A Torrita di Siena è finalmente arrivato il grande giorno del Palio dei Somari. Piccolo gioiello architettonico, circondato da splendide colline, il borgo di 7.500 abitanti si mobilita in onore di San Giuseppe e celebra la festa, come tante in equilibrio tra sacro e profano, tra rievocazione storica e spettacolarizzazione.
Di assolutamente profano c’è proprio l’imprevedibile corsa sul tufo a dorso di somaro, inventata oltre 50 anni fa da un gruppo di artigiani locali alla ricerca di un’occasione (oggi si direbbe di un evento) per riunire la popolazione e fare festa. Tra questi, numerosi erano i falegnami che pensarono al loro santo protettore (il Palio si corre la prima domenica dopo il 19 marzo) ed al somaro, animale instancabile e un po’ umorale, tanto forte quanto umile.
Nel tempo il Palio dei Somari di Torrita di Siena ha coinvolto l’intera popolazione ed ha acquisito grande popolarità, richiamando un pubblico numeroso ed appassionato fin dalla settimana di appuntamenti che precede la manifestazione vera e propria. Oggi si propone come prima grande festa popolare nel calendario toscano e come annuncio di primavera, di rinascita dopo i mesi invernali.
Otto sono le contrade che si sfidano per conquistare il panno, quest’anno dipinto dall’artista locale Riccardo Carrai, quattro ben incastonate nel centro storico, in corrispondenza delle porte di accesso alla cittadella medievale (Porta a Pago, Porta a Sole, Porta Gavina e Porta Nova) e quattro create in seguito all’ampliamento del centro abitato (Cavone, Le Fonti, Refenero e Stazione); tutte fanno riferimento nelle tradizioni e nei costumi ad un tratto di storia di circa 200 anni, tra il 1358 ed il 1544, in cui Torrita fu teatro di fatti di rilievo, legati soprattutto alle guerre tra Siena, Firenze e Perugia per la conquista di questo prezioso avamposto sulla Val di Chiana.
E quindi il programma della mattina del giorno di festa è quasi una rappresentazione storica, elegante e ben orchestrata. Alle 9.00 le comparse delle singole contrade, provenienti in corteo dai propri territori, si ritrovano nella centrale Piazza Matteotti per poi partecipare alla Messa, nella Chiesa della S.S. Flora e Lucilla, preceduta quest’anno dalla benedizione delle Palme. Al termine della funzione religiosa protagonisti della scena diventano gli sbandieratori e tamburini che propongono i propri spettacolari numeri di abilità. Alle 11.45 muove il corteo storico che attraversa tutto il centro cittadino. Oltre 200 figuranti rappresenteranno l’orgoglio dei torritesi ed il forte senso di appartenenza alla comunità; attesissima anche la sfida a distanza tra le dame, le cui acconciature vengono preparate durante la notte per apparire, a sorpresa, nella passeggiata in costume. Il corteo si conclude al Gioco del Pallone la grande piazza, cioè, dove i torritesi giocavano (e giocano) alla palla al bracciale ed al tamburello e che a fine marzo diventa il Campo di gara; qui è infatti tracciato l’anello di tufo che, dalle 16.00, ospita la sfida, in un clima da stadio.
Quattro le batterie di qualificazione in programma, estratte a sorte, che vedranno contrapporsi Porta a Sole – Porta Gavina, Refenero – Cavone, Porta Nova – Le Fonti e Porta a Pago - Stazione. Le vincenti conquistano direttamente l’accesso alla finale, per le perdenti c’è ancora una possibilità, legata ad una manche di recupero che regala alla vincitrice l’ultimo posto al canape.
I somari, tutte femmine, per evitare le esuberanze degli esemplari maschi, vengono assegnati alle contrade mediante sorteggio ed a loro, oltre che alla capacità dei fantini, è legato l’esito della carriera.
Per l’edizione 2018 del Palio torritese, le contrade si sono affidate per lo più a fantini già collaudati; questo comunque il quadro dei partenti: Cavone, Michele “Mojito” Paolucci; Le Fonti, Gabriele “Divino” Grotti; Porta a Pago, Alessandro “Scheggia” Stampigioni; Porta a Sole, Matteo “Galletto” Noli; Porta Gavina, Andrea “Drago” Peruzzi; Porta Nova, Alessandro “Cobra” Guerrini; Refenero, Matteo “Silenzio” Bocchi; Stazione, Francesco “Spighetto” Ferrari.
Sul tufo scenderanno due fantini che hanno vinto per cinque volte la carriera, e cioè Cobra e Drago, e che inseguono quindi il record assoluto di sei trionfi che appartiene al leggendario Maurizio Mantini, detto “Riccio”. La contrada che, in 61 edizioni, comprese numerose carriere straordinarie, ha vinto il maggior numero di palii è Le Fonti, con 12, seguita a quota 10 da Porta Gavina, Porta Nova (che si è imposta nel 2017) e Stazione; la “nonna” del palio dei Somari, infine, è Refenero alla quale manca il successo addirittura del 1985 e che si affida quest’anno ad un fantino esordiente, “Silenzio”, per provare ad infrangere quello che appare quasi come un incantesimo.
Fonte: Ufficio Stampa
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