Razionalizzare il funzionamento delle società in house, nello specifico di Sviluppo Toscana s.p.a, e semplificarne il rapporto con la Regione. Questo l’obiettivo della proposta di legge in materia di attività e modalità di finanziamento della società Sviluppo Toscana s.p.a. che è stata licenziata a maggioranza, questa mattina, in commissione Sviluppo economico, presieduta da Gianni Anselmi (Pd).
In funzione della revisione delle modalità di finanziamento delle società in house della Regione, è stato riformulato l’oggetto sociale. In particolare, le attività ricomprese vengono distinte in attività istituzionali continuative e non, in base al loro carattere strategico. Le prime sono quelle che afferiscono in modo più stretto alle finalità istituzionali della Regione, che per garantirne lo svolgimento secondo criteri di imparzialità, flessibilità, terzietà, efficacia ed economicità le affida alle società in house. Le attività istituzionali a carattere non continuativo, invece, svolgono una funzione di completamento e potenziamento delle prime e non sono indefettibili rispetto alle finalità istituzionali della Regione.
Sulle modalità di finanziamento di Sviluppo Toscana è previsto un contributo annuale, fissato in legge di bilancio, per le attività istituzionali a carattere continuativo e compensi determinati in base al tariffario per le altre attività.
Il presidente ha spiegato che sono stati fatti approfondimenti, anche su questioni avanzate dal collega Giacomo Giannarelli (M5S), in particolare “rispetto al ruolo del Consiglio sul comporsi degli atti di programmazione della società in house per le quali – ha detto – non si prevede un raccordo consiliare dal punto di vista dei pareri”. “È stato proposto un emendamento – ha aggiunto Anselmi – a firma mia e di Giannarelli, nel quale si chiede alla commissione di esprimere un parere consultivo sul piano delle attività entro 15 giorni e a chiedere una comunicazione dei suoi aggiornamenti”. Si stabilisce poi che la Giunta fornisca alla società anche gli indirizzi per la definizione degli obiettivi dell’amministratore unico e si chiede l’adeguamento del suo trattamento economico a quello dei direttori degli enti dipendenti di Regione Toscana. Tra le novità anche l’introduzione dell’obbligo, per le società di dotarsi di un piano della qualità della prestazione organizzativa, con il conseguente processo di valutazione dei risultati. L’atto è stato inviato all’esame dell’Aula con il voto favorevole del Partito democratico e l’astensione di Lega Nord e Movimento 5 Stelle.
Fonte: Consiglio Regionale
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