Il presidente Scaramelli: “Quando 48 associazioni scrivono è compito della politica ascoltare e aprire la discussione”
La commissione regionale Sanità, presieduta da Stefano Scaramelli (Pd) ha aperto le porte ai rappresentanti dei cittadini presenti negli organismi di partecipazione istituiti dalla Regione Toscana, che di recente si sono rivolti al presidente Enrico Rossi, all’assessora Stefania Saccardi e allo stesso Scaramelli, con una lettera aperta. Con la lettera hanno voluto esprimere la “grande preoccupazione per le conseguenze che i tagli paventati potrebbero avere sulla cittadinanza toscana in termini di assistenza e cura” e sul rischio di non riuscire a garantire “almeno gli stessi livelli di qualità, sicurezza e umanizzazione delle cure finora garantiti ai cittadini toscani”. All’allarme lanciato nelle ultime settimane, si aggiunge, nell’incontro con la commissione di questa mattina, la richiesta di non interrompere il confronto avviato. “Rappresentiamo molti cittadini – spiega Dafne Rossi (associazione ‘Serena’ di Siena) –, la nostra preoccupazione di fronte a ulteriori tagli riguarda direttamente la capacità del sistema sanitario di mantenere la stessa qualità dell’assistenza e la sicurezza delle cure”. C’è il rischio di una “crisi di sistema, con la chiusura degli ospedali più deboli”, aggiunge Giuseppe Notaro (Federconsumatori Toscana). La riforma della sanità toscana “è intervenuta molto velocemente nell’accorpare le Asl – sostiene Ada Macchiarini (Forum regionale diritto alla salute) –, il territorio, al contrario, non era, e non è ancora, preparato ad assicurare il livello di cure intermedie che la riforma gli assegna”.
“Quando quarantotto associazioni rappresentanti di territori e cittadini della Toscana scrivono, è dovere e compito della politica ascoltare e aprire il confronto”, dichiara il presidente Scaramelli, che alle associazioni conferma “la volontà di aprire al confronto e alla definizione di forme di correttivo della riforma attuata nella nostra regione, piccoli aggiustamenti che consentano di dare risposte. La questione del personale – aggiunge – è la priorità a cui dare risposta subito. L’impegno deve essere teso alla difesa del sistema pubblico della sanità toscana, ponendo attenzione al tema liste di attesa. Una criticità da risolvere, cercando nuove risorse da investire per abbattere la dicotomia tra intramoenia e pubblico; acquistando spazi e produttività aggiuntiva in accordo con i sindacati, dei medici, delle professioni e degli infermieri”. Un’apertura al confronto confermata dal consigliere Enrico Sostegni (Pd), disponibile “a impostare il lavoro con associazioni e cittadini, ad affrontare il tema di una revisione della riforma sanitaria per quegli interventi che è utile fare. Senza perdere di vista – aggiunge – la realtà del nostro sistema sanitario, che rimane complessivamente capace di dare risposte a tutti i cittadini ai più alti livelli”.
Sul tavolo, anche la questione delle liste di attesa e in particolare della recente delibera dell’Asl Toscana centro, che prevede di rivolgersi temporaneamente a centri privati, con un bando da 2,8 milioni di euro per acquistare, a tempo, prestazioni specialistiche ed ecografiche. Una delibera che anche la consigliera Serena Spinelli (Art.1-Mdp) conferma di “non aver compreso” e di essere “contraria, per come è stata concepita, in maniera disomogenea, come un fulmine a ciel sereno”. Contrarietà aperta alla delibera, oltreché alla riforma nel suo complesso, è stata confermata di fronte ai rappresentanti delle associazioni dai consiglieri di opposizione Jacopo Alberti (Lega nord), Andrea Quartini (Movimento 5 stelle), Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra) e Monica Pecori (Gruppo misto-Tpt).
Commissione apre a confronto per correttivi a riforma
La commissione regionale Sanità, presieduta da Stefano Scaramelli (Pd) ha aperto le porte ai rappresentanti dei cittadini presenti negli organismi di partecipazione istituiti dalla Regione Toscana, che di recente si sono rivolti al presidente Enrico Rossi, all’assessora Stefania Saccardi e allo stesso Scaramelli (Pd), con una lettera aperta. Con la lettera hanno voluto esprime la “grande preoccupazione per le conseguenze che i tagli paventati potrebbero avere sulla cittadinanza toscana in termini di assistenza e cura” e sul rischio di non riuscire a garantire “almeno gli stessi livelli di qualità, sicurezza e umanizzazione delle cure finora garantiti ai cittadini toscani”. All’allarme lanciato nelle ultime settimane, si aggiunge, nell’incontro con la commissione di questa mattina, la richiesta di non interrompere il confronto aperto. “Rappresentiamo molti cittadini – spiega Dafne Rossi (associazione ‘Serena’ di Siena) –, la nostra preoccupazione di fronte ad ulteriori tagli riguarda direttamente la capacità del sistema sanitario di mantenere la stessa qualità dell’assistenza e la sicurezza delle cure”. C’è il rischio di una “crisi di sistema, con la chiusura degli ospedali più deboli”, aggiunge Giuseppe Notaro (Federconsumatori Toscana). La riforma della sanità toscana “è intervenuta molto velocemente nell’accorpare le Asl – aggiunge Ada Macchiarini (Forum regionale diritto alla salute) – il territorio, al contrario, non era, e non è ancora, preparato ad assicurare il livello di cure intermedie che la riforma gli assegna”.
“Quando 48 associazioni rappresentanti di territori e cittadini della Toscana scrivono, è dovere e compito della politica ascoltare e aprire il confronto”, dichiara il presidente Scaramelli, che alle associazioni conferma “la volontà di aprire al raffronto e anche alla definizione di forme di correttivo della riforma attuata nella nostra regione, piccoli aggiustamenti che consentano di dare risposte. La questione del personale – aggiunge – è la priorità a cui dare risposta subito. L’impegno deve essere teso alla difesa del sistema pubblico della sanità toscana ponendo attenzione al tema liste d’attesa. Una criticità da risolvere cercando nuove risorse da investire per abbattere la dicotomia tra intramoenia e pubblico; acquistando spazi e produttività aggiuntiva in accordo con i sindacati, dei medici, delle professioni e degli infermieri”.
Fonte: Consiglio Regionale
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