Rsa, le proposte di Opi Firenze-Pistoia per tamponare la situazione

Personale infermieristico e operatori socio sanitari più che dimezzati, perché contagiati, ma anche ridotti dalle migrazioni scattate a seguito della chiamata concorsuale. È il quadro delle Rsa e Rsd Toscane. Per questo l’Ordine delle Professioni Infermieristiche Interprovinciale Firenze-Pistoia, Ente pubblico sussidiario dello Stato, ha chiesto alla Regione Toscana di istituire con urgenza un tavolo tecnico di confronto per trovare una soluzione comune, non più rinviabile, alle gravi criticità presenti nelle strutture socio sanitarie (Rsa e Rsd). Oltre al presidente Danilo Massai, anche il Coordinamento del Gruppo unità di crisi Rsa e Rsa di Opi Firenze-Pistoia si unisce alla richiesta urgente di confronto, già inviata alla Regione da Opi Firenze - Pistoia lo scorso 27 ottobre.

«Ci siamo fatti portavoce del grido di aiuto lanciato da professionisti e operatori socio sanitari delle strutture regionali – spiega Danilo Massai, firmatario della lettera insieme a Marcella Gostinelli (Coordinamento Gruppo unità di crisi Opi Fi-Pt) e Giampaolo Scarselli (responsabile Osservatorio infermieristica nelle Rsa) -. Tramite il nostro Osservatorio, istituito nel 2018, abbiamo potuto rilevare le criticità che non sono più accettabili. Potremmo collaborare a ipotesi risolutive o comunque importanti per il target della popolazione anziana, ispirate a un senso pragmatico delle cose – aggiunge -. Siamo direttamente interessati alle vicende che l’infezione Sars Covid-19 ha scatenato, le stiamo vivendo sulla nostra pelle e possiamo contribuire a trovare soluzioni concrete».

Opi Firenze Pistoia ha quindi proposto “a titolo esemplificativo e non esaustivo” una serie di misure utili a reperire personale per le Residenze. Il primo punto riguarda un bando urgente per recepire assistenti socio sanitari qualificati da inserire rapidamente nelle strutture Rsa. A questo si affianca la proposta di indire un bando pubblico rivolto a “persone interessate a cooperare per aiuto attività in Rsa” (cittadini disoccupati o inoccupati), per l’istituzione di un corso di 30 ore, finanziato dall’Assessorato regionale alla Salute, che dia le competenze necessarie a svolgere un incarico di 3/4 mesi. Si tratterebbe di semplici volontari che potrebbero intervenire nei casi in cui il contagio dei professionisti renda difficili anche le piccole ma essenziali attività quotidiane di pulizia e supporto agli anziani.

Inoltre si propone di procedere con un bando pubblico per infermieri da assumere in Rsa: «più di 300 infermieri, che potrebbero partecipare a un bando di questo genere, usciranno a breve dalle università toscane - spiegano dall’Ente». A tali figure si dovrà assicurare un contratto di 6 mesi (applicando quello del comparto sanità) e prevedere una specifica indennità di 400€ a compensare la diversa retribuzione. Si chiede infine, con urgenza, di prevedere come obbligatoria la figura di infermiere coordinatore con master in ogni Rsa: «la loro assenza – puntualizza l’Opi - ha favorito il declino assistenziale».

«In questa fase occorrono decisioni rapide e condivise con tutti i soggetti istituzionali che a vario titolo hanno responsabilità circa la sicurezza e qualità assistenziale oltre la tutela dei professionisti – concludono da Opi Firenze-Pistoia -. Noi siamo disponibili a collaborare».

Fonte: Opi Firenze Pistoia

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