Per l'interrogatorio della procura di Ravenna, il 53enne Matteo Cagnoni ha passato oltre sei ore a rispondere alle domande dell'accusa in merito all'omicidio della moglie Giulia Ballestri, 39 anni, avvenuta due anni fa, il 16 settembre 2016. Questa era la seconda volta in cui il dermatologo aveva risposto ai magistrati, dopo l'interrogatorio del gip per la convalida del fermo di polizia a Firenze, dopo il fermo avvenuto in seguito alla fuga dopo la morte della donna. Cagnoni ha spiegato che le tracce di sangue trovate sui suoi jeans all'epoca dei fatti risalgono a mesi prima della morte, quando la donna, a suo dire, si sarebbe ferita con una scheggia di vetro. Cagnoni ha inoltre detto di aver incontrato la moglie alle 12 del giorno dell'assassinio, anche se per i pm a quell'ora doveva essere già morta. Non l'avrebbe seguita nella villa del padre a Firenze, viaggio che invece lui ha intrapreso con i figli: il cinquantenne ha giustificato la scelta per l'incontro con l'amante nella loro casa di Ravenna. E la fuga come si spiega? Una crisi di panico, sempre secondo Cagnoni. Le impronte di sangue sul muro della scena del crimine? Non sono le sue, ha ancora detto. Lunedì prossimo, 26 marzo, andrà avanti l'udienza con l'interrogatorio della difesa.
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