No all'abbattimento dei lupi, Leal-Ladl: "Toscana utilizzò fondi per ripopolamento"

Le recenti dichiarazioni diffuse tramite agenzie di stampa in cui Province autonome di Trento e di Bolzano e la Regione Toscana chiedono a Governo e Unione europea di poter gestire in autonomia i lupi, con la possibilità di abbattimenti selettivi in casi estremi hanno suscitato l'indignazione di tanti cittadini e associazioni che tutelano i diritti degli animali.

LEAL Lega Antivivisezionista e Progetto L.A.D.L LE ALI DELLA LIBERTÀ sottolineano come queste istituzioni si sono infatti indiscutibilmente poste come esempi di etica nel rapporto Uomo Ambiente dinanzi a tutta l'Europa utilizzando fondi nazionali e della Unione Europea destinati al ripopolamento di questa particolare specie a rischio estinzione ed ora si arrogano unilateralmente ed a differenza di tutte le altre regioni italiane la libertà di uccidere degli esemplari di Lupo in base a un discrezionale giudizio di pericolosità.

"L'abbattimento locale - sottolineano Gian Marco Prampolini presidente LEAL e Myrta Bajamonte presidente L.A.D.L in una nota congiunta alle Province autonome di Trento e di Bolzano, Regione Toscana - senza una politica comune con gli altri territori confinanti, risulta demagogica ed inutile se non francamente crudele, in spregio dell’art.544 bis Cp. È lapalissiano che la soppressione di un Lupo nella piccola realtà trentina nulla o poco risolverebbe alcun problema locale vista la contiguità di questa piccola provincia con gli altri territori nazionali. Va da sè che la uccisione anche di un solo Lupo sarebbe appunto solamente inutile e crudele, in spregio alle imperative leggi nazionali. Più coerente sarebbe stata una scelta protezionista in toto che non prendesse in alcun modo in considerazione l'abbattimento delle specie. Chiediamo inoltre di istituire un tavolo tecnico presso ognuna delle vostre sedi istituzionali all'interno del quale proporre soluzioni sostitutive a percorsi di abbattimento, quali sistemi di biologia e genetica applicata, che possano consentire eventuali controlli riproduttivi e determinazione degli esemplari maggiormente in grado di garantire la sopravvivenza della specie. Chiediamo inoltre come nostro diritto in quanto associazioni di tutela animali la documentazione relativa all’uso negli ultimi cinque anni di fondi comuni o nazionali volti al ripopolamento e reinserimento di esemplari della specie Canis Lupus Linnaeus sul rispettivo territorio e in ogni caso che attesti la ufficiale tracciabilità dei fondi da Voi ottenuti dalla Comunità europea per la protezione del Lupo".

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