Giovedì 5 aprile alle 16 presso la sala Gatteschi della biblioteca Forteguerriana, Milva Cappellini terrà un incontro dal titolo “Da via della Pillotta al vento del deserto: la lunga vita avventurosa di Leda Rafanelli” ripercorrendo la figura di una pistoiese che ha attraversato da protagonista gli eventi politici e culturali dello scorso secolo.
La conversazione su Leda Rafanelli si concentrerà sulle vicende di vita della “zingara anarchica”, ricostruendo grazie a ricerche d’archivio le tappe di un’esistenza ritirata ma eccezionale, che dal silenzio delle strette vie del centro di Pistoia porta la giovane tipografa non solo al centro dei fermenti milanesi ma anche – sebbene forse solo grazie alle pagine dei libri e alla forza dell’immaginazione e dell’intelligenza - tra le sabbie del deserto e i palmeti delle oasi.
L’incontro si concluderà con una passeggiata sulle orme di Leda, dalla casa natale fino alla tipografia dove Leda incontra la passione per l’anarchia e per la letteratura.
Leda Rafanelli nacque a Pistoia il 4 luglio 1880 da una famiglia della piccolissima borghesia (anche se Leda inventerà per sé un’origine fantastica, araba e zingara). Privo di riscontri certi è il viaggio in Egitto, all'età di vent'anni, sul quale Leda fonda poi il proprio mito personale: musulmana, vegetariana e sensitiva, per tutta la vita veste in eccentriche fogge arabeggianti, vive in case arredate con cuscini e bracieri fumanti di incenso, studia la sapienza e l’arte dell’Oriente.
Autodidatta, operaia di tipografia, attivista anarchica fin da adolescente, trasferitasi a Firenze e poi a Milano, Leda fonda riviste, dà alle stampe un gran numero di opuscoli politici ma pubblica anche poesie, racconti e romanzi di impianto sociale e sentimentale. A Milano, alla vigilia della Grande Guerra, intreccia una relazione con Benito Mussolini (all'epoca direttore dell'Avanti) ma lo lascia all'indomani della svolta interventista. Anche il legame con il giovane Carlo Carrà è movimentato e alla fine interrotto da Leda. Nel frattempo, avvia imprese editoriali di grande respiro, insieme a Carlo Monanni, a lungo suo compagno di fede politica e di vita. Negli anni del fascismo, Leda – attentamente sorvegliata dal regime – vive appartata ma continua a scrivere, anche con pseudonimi, testi autobiografici, novelle per rotocalchi e racconti destinati ai ragazzi. Alla metà degli anni Quaranta, dopo la morte dell'unico figlio, si trasferisce con la nuora e i nipoti a Genova, dove esercita anche la chiromanzia. Leda Rafanelli muore nel 1971, dimenticata.
Le sue carte e le sue opere edite e inedite si conservano oggi nell’Archivio Berneri – Chessa presso la biblioteca Panizzi di Reggio Emilia. Alcune opere di Leda Rafanelli sono state di recente edite a cura di M.M. Cappellini: il romanzo postumo Memorie di una chiromante; la raccolta di racconti I due doni e altre novelle orientali (Nerosubianco, rispettivamente 2010 e 2014); L’Oasi – Romanzo arabo (Corsiero Editore, 2017), il libro che la stessa Leda considerava, tra tutti i propri, il migliore. Nel 2016 è uscito per Coconino Fandango il graphic novel Leda – Che solo amore e luce ha per confine, di Sara Colaone, Luca De Santis e Francesco Satta.
Milva Maria Cappellini è nata a Pistoia, dove insegna al Liceo Scientifico. Si è occupata di lessicografia, di didattica e di editoria scolastica. Ha lavorato sulla letteratura popolare dell'età medievale e moderna e su diversi autori, soprattutto moderni e contemporanei.
Fonte: Comune di Pistoia - Ufficio Stampa
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