Darsena Europa: mille posti di lavoro a regime secondo l’Irpet

Foto Simone Lanari

Mille posti di lavoro tra diretti e indotto, una crescita dell’1% del PIL a livello provinciale e dello 0,1% a livello regionale. Sono queste per l’IRPET le potenzialità della Darsena Europa, il nuovo progetto di espansione a mare con il quale lo scalo labronico si ripromette di aumentare la propria capacità operativa nel segmento dei contenitori, arrivando a movimentare, a regime, fino a un massimo di 1 milione di TEU. È quanto ha sottolineato, quest’oggi, presso la sala riunioni dell’Acquario della città dei Quattro Mori, l’esperto dell’Istituto regionale per la programmazione economica regionale della Toscana, Leonardo Piccini, nel corso di un convegno dedicato alle grandi opere infrastrutturali e organizzato dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale.

Partire dalla Piattaforma Europa per riagganciare il treno della crescita, per l’Irpet è non solo un traguardo auspicabile, ma raggiungibile: “Se è vero che negli ultimi dieci anni la crisi economica si è mangiata in Toscana 70 miliardi di investimenti pubblici e privati – ha detto Piccini - opere come quella del nuovo terminal container di Livorno possono costituire un volano per l’intera Regione: l’infrastruttura potrebbe portare in dote allo scalo labronico una crescita media del 3,6% all’anno nel traffico dei contenitori” e un incremento nel valore della produzione in porto a seguito della sua realizzazione di un miliardo di euro in otto anni, una media di 137 milioni annui dal 2022 al 2030.

La Piattaforma, insomma, è una opportunità da cogliere e i tempi, chiaramente, non sono una incognita. L’obiettivo è arrivare ad avere l’infrastruttura per il 2023, in tempo utile per le grandi sfide del futuro. Il cronoprogramma dei lavori è stato già abbozzato da tempo: il primo step è quello relativo all’affidamento della progettazione preliminare e definitiva delle opere marittime di difesa e dei dragaggi previsti nella nuova prima fase di attuazione dell’opera, che comprenderà lo studio ambientale e l’analisi di incidenza ambientale (tra cui lo studio sull’erosione del litorale): “la prossima settimana – ha detto il presidente della Port Authority, Stefano Corsini - si riunirà la commissione di gara per l’analisi delle offerte. Una volta identificato il vincitore, daremo a quest’ultimo 60 giorni di tempo per la realizzazione della progettazione preliminare”.

Intanto vanno avanti anche le indagini geognostiche a mare, necessarie al campionamento del banco di sedimenti presenti nell’area marina su cui si affacceranno le nuove infrastrutture: “Sul fronte ambientale – ha dichiarato sempre Corsini – l’ISPRA, l’Authority e la Capitaneria di Porto, hanno fatto fronte comune sulla definizione dei programmi di monitoraggio ambientali marini. L’obiettivo è arrivare quanto prima possibile a deperimetrare le aree SIN del porto. Per noi è fondamentale che la Piattaforma Europa sia un investimento sostenibile da un punto di vista ambientale”.

I prossimi impegni riguarderanno la realizzazione del terminal contenitori vero e proprio, che sarà finanziato mediante la finanza di progetto, uno strumento che secondo l’avvocato Paolo Piacenza, intervenuto al convegno, pone al decisore pubblico un’attenta analisi del contesto in cui un programma di investimenti deve essere realizzato: “Il PF è uno strumento finanziario flessibile, che se gestito bene dalla Pubblica Amministrazione può valorizzare le poche risorse pubbliche oggi disponibili, ma attenzione: il problema del finanziamento può essere affrontato efficacemente solo attraverso un’attenta analisi dei rischi connessi all’oggetto da finanziare”.

Per questo motivo servono all’interno della pubblica amministrazione professionalità perfettamente formate in grado di una interlocuzione all’altezza con i partner privati: “Proprio a tal fine – ha annunciato Corsini – verranno presto inserite in pianta organica nuove e idonee risorse professionali e tecniche”.

 

Fonte: Ufficio Stampa

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