Bullismo: comuni, scuola e famiglie lo mettono nella rete

Un nodo blu tutto l’anno. Braccialetti e mani intrecciate sono il simbolo di una scuola, quella dell’Istituto comprensivo Don Milani di Tavarnelle e Barberino, che affronta il fenomeno del bullismo con trasparenza e coinvolgendo gli stessi ragazzi, invitandoli a riflettere sul tema, mettendo in piazza i lati oscuri del disagio con le armi del dialogo, della condivisione e della collaborazione. Se ne parla e si discute in classe, si scrive sulla pagina del quaderno “Stop al bullismo”. E qualche insegnante rileva che nelle edizioni dei vocabolari che risalgono a qualche anno fa, la voce non è neanche contemplata alla lettera B. Eppure oggi il fenomeno, figlio di quella gioventù inquieta e fragile che si manifesta attraverso l’aggressività, la prevaricazione, le prepotenze verbali e fisiche ai danni dei coetanei, soprattutto dei più deboli, è uno dei mali della contemporaneità più diffusi in ambito scolastico e sociale.

Bambine, bambini, ragazze, ragazzi autori e vittime di azioni persecutorie e comportamenti offensivi e minacciosi che investono trasversalmente le mille maschere del bullismo, i lati oscuri della vita reale che contaminano anche quella digitale. Ad un problema che si manifesta sempre più frequentemente anche nei territori dell’Unione comunale del Chianti, soprattutto nei contesti scolastici di diverso ordine e grado, le amministrazioni comunali rispondono con l’attivazione di una rete che non si limita ad ascoltare e analizzare il disagio ma agisce concretamente e fa squadra con la scuola e le famiglie. Attraverso il supporto di specialisti ed esperti i territori di Barberino e Tavarnelle intervengono con azioni e strumenti di prevenzione adeguati alle dimensioni del fenomeno.

“Il bullismo non è uno ‘scherzo’ – ha dichiarato il presidente dell’Unione comunale del Chianti fiorentino David Baroncelli - va riconosciuto e distinto dal gioco e dalla burla adolescenziale con l’aiuto di esperti, supporti e strumenti di prevenzione; uno sguardo attento e sensibile al fenomeno è la base sulla quale si sono fondati gli obiettivi e le azioni della rete che l’istituto comprensivo Don Milani ha attivato con le famiglie in stretta collaborazione con l’Unione comunale”.

A porre uno stop chiaro e condiviso al problema è la realizzazione del progetto “NoCe, noi al centro”, finalizzato al contrasto e alla prevenzione del bullismo e del disagio giovanile.  Una programmazione articolata che si è composta di un ciclo di attività e incontri che ha coinvolto docenti, genitori e alunni della scuola primaria e secondaria. Nel corso del progetto, curato dalla criminologa Silvia Ciotti, i genitori hanno avuto l’occasione di confrontarsi e riflettere sulle radici del problema e sugli strumenti necessari a gestirlo in classe e nel contesto familiare. Tanti i temi trattati tra cui il bullismo e il bullismo on line, la rete che diventa cioè un terreno selvaggio in cui i comportamenti inaccettabili prevalgono sul buon senso e i principi di responsabilità etica, i fenomeni di autolesionismo, le difficoltà relazionali e l’uso di sostanze quali alcol e droghe in età precoce. “Il progetto ha previsto - spiega la dirigente scolastica Paola Salvadori – anche un concorso artistico cui hanno partecipato gli alunni e l’ipotesi di un centro di ascolto, tramite partecipazione volontaria, composto da docenti, in grado di stimolare una relazione basata sulla reciproca fiducia e sull’attenzione”. Il progetto è ancora in corso, la premiazione dei ragazzi coinvolti nel concorso artistico si terrà in occasione della festa di primavera organizzata dall’Istituto comprensivo Don Milani, in programma nelle prossime settimane.

Gli incontri con la criminologa hanno permesso ai genitori di conoscere i segnali del disagio che possono assumere forme e risvolti diversi. Il punto di partenza è la conoscenza dei bisogni del figlio che solo un genitore può avere. “Occorre prestare attenzione ai ragazzi - dice la criminologa - quando si riscontra il desiderio di isolamento, la scarsa partecipazione alla vita sociale e la mancata risposta agli stimoli degli amici, il desiderio di fuggire, i segnali possono essere anche legati al cambiamento di abitudini alimentari e al sonno disturbato”. La risposta è aiutare i ragazzi a crescere costruendo il loro autocontrollo. “Dobbiamo aiutarli ad accettare il rifiuto – aggiunge Silvia Ciotti -  a gestire la delusione, ad essere pazienti e saper aspettare, a controllare l’approccio “qui tutto e subito”, tipico dei bambini e dei ragazzi”.

Nei comuni dell’Unione il bullismo è un tema da trattare anche attraverso lo strumento teatro. Venerdì 6 aprile alle ore 21.30 salirà sul palcoscenico del Teatro Regina Margherita di Marcialla Silvia Rabiti dell’associazione culturale Punti di vista con il suo lavoro “Muro, la storia di Lisa”, tratto da un racconto di Isabella Vezzosi. Lo spettacolo, patrocinato dall’Unione comunale del Chianti fiorentino, con il contributo e la collaborazione del Comitato dei genitori Don Milani, la sezione soci Coop Tavarnelle e l’associazione culturale Marcialla, nasce da un progetto di sensibilizzazione rivolto alle famiglie, ai docenti e ai ragazzi. “Muro, seppur complesso e articolato – nota la regista e attrice Silvia Rabiti -  narra di scuola, difficoltà di integrazione, scherni, derisioni, insulti, indifferenza e bullismo; è un’idea che scaturisce dalla voglia di comunicare, in modo semplice, chiaro, in alcuni casi crudo e doloroso, un vissuto. Un vissuto in cui molti si rivedono.  Un vissuto reale, una storia vera. E forse è questa la chiave giusta per parlare, riflettere e affrontare il bullismo”.

Fonte: Ufficio Stampa ASSOCIATO DEL CHIANTI FIORENTINO Comuni di Barberino Val d’Elsa, Greve in Chianti, San Casciano in Val di Pesa, Tavarnelle Val di Pesa

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