Un altro 8 marzo è stato ricordato oggi. Quello del 1944, quando un gruppo di fiorentini, rastrellati da fascisti e tedeschi dopo lo sciopero del 4 e 5 marzo, fu deportato verso i campi di concentramento di Austria e Germania. Tra le circa 1.000 persone ammassate nelle ex scuole Leopoldine, in piazza Santa Maria Novella, c'erano operai del Pignone, della cartiera Cini di via Arnolfo, delle vetrerie Taddei di Empoli, delle fabbriche laniere di Prato, ma anche giovani e artigiani arrestati in piazza Dalmazia e a San Frediano, oltre a numerosi antifascisti già rinchiusi alle Murate. La città ha ricordato i suoi deportati nei campi di sterminio nazisti, a 74 anni anni di distanza, e il 9° anniversario del Patto di Fratellanza tra le città di Firenze e Mauthausen, con una cerimonia che si è tenuta davanti al loggiato delle ex Leopoldine.
Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, la vicesindaca Cristina Giachi, la vicepresidente della Regione Monica Barni, il sindaco della città austriaca di Mauthausen Thomas Punkenhofer, la vicepresidente del consiglio comunale Donella Verdi, la consigliera Francesca Paolieri della Città Metropolitana, il presidente del Quartiere 4 Mirko Dormentoni.
Coordinava Alessio Ducci, presidente di Aned (l’Associazione nazionale ex deportati) Firenze.
Al termine il corteo, con in testa i Gonfaloni, ha sfilato fino al binario 6 della stazione di Santa Maria Novella da cui 74 anni fa partirono i convogli con i deportati.
Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa
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