Certosina, sudore e polvere su strade bianche e vigneti del Chianti Classico

Passione, amore per il ciclismo, possibilità di godersi un territorio, buon cibo, compagnia. Ammirare e godersi il Chianti Classico in sella ad una bicicletta vintage, assaporare la tradizione gastronomica e i vini, emozioni che soltanto una mobilità mossa semplicemente dal sudore sa dare. Tutto questo è la Certosina, la prima ciclostorica docg con un percorso che è una pennellata tra i vigneti e le strade bianche che disegnano le colline del Gallo Nero.

Strade bianche nel Chianti Classico, la suggestione nel percorso della Certosina. «Pedalare su una bicicletta storica è il miglior modo per vivere un territorio. L'automobile è troppo veloce per poterti far apprezzare sfumature, profumi, suoni. A piedi percorri distanze troppo brevi per riuscire a immergerti a pieno nella realtà. La bicicletta ha la giusta dimensione per farti conoscere e apprezzare differenze, sfumature, elementi unici», spiega Luigi Cappellini, capitano del gruppo Amatori Verrazzano che parteciperà alla Certosina e titolare dell'omonimo castello di Greve in Chianti (Fi) che quest'anno ha sposato la filosofia della manifestazione. Dunque, l'emozione di chi si trova a pedalare immerso in un paesaggio unico è data dalla suggestione di essere a contatto con la natura, di poterla vivere davvero. «Con una bici vintage fai fatica, parli, ti fermi a fare un selfie, ti rifocilli, ti senti in pace con te stesso. Riscopri e assapori la natura, i colori, i profumi oltre alla bellezza dello stare insieme», continua Cappellini. E queste emozioni, questa riscoperta interiore si possono vivere nel percorso di una gara che «è la declinazione perfetta del buon vivere in salute. Una gara con un percorso fantastico attraverso l'ingresso nel Chianti. «Questo modo di fare ciclismo, fa instaurare rapporti di amicizia, dello stare insieme, prima in sella poi a tavola», spiega Paolo Fani, organizzatore, anima storica della manifestazione, e grande appassionato di ciclismo, in particolare di quello vintage. «La Certosina nasce da questa mia grande passione, dalla mia partecipazione a numerosi eventi sportivi e dalla voglia di dare al Chianti fiorentino una sua vera e propria ciclostorica».

Il percorso: pievi, castelli, borghi, vigne tutto il Chianti che ti aspetti a portata di pedale. La Certosina prevede, dopo il raduno al Galluzzo, il chilometro zero proprio dal piazzale davanti alla Certosa del Galluzzo. È da qui che prenderanno il via tutti e tre i percorsi, corto (55 km di cui 3 di strade bianche, 200 metri di dislivello), medio (68 km di cui 9 di strade bianche, 1050 metri di dislivello) e lungo (70 km di cui 9 di strade bianche, 1300 metri di dislivello), che si addentrano nel Chianti attraverso i Falciani. Tre percorsi leggermente diversi, ma tutti con unica identità, quella di far provare emozioni di un paesaggio unico. Si passerà attraverso posti magici e incantevoli come Montefiridoldi, la fattoria di Tignanello e Badia a Passignano per poi attraversare il Castello di Montefioralle e arrivare al Castello di Verrazzano. Qui è prevista l'arrampicata con cronometraggio facoltativo. Quindi dopo le fatiche del percorso, ristoro vintage a Verrazzano prima di riprendere la corsa verso il traguardo del Galluzzo, con la variante del passaggio da Impruneta per il percorso lungo.

La manifestazione. L'evento, organizzato dal G.S. Misericordia del Galluzzo, si svolgerà domenica 20 maggio e l'evento sarà preceduto, sabato 19, da una mostra-scambio di bici storiche.  Quella di maggio sarà la terza edizione. «Siamo partiti con 70 iscritti, siamo arrivati a 90 ma contiamo di crescere ancora», chiosa Fani.

