Don Massimo Biancalani è al centro della scena in queste ore, date le notizie che arrivano da Vicofaro. Protagonisti sono anche Matteo Cioni e Matteo Salvini, rispettivamente consigliere comunale di Forza Italia a Vinci e Ministro dell'Interno. Proprio il leader della Lega è salito alla ribalta per un tweet contro Biancalani.
"Tempi duri per il prete che ama circondarsi di clandestini africani, ancora un po' e la canonica scoppiava" aveva scritto Salvini a proposito della chiusura del centro vicino Pistoia. Il prete avrebbe deciso di denunciare Salvini per diffamazione, dato che avrebbe utilizzato un linguaggio allusivo alla sfera sessuale.
Guai anche per i politici locali, ovverosia il vinciano Cioni. Il consigliere di Forza Italia ha commentato su Facebook la notizia della chiusura temporanea della struttura di Vicofaro e,proprio per un commento offensivo è finito nell'occhio del ciclone. "E ora chi lo ***" è il succo del commento di Cioni, in cui la parola mancante è un altro riferimento all'atto sessuale. Nel post, però, non vi sarebbe nessun riferimento a Don Biancalani, come invece era stato riportato in un primo momento. Da quanto spiegato dallo stesso Cioni la frase faceva parte "di un'altra chat privata aperta ed è finita nei commenti per errore". Immediate le reazioni sul web che hanno portato Cioni ai rimuovere pochi minuti dopo il post e a chiedere scusa: "La frase - precisa Cioni - non era rivolta a Don Biancalani ed è stata rimossa pochi minuti dopo"
Secondo quanto riporta il Tirreno, però, la rimozione non sarebbe bastata e l'avvocato di don Biancalani ha annunciato che sporgerà querela nei confronti del politico di Vinci. Questa circostanza, però, è smentita da Cioni che avrebbe avuto una lunga chiacchierata con Biancalani per telefono e quest'ultimo avrebbe dichiarato che non sapeva nulla della denuncia: "Dopo le polemiche sul post ho chiamato Don Biancalani e ho parlato lungamente con lui - dichiara Cioni - nella quale mi è stato detto che non sapeva niente della denuncia nei miei confronti". Non è chiaro, quindi, se la denuncia sia scattata 'in automatico' dall'avvocato o se la notizia sia falsa.
Intanto a seguito della conversazione telefonica tra Biancalani e Cioni è nata anche la proposta di un incontro che avverrà nei prossimi giorni per chiarire le rispettive posizioni e confrontarsi.
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