Nomine: il no del Consiglio ad una proposta di legge di iniziativa del M5S

L’aula non ha approvato la proposta di legge, del gruppo Movimento 5 Stelle, che introduceva alcune modifiche procedurali sulle nomine, prevedendo la parità di genere anche per le candidature relative agli organi di controllo contabile, nonché la necessità, per i candidati, di dichiarare eventuali appartenenze ad associazioni segrete, come ad esempio le logge massoniche. Con tale atto si eliminava anche la facoltà dei presidenti dei gruppi consiliari e dei singoli consiglieri di presentare candidature. Ed ancora, come ha ricordato il presidente della commissione Affari istituzionali illustrando l’atto, si limitava ad uno l’incarico di membro effettivo in collegi sindacali e organi di controllo, così come veniva esteso il conflitto di interesse di eventuali incarichi anche al coniuge, parenti ed affini - entro il secondo grado - di giudici costituzionali, magistrati, avvocati o procuratori, presso l’Avvocatura dello Stato o di altri enti pubblici. Nel caso di due mandati consecutivi in una stessa carica, presso il medesimo ente o organismo, veniva aumentato il periodo di limitazione per l’esercizio degli incarichi da due a cinque anni.

Tra le modifiche, infine, veniva anche prevista, in caso di revoca di un incarico, una sanzione pecuniaria.

Nel corso del dibattito Gabriele Bianchi ha spiegato che tale atto, concreto e di buon senso, era nato per rispondere agli scandali su enti dipendenti e partecipate. Giacomo Giannarelli, ricordando la questione aperta dal 2012 sulla richiesta di appartenenza ad associazioni segrete, ha invitato il presidente del Consiglio a farsi carico della questione. Tommaso Fattori ha invece consigliato di ragionare in termini pratici e di trasparenza, per evitare di togliere responsabilità alle forze politiche, come nel caso di sottrazione di nomine alla discrezionalità della politica. Leonardo Marras, pur riconoscendo le motivazioni del gruppo M5S, ha rivendicato la legge del 2008 e, attraverso una analisi critica, ha spiegato come l’atto non colga gli obiettivi che si pone.

Fonte: Toscana Consiglio Regionale

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