"Non sono passati troppi mesi da quando, con stupore, la cittadinanza fiorentina fu sorpresa dal taglio dei pini storici di Piazza della Stazione, ultima prospettiva novecentesca di verde urbano bene inserita nel contesto urbanistico creato dal Gruppo Toscano di architetti ruotanti attorno a Michelucci, negli anni '30 del secolo scorso.
La scusa del taglio di quei pini, ovvero l'inganno, fu ricercata nella ragione di messa in sicurezza e in un incerto stato fitosanitario di quelle piante, stato tra l'altro mai comprovato, poiché il corpo del reato, i tronchi abbattuti, furono velocemente eliminati. In realtà, l'unica vera ragione fu quella di dovere fare spazio ai cantieri della tramvia. Complice fu poi la Soprintendenza, che non solo aveva approvato in passato il passaggio della tramvia, ma l'estate scorsa anche il taglio dei pini. Ora pare che la Soprintendenza faccia lascrime di coccodrillo...
A tutto questo dobbiamo aggiungere lo sventramento di parte del giardino del Palazzo dei Congressi lungo via Valfonda. Che schifo!
Dopo l'inganno, dunque la beffa. La beffa è proprio quella “foresta di pali” in metallo – come hanno ricordano recentemente i giornali – e quell'intrico di fili, che si sono in questi giorni materializzati alla vista, non dei distratti turisti, ma dei residenti, quei fiorentini che ben conoscono la loro città e le cui istanze mai sono state prese in seria considerazione (si pensi all'inascoltato Referendum sulla Tramvia di dieci anni fa).
Ci troviamo dunque in una situazione – paradossale – in cui i fiorentini si devono difendere dai danni paesaggistici e urbanistici arrecati da un'amministrazione che, in modo incompetente ed arrogante, sta distruggendo una città unica al Mondo e certificata patrimonio dell'umanità UNESCO. Siamo all'assurdo di un uso patrimonialistico della cosa pubblica da parte di amministratori che si dicono per giunta democratici.
Al posto dei pini tagliati hanno messo dei sostituti (piante della stessa specie di circa 2,5 m) che ora soccombono sotto la “natura artificiale” di quei tubi verticali e di quei fili elettrici, degni di un qualsiasi snodo ferroviario e non del centro storico di Firenze!
Auspichiamo un ripensamento nel procedere coi lavori, da parte degli amministratori comunali, non fosse altro per non buttare via altri milioni di euro, inutilmente (per ora, pare, 741 mln per le rotaie d'oro delle due linee tramvia). Non possiamo permettere che assieme alle altre Grandi Opere, la tramvia contribuisca all'affossamento definitivo della città.
Un tempo, a Firenze, si spendevano tanti soldi per belle opere gradite alla cittadinanza, oggi se ne spendono molti di più per abbrutire e degradarne il paesaggio. La bellezza – così falsamente e retoricamente – passata di bocca in bocca tra gli ultimi Sindaci, nasconde l'inganno semantico di una parola che oramai ha perso ogni riferimento con la realtà cittadina.
Come ambientalisti siamo indignati".
Lorenzo Orioli (Coordinamento Cittadino Tutela delle Alberature) - Mario Bencivenni (Coordinamento Cittadino Tutela delle Alberature) - Leonardo Rombai (Italia Nostra - Firenze)
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