Caos al carcere di Prato: detenuto picchia agente, fuoco nelle celle

L’ennesimo episodio di violenza perpetrato in danno del personale di Polizia Penitenziaria, si è consumato, nella serata di ieri, presso la Casa Circondariale di Prato, ove un detenuto di etnia marocchina ha spudoratamente preso a pugni un Agente Scelto in servizio all’interno della sezione detentiva. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

Ricostruisce l’accaduto Pasquale Salemme, segretario nazionale per la Toscana del SAPPE: “Dalle notizie acquisite, pare che il detenuto responsabile già nel primo pomeriggio si fosse reso protagonista di un evento critico, dichiarando di aver ingerito un corpo estraneo, ovvero una lametta opportunamente privata della parte in plastica, per cui, a seguito della segnalazione dell’Agente di Polizia Penitenziaria addetto alla sorveglianza della sezione, era stato posto all’attenzione dei Responsabili del Reparto di Media Sicurezza per appurare la veridicità del gesto. Successivamente nella fase di chiusura della cosiddetta“socialità a celle chiuse”, il detenuto approfittando dell’apertura del blindo per consentire l’uscita di un compagno di detenzione, usciva arbitrariamente dalla cella, oltretutto spingendo con vemenza la porta blindata contro l’Agente, per poi portarsi innanzi il cancello di ingresso della sezione. Refrattario ad ogni richiamo rivoltogli, una volta raggiunto dal poliziotto gli si avventava contro colpendolo ripetutamente con dei pugni al volto, reo, a suo dire, di averlo fatto interfacciare con il Sottufficiale Responsabile del turno di servizio a seguito dell’ingestione della lametta”.

L’attivazione dell’allarme generale e il pronto intervento di altro personale di Polizia Penitenziaria in servizio sul piano detentivo hanno scongiurato ulteriori e peggiori conseguenze, ma durante la fase di contenimento un altro Agente di Polizia Penitenziaria è rimasto ferito alla mano sinistra.

“Per entrambi i contusi”, prosegue, “si è reso necessario l’invio presso il Pronto Soccorso del nosocomio pratese ove a seguito degli accertamenti strumentali è stato rispettivamente riscontrato, trauma facciale e trauma alla mano sinistra. Il detenuto, a seguito di quanto posto in essere, fortemente turbativo dell’ordine e della sicurezza interna dell’istituto, è stato trasferito presso la Sezione Isolamento, ove ha ulteriormente creato grave pregiudizio all’incolumità del personale e dei detenuti presenti nelle altre camere, incendiando un materasso, dal quale si è sprigionato un intenso fumo acre. Anche in questa circostanza l’intervento del personale di Polizia Penitenziaria, che si è avvalso dell’idrante per spegnere l’incendio, ha evitato ben peggiori conseguenze”.

“Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, denuncia Donato Capece, segretario generale SAPPE. “Altro che carcere umano e più sicuro, come prometteva il Ministro della Giustizia Orlando: le carceri sono un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. Non ci si ostini dunque a vedere le carceri con l’occhio deformato dalle preconcette impostazioni ideologiche, che vogliono rappresentare una situazione di normalità che non c’è affatto: gli Agenti di Polizia Penitenziaria devono andare al lavoro con la garanzia di non essere insultati, offesi o – peggio – aggrediti da una parte di popolazione detenuta che non ha alcun ritegno ad alterare in ogni modo la sicurezza e l’ordine interno.”.

Capece, che esprime solidarietà ed ha parole di apprezzamento per i poliziotti penitenziari contusi e feriti a Prato, aggiunge: “Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. Sono oggettivi i numeri riferiti alle colluttazioni ed ai ferimenti nelle carceri italiane, riferiti all’anno 2017: le colluttazioni sono state 7.446 ed i ferimenti 1.175. Ossia, statisticamente 20 colluttazioni e 3 ferimenti al giorno! Non fanno statistica ma sono reali le aggressioni verbali di quei detenuti che inveiscono, offendono e poi scagliano contro i poliziotti penitenziari le proprie feci, l’urina o la candeggina… E allora è mai possibile che nessuno, al Ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, abbia pensato di introdurre anche per la Polizia Penitenziaria ed i suoi appartenenti, per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola “teaser” e spray al peperoncino? Evidentemente le priorità erano e sono altre: come, ad esempio, consentire l’uso della sigaretta elettronica nelle celle o prevedere le “doccette” nei cortili passeggi per dare refrigerio ai detenuti durante i mesi estivi (dimenticandosi per altro, sistematicamente, l’adozione concreta di provvedimenti per il benessere del Personale di Polizia Penitenziaria, specie di quello che vive nelle Caserme…)”.

Fonte: Sappe - Ufficio Stampa

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