Entrare in fabbrica a 18 anni, nel 1969. Ritmi massacranti e fumi di piombo, ma anche scioperi e amori, ribellioni e risate, nell’Italia del divorzio e dello Statuto dei lavoratori. Gli anni delle lotte operaie, raccontati non attraverso lo “stereotipo” della violenza, ma con una storia di formazione d’amore e amicizia, tutta al femminile, che indaga percorsi di libertà e dignità che sfidano tuttora il nostro grigio presente. Una sola attrice per una folla di personaggi sempre in bilico fra comicità e dramma, risvegliati dal passato per interrogarci sul presente.
E’ questa la traccia di “Dita di dama”, monologo teatrale tratto dall’omonimo libro di Chiara Ingrao con Laura Pozone (adattamento e regia di Laura Pozone e Massimiliano Loizzi, scene di Paola Tintinelli). Lo spettacolo sarà portato in scena a Firenze venerdì 23 marzo al Teatro Le Laudi di via Leonardo Da Vinci 2/r (ore 17, ingresso libero fino ad esaurimento posti; nel corso della serata, saranno distribuite copie del libro di Chiara Ingrao, e chi vuole potrà lasciare un’offerta che sarà devoluta al centro antiviolenza Artemisia). Si tratta di una produzione Teatro della Cooperativa e Aparte Ali per l’Arte, con la collaborazione e il contributo di Filcams Cgil e Centro Studi Filcams.
“Con la rassegna di film ‘Ciak sul lavoro’ portiamo il tema del lavoro al cinema, con questo spettacolo lo vogliamo portare anche a teatro: la storia rappresentata ci parla di anni in cui si lottava duramente per diritti che poi venivano conquistati, diritti in particolare per le donne, un tema che sta particolarmente a cuore alla nostra Categoria. Negli ultimi anni, abbiamo vissuto un tempo in cui tanti diritti hanno subìto attacchi pesanti dalla classe politica e imprenditoriale, attacchi volti a portare indietro le lancette della storia del lavoro: per questo il tema delle lotte per i diritti e la dignità del lavoro è quanto mai attuale e va portato avanti con forza, imparando dal passato per essere più forti nel presente”, dice la segretaria di Filcams Cgil Toscana Cinzia Bernardini.
Fonte: Cgil Toscana - Ufficio Stampa
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