Bugli: "Chi ha messo a rischio la democrazia non parli con i giovani"

Troppi terroristi o mafiosi vanno in televisione o tra i giovani e gli studenti a raccontare gli anni di cui sono stati protagonisti. Se ne è discusso e parlato anche oggi nel corso della cerimonia a Palazzo Strozzi Sacrati che ha accompagnato la donazione alla Regione dell'archivio sui processi delle stragi del 1993 da parte dell'associazione dei familiari delle vittime dei Georgofili. Ora disponibile a chiunque lo voglia consultare.

Netto al riguardo il giudizio dell'assessore alla legalità della Toscana, Vittorio Bugli. "Mafiosi e terroristi non possono essere considerati né combattenti né poveri disperati – dice – Combattenti sono altri, chi ha partecipato alla Resistenza e i magistrati che lottano contro la mafia. Chi si è macchiato di atti che hanno pesantemente condizionato la nostra democrazia non può andare in televisione o nelle scuole a ricostruire quella realtà storica".

Poco prima, davanti ai ragazzi del liceo scientifico di Firenze "Leonardo da Vinci", Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell'associazione "Tra i familiari delle vittime dei Georgofili", aveva raccontato di Roberto Cannavò, mafioso condannato all'ergastolo, colpevole di più omicidi ma anche di aver collocato nel 1992 un proiettile di artiglieria nel giardino di Boboli a Firenze, una minaccia a suo tempo non subito compresa. "Quella persona – spiega – ora va in giro nelle scuole. Ma l'unico contributo che persone condannate per simili atti possono dare, se lo vogliono fare, è di andare dai magistrati e raccontare quel che sanno".

Fonte: Regione Toscana

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