Se pure i dipendenti e la Cgil lanciano l'allarme sull'operato della dirigenza dell'Asl Toscana sud est, significa che il collasso della sanità maremmana è ormai certificato. È un attacco in piena regola quello sferrato dai dipendenti dell'azienda nei confronti dei propri vertici, accusati di non valorizzare né coinvolgere i lavoratori, di imporre decisioni incomprensibili e di diffondere disposizioni poco chiare. Parole come macigni e accuse pesantissime, rivelate dal sindacato che diffonde i dati di un questionario rivolto al personale dell'azienda sanitaria dalla Funzione pubblica di Arezzo, Grosseto e Siena. Accuse che però, va detto, giungono tutt'altro che inaspettate e sorprendenti. Sì, perché purtroppo la situazione della sanità maremmana è tristemente nota a chi da tempo – proprio come Forza Italia – ne denuncia carenze, disservizi, strategie sbagliate e decisioni motivate solo dalla politica e non da criteri di efficienza. E non sono mai bastate né servite, com'era ovvio, le rassicurazioni periodicamente rilanciate dal direttore generale (o chi per lui) per rispondere alle legittime rimostranze e proteste. Adesso basta. È ora che la dirigenza attualmente in carica prenda atto che la sfiducia nei propri confronti è totale: da parte degli utenti (i pazienti e più in generale i cittadini) e dei medici, degli infermieri e di tutti gli operatori. Di fronte a un simile plebiscito al contrario, per coerenza non resterebbe che una strada: rimettere il proprio mandato, ammettere il proprio fallimento e farsi da parte prima che sia troppo tardi. In caso contrario si rischia di mortificare definitivamente anche le eccellenze che la sanità maremmana può vantare, a partire dal lavoro di chi ogni giorno mette a disposizione le proprie competenze per la salute dei cittadini, fino all'efficienza dei presidi ospedalieri di tutta la provincia, compresi quelli periferici che hanno un disperato bisogno di strategie certe per ritrovare un'identità. Per non parlare poi della cronica mancanza di personale, ribadita dallo stesso sindacato, che incide non solo sulle prestazioni ma anche sulle condizioni psicofisiche dei lavoratori. In queste condizioni è fin troppo facile concludere che risollevare la sanità maremmana dal baratro nel quale è sprofondata a causa del management è una missione impossibile. La soluzione, a questo punto, è solo una: un profondo ricambio dei vertici. E per questo continueremo a batterci, sempre più convinti che i cittadini siano dalla nostra parte.
Elisabetta Ripani deputata Forza Italia
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