Un pittore pienamente inserito nella corrente del “Novecento” italiano, una scomparsa prematura, a soli 28 anni, e un nome troppo presto dimenticato. Ad Amighetto Amighetti, artista ligure ma Poggese di adozione (essendovi nati sia il padre sia la madre), il Museo Soffici e del ’900 italiano e il Comune di Poggio a Caiano, rendono omaggio con una mostra antologica che sarà inaugurata sabato 17 marzo nei locali delle Scuderie medicee e si potrà visitare fino al 3 giugno 2018.
Curata dallo storico dell’arte Franco Dioli l’esposizione raccoglie circa 45 opere, molte delle quali quasi mai esposte al pubblico. Artista precoce e di talento, Amighetti stupisce per la personalità e la tecnica pittorica padroneggiata già da giovanissimo. La critica più avveduta e sensibile che comprende l’intensità della sua arte, la sua tecnica innovativa e il suo desiderio di modernizzazione, lo incoraggia fin dalle prime esposizioni del 1924 a Genova. A soli 26 anni (nel 1928) fu ammesso alla Biennale di Venezia e vi tornerà anche due anni dopo, ma la sua breve seppur intensa stagione artistica si interromperà, nell’agosto del 1930, a causa di una grave malattia.
La mostra Amighetto Amighetti (1902 – 1930) è la doverosa riscoperta di un artista che ha lasciato un’eredità pittorica di grande interesse che permette di ampliare la conoscenza dell’arte del Novecento, un secolo del quale il Museo Soffici è interessato a indagare e valorizzare risvolti e contenuti sotto il profilo artistico e culturale.
Seppur indicato dalla critica e dal mercato d’arte fra i pittori liguri (nacque a Genova nel 1902), Amighetti è in realtà di origini toscane e proprio a Poggio a Caiano riposa nel cimitero, non lontano dalla tomba di Ardengo Soffici. Non si hanno notizie certe della frequentazione in vita dei due artisti, nonostante Amighetti passasse le lunghe estati nella casa paterna a Loretino, lungo la strada che da Comeana porta a Poggio a Caiano, ma una significativa circostanza li avvicina: nel 1928 alla Biennale di Venezia Soffici fa parte della giuria di accettazione delle opere, Amighetto fu uno dei pittori ammessi con l’opera Natura morta che oggi è possibile ritrovare nel percorso espositivo.
Dopo due mostre postume a Genova, nel 1946 e nel 1951, quella del Museo Soffici e del ‘900 italiano è la prima antologica dedicata all’artista e il felice recupero di un pittore ingiustamente dimenticato che ha segnato un percorso di eccellenza nel panorama artistico del primo ‘900, uno dei più travagliati e complessi della storia dell’arte italiana.
IL PERCORSO ESPOSITIVO – In esposizione si potrà ammirare una consistente parte della produzione artistica di Amighetti, fra ritratti, paesaggi toscani e nature morte. Fra le opere anche l’Autoritratto del 1925, austero e insieme colmo di grazia che nel 2016 Mondadori scelse come copertina del volume di
Giovanni Papini, Un uomo finito.
Amighetti dipinge splendidi paesaggi ma è con la figura che ottiene i migliori risultati. Nella sua arte si ritrovano similitudini con Felice Carena (suo maestro all’Accademia di belle arti di Firenze), con Felice Casorati, soprattutto il primo Casorati, per la notevole capacità di sintesi formale, ma anche con Armando Spadini, nella consistenza tenera dei gesti e dei personaggi più piccoli e per le scene familiari.
Del percorso espositivo, esterno al Museo, fa parte anche la chiesa di San Michele Arcangelo a Comeana (aperta tutti i giorni dalle 9 alle 13) nella quale ammirare la pala che Amighetti realizzò, nel 1919 a soli 17 anni. Una copia da Guido Reni nella quale è già rintracciabile il pittore solido e maturo precocemente formato.
Scuderie Medicee, via Lorenzo il Magnifico 9
Orario: dal giovedì alla domenica 10-13 / 14,30-19
Inaugurazione mostra: sabato 17 marzo (ore 17)
Ingresso: 3 euro intero, gratuito se minori di 18 anni. Con lo stesso biglietto della mostra è possibile accedere al Museo Ardengo Soffici e del ’900 italiano.
Ideazione e realizzazione IDAL 800-900 Istituto di documentazione arte ligure in collaborazione con Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo.
Mostra a cura di Franco Dioli
Catalogo della mostra De Ferrari, Genova a cura di William Darrigo e Franco Dioli
con i contributi di:
Leo Lecci e Paola Valenti (Università degli studi di Genova);
Elena Pontiggia (Accademia di Brera, Politecnico di Milano);
Giulio Sommariva (Conservatore del Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova);
Luigi Cavallo e Luigi Corsetti (Curatore scientifico e direttore del Museo Soffici e del ‘900 italiano)
Dopo Poggio a Caiano la mostra, il prossimo novembre, farà tappa a Genova, città nella quale il pittore è nato, ha studiato ed ha prevalentemente svolto la sua attività.
Fonte: Ufficio Stampa
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