"Ci siamo risvegliati in un territorio dove il voto ha sancito un cambiamento profondo. Quello che molti ancora si illudevano potesse continuare ad essere un fortino democratico in realtà non lo è più. Lo sapevamo. Come sapevamo che M5S e destra sarebbero cresciute nell’Empolese Valdelsa. Potere al Popolo è nato anche per questo. In questi tre mesi abbiamo costituito un gruppo consistente, tenendo oltre trenta assemblee all’interno di Case del Popolo e circoli Arci, realizzando uno sportello di assistenza sociale e legale, spendendoci in tantissime iniziative nelle strade e nelle piazze. Siamo tornati a fare politica come noi la intendiamo e quei quasi 2mila voti che abbiamo raccolto ci dicono che lo abbiamo fatto bene. Sono pochi, sono tanti? Da sognatori, quali siamo, avremmo voluto la maggioranza assoluta. Ma il percorso, partito alla fine di novembre scorso, è di quelli che non si fermano alla prima curva.
La nostra è un’idea di sinistra che non è fatta di liste e cartelli, di opportunismi e parole vuote. Dentro Potere al Popolo ciò che si dice si pratica. Pensiamo che prima di tutto ci sia bisogno di ricostruire ciò che trent’anni di alternanza tra centri con politiche simili e lo stesso riferimento capitalista hanno distrutto. Rapporti, solidarietà, umanità e una coscienza sociale e politica di appartenere ad una classe, quella degli sfruttati. Anche nel nostro territorio aumenta il disagio, la disoccupazione continua a mangiare terreno, mentre la precarietà si impone come principale modello di rapporto lavorativo. Le risposte a tale situazione che arrivano da chi oggi esce vincitore da questa tornata elettorale sono inconcludenti, quando non addirittura false e pericolose.
C’è chi assegna la responsabilità ad una politica arraffona, ad una spesa pubblica giudicata esagerata e promette un cambiamento che non passa dalla redistribuzione e dalla rottura con i vincoli economici che provengono da dentro e da fuori dell’Italia. E poi c’è chi soffia sul vento della guerra tra poveri, additando i migranti come il problema di tutto e facendo della sicurezza il primo punto all’ordine del giorno.
Noi siamo diversi, profondamente diversi. Lo avevamo detto fin dall’inizio. Per noi il 4 marzo era solo una tappa di un percorso che andrà avanti e si potenzierà di settimana in settimana. Chiediamo partecipazione, non deleghe in bianco. Vogliamo costruire il futuro insieme al nostro popolo, a quello degli sfruttati. Oggi più di ieri è valido il nome che ci siamo scelti e che ci rappresenta: Potere al Popolo".
Potere al Popolo Empolese Valdelsa
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