA FOTOGALLERY DELL'INAUGURAZIONE DELLA TARGA DI FRONTE AL TERMINAL BUS

Fonte: Comune di Empoli - Ufficio Stampa

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