La chiesa dove pregò la mamma di Leonardo da Vinci entra negli studi dell'Università di Firenze

“Le vicende architettoniche dell'antica chiesa di San Pantaleo a Vinci”: è questo il titolo della conferenza organizzata dal Comitato San Pantaleo, con il patrocinio del Comune di Vinci e dell'Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Architettura, che avrà luogo venerdì 6 aprile alle ore 21 presso la Biblioteca leonardiana, in via Giorgio La Pira 1. Si ripercorrerà la storia della chiesa dedicata a San Pantaleone, risalente al 13esimo secolo e che, come ricordò Renzo Cianchi nel 1975, fu la chiesa “dove si genuflesse e pregò chissà quante volte Caterina, la madre di Leonardo”.

Saranno presentate le ricerche degli studenti del Dipartimento di Architettura dell'Università di Firenze, Rebecca Sani, Lorenzo Sani ed Elia Zoppi, nella relazione dal titolo “Caratteri salienti e punti critici nell'architettura della chiesa di San Pantaleone: resentazione dei rilievi eseguiti”. Verrà evidenziato anche lo stato di degrado della struttura, che il Comitato San Pantaleo e la Parrocchia vorrebbero vedere presto arginato con un complessivo progetto di recupero degli ambienti, salvaguardandone l’aspetto sacro e culturale.

All'iniziativa interverranno, oltre al sindaco di Vinci, Giuseppe Torchia, e all'assessore alla Cultura, Paolo Santini, Alexander Di Bartolo, curatore del libro sulla storia di San Pantaleo “Gli archivi ecclesiastici come fonte per la ricerca e lo studio in architettura”, e Pietro Matracchi, docente di Didattica e ricerca nell'ambito del restauro all'Università di Firenze.

“San Pantaleo è a tutti gli effetti un luogo leonardiano - commenta Santini - legato da secoli alla memoria della madre del Genio. Le azioni tese a proporre di recuperare e salvaguardare le emergenze architettoniche, storiche e culturali di quel luogo sono sempre interessanti per chiunque si occupi di Leonardo e della sua biografia. Uno studio che ripercorra, nell’ottica della valorizzazione, le vicende architettoniche della chiesa, è sicuramente un punto d’inizio, nonché motivo di stimolo per far conoscere un luogo che rientra a pieno titolo nel novero dei luoghi della fanciullezza del Vinciano”.

 

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