Elezioni 2018, lo 'tsunami' nel comprensorio. Pannocchia: "Ecco cosa deve fare il centrodestra per vincere"

Andrea Pannocchia (foto da Facebook)

Il terremoto delle elezioni politiche 2018 ha colpito anche la Toscana, regalando molte meno certezze al Partito Democratico e premiando partiti come la Lega e il Movimento 5 Stelle. L'analisi più complessa, nelle zone tra Pisa e Firenze, riguarda il comprensorio del cuoio, con una frattura forse non sanabile tra il passato e il presente. Abbiamo chiesto ad Andrea Pannocchia, giornalista e sociologo della comunicazione di Santa Croce, un'analisi del voto. Tra le pubblicazioni di carattere politico di Pannocchia, ricordiamo 'Quelli che... la sezione', dedicato alla militanza politica in Toscana nei partiti di sinistra, e 'Il popolo di Salvini: la Lega Nord fra vecchia e nuova militanza', scritto a quattro mani con il sindaco di Cascina Susanna Ceccardi.

Pannocchia, è un risultato storico quello del 4 marzo?

Assolutamente sì, il vento è cambiato. Ci sono situazioni come Santa Croce dove la Lega è il primo partito. Buona parte dell'elettorato sta andando in massa verso il M5S e la Lega. Anche la Toscana è diventata contendibile.

Parliamo di queste due 'rivelazioni' e il loro riflesso in zona. C'è il rischio di un 'cambio al vertice' anche per le prossime elezioni?

Il M5S al momento governa in pochi comuni perché il modo in cui era gestito era tale per cui veniva impedito alle persone di valorizzarsi troppo, dietro stava un'idea troppo collettiva. Inoltre il ballottaggio talvolta lo penalizzava. Vedo nel M5S figure rispettabili ma solo come portavoce, anche se attualmente con Luigi Di Maio si sta tentando un approccio più governativo e istituzionale basato su una leadership.

Sul centrodestra vedremo a livello nazionale. La forza principale è la Lega e chi si mette sulla sua scia parte già avvantaggiato. Dopo di che c'è una coalizione, non è detto che i candidati siano della Lega, ma che abbia una sua credibilità.

Se ci focalizziamo sul comprensorio, come si può analizzare la situazione? Quali territori potrebbero resistere all'avanzata delle nuove forze politiche?

Penso che San Miniato possa reggere, a meno che non prenda forma un movimento civico con forze trasversali. Tutti gli altri territori sono assolutamente contendibili, secondo me il Pd non parte nemmeno favorito. Se andiamo fronte di centrosinistra contro fronte di centrodestra, non scommetterei sul Pd a Santa Croce e a Castelfranco. Se però ad esempio la sinistra confermasse Giulia Deidda e il centrodestra si spaccasse, si replicherebbe una situazione come nel 2014. Conosco meno Montopoli, su Fucecchio invece mi sento di dire che anche lì la partita sia aperta. A Santa Maria a Monte la giunta di centrodestra, guidata dalla socialista Ilaria Parrella con, si avvia facilmente verso la conferma del secondo mandato, fra pochi mesi.

La sconfitta del Pd non equivale alla vittoria automatica degli avversari. Cos'è che rende la sfida veramente contendibile?

Non è certo una sfida facile. Tutti i territori del Pd sono a rischio, ma non ci dimentichiamo del M5S che può giocare la sua partita. Altri fattori possono essere il caso di a Sesto Fiorentino, dove il Pd può perdere da sinistra. Se la percezione del Pd è un partito dei poteri e degli industriali, possono entrare in gioco questi fattori. Se prendiamo i casi di ribaltoni in stile Cascina (Susanna Ceccardi della Lega che ribalta le percentuali del ballottaggio contro il sindaco uscente Alessio Antonelli del Pd) e Pistoia (Alessandro Tomasi di Fratelli d'Italia contro l'uscente Samuele Bertinelli del Pd), vediamo risultati clamorosi che stanno dentro un quadro in cui comunque il contesto è ancora la regione rossa. La Ceccardi non vince perché a Cascina sono diventati tutti padani e Tomasi non vince perché i pistoiesi sono tutti di Fratelli d'Italia. Si vinceva, e si è vinto, su dinamiche e su candidature di forte impatto locali. Tornando al risultato politico di quest'anno, il clima d’opinione complessivo è cambiato e adesso le possibilità del centrodestra non sono legate a situazioni peculiari, si parte come minimo alla pari, anche perché sta montando un'insoddisfazione generalizzata rispetto a come il Pd ha governato a livello lazionale. È partito lo tsunami e quando arriva arriva.

Allora rimanendo in questa metafora, chi regge meglio allo tsunami? Perché San Miniato non ha seguito l'andamento del comprensorio e si è tenuto fedele al Pd e viceversa Fucecchio non ha seguito l'Empolese Valdelsa nel riconfermare i democratici?

A San Miniato non sono venute fuori le tematiche che insieme all'insicurezza economica hanno influito sul voto. Hanno tenuto dei 'sistemi antisismici e di sicurezza', non ci sono stati episodi di cronaca in cui sono rimasti coinvolti richiedenti asilo. Mentre, per esempio, il centro storico di Santa Croce è un caso emblematico di disordine e di preoccupazione. Basterebbe qualche episodio di cronaca per cambiare l'opinione.

Se andiamo a vedere le consiliature passate, spesso troviamo esponenti del centrodestra che si sono riproposti nel corso degli anni, forse anche abituati al loro ruolo di opposizione. Stavolta però, se la partita dovesse essere veramente aperta, cosa dovrebbe cambiare nelle dirigenze locali dei partiti per una sfida per la vittoria?

I partiti devono andare anche oltre l'elettorato di base, spesso ci sono diverse divergenze umorali fra persone che teoricamente dovrebbero essere alleate. Bisogna considerare che oggi fare politica non dà nessuna popolarità: si guadagna poco e si trovano molte rogne, non è più come una volta. Diventa difficile trovare le persone e trovarle appassionate di politica. Dentro tutto questo il centrodestra è stato abituato a una logica di opposizione, pensando a chi potessero essere i consiglieri comunali nell'opposizione e a chi, magari, poteva ambire a una carriera nel partito a livello provinciale e regionale. La prospettiva vincente è quella di non legarsi necessariamente a un partito, bensì scegliere il più bravo e presentabile della coalizione. Sono stati fatti nel corso degli anni tanti errori, ad esempio applicare logiche nazionali a contesti locali. Auguro al cittadino un ricambio perché c'è bisogno di competitività, che tira fuori il meglio delle persone in ogni settore. Altrimenti succede come a Cascina, dove nessuno avrebbe pensato a quello che è successo. Allora i governanti di Cascina erano arroganti, hanno lasciato incancrenire situazioni difficili, non immaginavano nemmeno che potesse esserci un secondo turno. Poi la giunta Ceccardi ha trovato situazioni irrisolte, lasciate da chi non aveva lo stimolo e non si era impegnato per migliorare il proprio comune, perché sapeva che sarebbe stato rieletto.

Elia Billero

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