Di fronte alle dichiarazioni del sindaco Nardella che intende modificare i criteri di assegnazione delle case popolari privilegiando i residenti italiani da maggior tempo, la Chiesa Protestante Unita "Agape" di Firenze ha rilasciato un duro comunicato.
«Queste dichiarazioni suscitano grave preoccupazione», ha dichiarato la presidente del Presbiterio della Chiesa Protestante Unita di Firenze, dr.ssa Marta Torcini, «poiché sostituiscono al criterio della necessità quello della residenza, che risulta discriminatorio nei confronti di chi ha necessità gravi – figli piccoli, stato di disoccupazione, anziani conviventi a carico, ma si è trasferito in questo comune, magari per cercarvi un lavoro, da meno tempo di altri. Come cristiano non possiamo tacere: quello che preoccupa è che il sindaco Nardella, nelle sue dichiarazioni ponga l’accento sugli stranieri. Nelle graduatorie per l’assegnazione delle case popolari ci sono infatti anche cittadini italiani provenienti da altri comuni o da altre regioni. Mettere l’accento sugli stranieri è quindi fuorviante perché, applicando il criterio della anteriorità della residenza, ad essere discriminati saranno sia gli stranieri che i cittadini italiani da meno tempo residenti nel Comune.»
Per di più un criterio temporale c’è già, quello della residenza del richiedente da almeno cinque anni, perciò non ci sono ragioni per intervenire proprio su questo, sottolineano dalla Chiesa Protestante Unita. E’ giusto, come sostiene il sindaco, che è necessario aiutare le famiglie che pur non avendo un punteggio sufficiente per avere l’assegnazione della casa popolare, tuttavia non arrivano alla fine del mese, ma ci sono altri modi: un sostegno economico per il pagamento dell’affitto, la fornitura di libri e materiale scolastico per i figli a carico del Comune, e altri che sicuramente l’Amministrazione conosce e utilizza.
«I criteri di assegnazione delle case popolari devono essere oggettivi e verificabili, e quello della necessità in base ai parametri attualmente in vigore lo è» prosegue Marta Torcini. «Ci dispiacerebbe che a motivare il sindaco fosse non l’interesse generale e verso le persone ma, in vista delle elezioni amministrative del prossimo anno, quello di ottenere consensi nell’elettorato della città che, alla luce dei risultati delle ultime elezioni politiche, si è indubitabilmente spostato verso posizioni di chiusura ai bisogni degli altri.»
«Questa città non ha bisogno di ulteriori motivi di conflitto. Con la sua sordità alle istanze che vengono dal basso, l’Amministrazione Nardella ne ha già provocati abbastanza: alta velocità, percorso della tranvia e taglio dissennato degli alberi ne sono un esempio. Invitiamo caldamente il sindaco a sanare questi conflitti che dividono e a ricucire il rapporto fra Amministrazione e i cittadini, che lui stesso ha contribuito pesantemente a lacerare. Oltre tutto rivedere quelle situazioni potrebbe portare l’Amministrazione a risparmi di denaro da destinare a interventi nel welfare del Comune. Si ricordi che i bisogni bruciano sulla pelle, italiana o straniera, bianca o nera, residente da più o meno tempo, allo stesso modo» conclude Marta Torcini.
Fonte: Ufficio Stampa Chiesa Protestante Unita
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