Non solo corsa, nasce il Certosino Docg premio per chi realizza biciclette come fossero gioielli. Fare gioielli nelle officine in riva d’Arno per pedalare senza tempo. È a chi lavora con il cacciavite in mano con la stessa maestria con il quale Benvenuto Cellini utilizzava il cesello, che il gruppo Amatori Verrazzano dedica un premio che sarà assegnato in occasione della Certosina. « Il telaista è per il ciclista che corre come il sarto per l'abbigliamento, quello che riesce a modellare tubi d’acciaio fino a renderli una bicicletta perfettamente su misura per il corridore», commenta Luigi Cappellini. «Il premio Il Certosino DOCG vuole riconoscere il valore di un mestiere che offre all'Italia delle assolute eccellenze che tutto il mondo ci riconosce, alla pari delle macchine col Cavallino o i grandi stilisti della moda. I nostri meccanici e telaisti nascendo all’ombra del Cupolone sono indubbiamente speciali».

I grandi maestri delle due ruote fiorentini. Tra i nomi dei "Benvenuto Cellini" di telaio, cambio e freni si ricordano Faliero Masi , Giotto Cinelli, Vasco Montelatici, Giusto Pinzani, Ezio Cozzi o Giuseppe Bianchi, tanto per citarne alcuni. Ed a loro, e alle loro biciclette, al loro lavoro, alla loro manualità e passione, che la Fondazione Giovanni da Verrazzano dedica per la prima volta un premio che sarà consegnato in occasione della ciclostorica La Certosina. Un premio ad un lavoro che era anche ispirazione di letteratura come gli scritti di Vasco Pratolini, grande appassionato di ciclismo, sul Giro d'Italia e sulla squadra Aurora – Silger nel 1947 equipaggiata con biciclette del fiorentino Ezio Cozzi. Se il resto è soltanto tono, il giallo della Cozzi-Silger splendeva negli occhi come un’opera di Van Gogh, pittore e pazzo” (V. Pratolini, Cronache dal Giro d’Italia (maggio – giugno 1947), Milano Lombardi, 1992. P. 25)

Gli Amatori Verrazzano. È un team di ciclisti amatoriali nato sulle dure strade del Castello di Verrazzano tutti appassionati del ciclismo d’epoca. «La passione che ci accomuna - commenta Cappellini - è quella per il ciclismo vintage, quello dell'Eroica, un ritorno al passato che ci consente di riscoprire il territorio, ma anche il fascino della  fatica e ti dà la possibilità di fare e sentirti squadra». Pedalare con una bici storica «è ritrovare noi stessi, nel silenzio, in mezzo al verde e nelle strade che si inerpicano tra i poggi e le pievi del Chianti. Hai la percezione di essere padrone di quei luoghi e finalmente capirne le dinamiche che associando natura e dolce opera dell’uomo hanno modellato nei secoli questa meraviglia. Scopri che, solo pedalando, riesci come a leggere questo prezioso libro che fino ad oggi avevi solo posseduto e semplicemente sfogliato. E soprattutto tutta questa magia si svela quando sei in sella ad una bicicletta vintage e pedali sulle strade di luoghi come il Chianti e le colline di Firenze». Il gruppo si ritrova sulle peggiori strade di toscana e s’identifica con l’hashtag  #unsolopercorso a significare, laddove i raduni abbiano diverse varianti, che la squadra si cimenta sempre e solo sulla prova più dura! #unsolopercorso è come praticamente il nostro “tutti per uno …uno per tutti” di D’Artagnan e compagni…

L'Eroica Gaiole. Quella della Certosina considerano l’Eroica la madre delle ciclostoriche e splendida iniziatrice di un ciclo di tante belle attività intorno al vintage che oggi animano l’Italia e non solo. Sicuramente la Certosina non sarebbe esistita senza l’entusiasmo e le idee di Giancarlo Brocci ed il carisma di Luciano Berruti, grande ambasciatore del ciclismo vintage, purtroppo prematuramente scomparso.

Fonte: Ufficio Stampa

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