A distanza di dieci anni dall’introduzione della normativa tecnica del 2008, che rivoluzionò le tecniche di progettazione delle costruzioni, giovedì prossimo, 22 marzo 2018, entrano in vigore le nuove Norme Tecniche per le Costruzioni, che rappresentano la prima revisione della normativa tecnica, attesa ormai da tempo.
In estrema sintesi, cosa cambia?
- per le costruzioni in cemento armato le novità sono di dettaglio, con un decisivo passo in avanti nella direzione del completo adeguamento della normativa nazionale agli Eurocodici, che rappresentano il riferimento di base in vigore in Europa;
- per le costruzioni esistenti, che costituiscono gran parte del patrimonio edilizio italiano, sono invece introdotte importanti innovazioni: si è infatti radicato il concetto per cui è preferibile, in termini di sicurezza e costo, investire in interventi per la messa in sicurezza alle azioni sismiche per il maggior numero possibile di edifici esistenti, piuttosto che adeguare al 100% un minor numero di manufatti.
Si è infatti stabilito che:
a) i “piccoli” interventi (come ad esempio l’apertura di porte o la demolizione / costruzione di solai di modeste dimensioni) non devono peggiorare la situazione preesistente dell’edificio, anche senza richiedere la realizzazione di miglioramenti;
b) nei casi di modifiche consistenti sui fabbricati, è sufficiente migliorare il comportamento dell’edificio alle azioni sismiche nella misura del 10%;
- c) per alcuni degli interventi più complessi (sopraelevazioni, ampliamenti) non occorre un adeguamento “totale” della costruzione, ma è necessario attestarsi ad una quota pari almeno all'80%.
Le nuove indicazioni consentono quindi di realizzare più speditamente e con minori oneri i lavori di ristrutturazione necessari ad adeguare il patrimonio edilizio nazionale alle nuove esigenze abitative dettate dalle trasformazioni sociali ed economiche del nostro tempo, senza rinunciare ad un incremento dei fattori di sicurezza nei confronti delle azioni sismiche, indispensabile in un paese ad alta sismicità, come buona parte dell’Italia e, in particolare, della Toscana.
I problemi che rimangono sul campo
Intanto il paradosso di continuare a emettere norme che già al momento della loro uscita presuppongono la necessità di una “Circolare esplicativa” (assumendo di fatto che la nuova Norma in gestazione da anni non sia sufficientemente chiara!); tra l’altro, mentre l’aggiornamento della normativa entrerà in vigore il 22 Marzo p.v., non è ancora nota la data di pubblicazione della “spiegazione” della norma stessa, con ovvie possibilità di alimentare dubbi interpretativi, contenziosi e ritardi nei lavori.
Si evidenzia poi la mancata definizione compiuta delle “piccole opere “: a stretto rigore, un muretto di poco più di un metro e mezzo o la capanna nel giardino dovrebbero essere progettati da un ingegnere con tanto di deposito al genio civile (ovvero con ulteriori aggravi di spesa), appesantendo peraltro il compito dei pubblici uffici con pratiche poco significative a discapito di quelle veramente importanti.
Si sottolinea infine che la normativa urbanistica vigente limita fortemente la demolizione con fedele ricostruzione degli edifici esistenti, impedendo di fatto la trasformazione dell’esistente in una costruzione realmente “antisismica”.
A fronte di questi aspetti di difficoltà, è invece da lodare l’iniziativa poco conosciuta del cosiddetto “SISMAbonus”, che prevede importanti sgravi fiscali (fino all’85%) per chi interviene sulla propria abitazione con opere strutturali “contro i terremoti”; risulta anche possibile cedere il relativo credito, riducendo in certi casi l’esborso iniziale a poco più del 20% dell’importo dei lavori.
Sul tema delle verifiche sismiche degli edifici e sul SISMAbonus gli ingegneri si metteranno quanto prima a disposizione dei cittadini per fornire il proprio supporto per informazioni e valutazioni.
Fonte: Ufficio Stampa
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