Medaglia d'oro al Merito civile a Empoli, PCI: "Minniti non rappresenta i valori democratici"

Marco Minniti

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito alla Città di Empoli la Medaglia d’Oro al Merito Civile per il valoroso comportamento tenuto dalla popolazione durante la Resistenza.

Si tratta di un riconoscimento veramente dovuto. Durante tutto il Ventennio tanti lavoratori della nostra città non hanno mai chinato la testa, organizzando agitazioni sindacali, manifestazioni antifasciste e mantenendo in piedi, nella clandestinità ma a stretto contatto con la popolazione, una forte organizzazione comunista, mai debellata dal carcere, dal confino e dalla persecuzione dei suoi esponenti.

Dai “Fatti di Empoli” del 1° marzo 1921 alla caduta del Regime Empoli è rimasta sostanzialmente antifascista.

Il contributo dell’antifascismo empolese, in grandissima parte comunista, alla difesa armata della Repubblica Spagnola e alla Resistenza armata contro in nazifascismo è stato notevole ed il Partito Comunista Italiano, una volta restaurate le libertà civili, è divenuto da subito Partito di maggioranza assoluta.

Salutiamo quindi con soddisfazione il riconoscimento giustamente conferito dal Capo dello Stato.

Riteniamo però che il Ministro dell’Interno, Marco Minniti, che conferirà personalmente la Medaglia mercoledì 17 gennaio, non rappresenti degnamente i valori democratici che il detto riconoscimento vuole esaltare.

La legge “Minniti-Orlando”, restringe drasticamente le garanzie concrete che hanno i profughi di poter richiedere e ottenere lo status di rifugiato.

Le “disposizioni urgenti per la tutela della sicurezza nelle città”, concedono poteri arbitrari ai Sindaci (in collaborazione coi Prefetti) di allontanamento delle persone che “pongano in essere condotte che limitano la libera accessibilità e fruizione” di infrastrutture di trasporto come strade, ferrovie e aeroporti. Questa misura potrebbe mettere sullo stesso piano manifestanti che occupano una strada con commercianti o parcheggiatori abusivi. Il DASPO urbano è stato utilizzato per bloccare l’arrivo a Roma di alcuni manifestanti lo scorso 25 marzo.

La gestione dell’ordine pubblico sotto Minniti è caratterizzata da una crescente tendenza repressiva nei confronti del dissenso sindacale e politico, che si è manifestata più volte con una condotta violenta delle forze dell’ordine nei confronti di pacifici dimostranti.

Gilberto Caldarozzi, condannato a tre anni e otto mesi di carcere e all’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici, è stato recentemente nominato da Minniti vice capo della Direzione Investigativa Antimafia. Caldarozzi è stato condannato per falso, ovvero per aver partecipato alla creazione di false prove finalizzate ad accusare ingiustamente chi venne pestato senza pietà nel 2001 da agenti rimasti impuniti alla ex Scuola Diaz di Genova, durante le giornate di protesta contro il G8. Per la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo è uno dei responsabili dei comportamenti di quella notte del 2001 e dei successivi comportamenti degli apparati di Stato, che sono valsi al nostro Paese due condanne per violazione alle norme sulla tortura. Scrissero i giudici della Cassazione per Caldarozzi e gli altri condannati: “hanno gettato discredito sulla Nazione agli occhi del mondo intero”.

Riteniamo quindi che l’operato del Ministro Marco Minniti getti discredito sulla Repubblica Democratica e che la sua presenza alla cerimonia di mercoledì sia una macchia su una bella pagina della storia cittadina.

Partico Comunista Italiano – Sezione Empolese Valdelsa

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