Migranti e globalizzazione, ne discutono Izzeddin Elzir, Michele Prospero. Coordina Gianluca Mengozzi

Migrazione è un termine tristemente noto in Italia, più sociale che politico, se si pensa a quelle masse di nostri connazionali che nel Novecento furono costretti ad abbandonare il paese per cercare lavoro all'estero. Con esso si indica oggi l'afflusso di poveri nel nostro mondo, in Europa, alla ricerca di una vita meno schiacciata dalla crudeltà del bisogno, o per fuggire dai teatri di guerra, con tutto quanto ciò comporta come contraccolpo e chiusura culturale xenofoba o, al contrario, come necessità di nuove politiche di accoglienza. Il termine globalizzazione rinvia allo sfondo generale su cui le migrazioni avvengono: quello di un pianeta sempre più interconnesso grazie alle nuove tecnologie, in cui le stesse frontiere sarebbero un relitto del passato, ma in realtà segnato sempre più dalla frammentazione e dal caos geopolitico, dalle diseguaglianze economico-sociali e da un capitalismo sfrenatamente predatorio delle risorse naturali e umane.

Fonte: Ufficio Stampa Cgil Toscana e Firenze

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