Nella mattinata di oggi, mercoledì 30 gennaio, si è tenuta una nuova seduta del Consiglio regionale della Toscana dopo quella del 29 gennaio. Tra i temi proposti, quello più importante è stato senza dubbio la geotermia.
Ex Ceppo, si parla dell'accordo di programma
«Abbiamo letto i resoconti del dibattito nel Consiglio comunale di Pistoia sulla modifica dell'accordo di programma dell'area ex Ceppo e siamo perfettamente d’accordo con quanto comunicato pubblicamente, alcune settimane fa, dal gruppo consiliare del Partito Democratico di Pistoia. Già da mesi abbiamo intrapreso un percorso di confronto con la presidenza, con gli uffici e con l’Azienda Sanitaria, sollevando esattamente le criticità messe in luce dai consiglieri del PD di Pistoia. La questione della messa in sicurezza idraulica dell’area dell’ex Ospedale destinata a valorizzazione immobiliare è decisiva e il Comune di Pistoia, che talvolta pare interessato più a scaricare i problemi che non a risolverli, deve farsene carico senza se e senza ma: si sta trattando del futuro di un'area strategica del capoluogo ed è impensabile che il Comune non metta in campo investimenti al riguardo nel proprio bilancio, lasciando tutto all'iniziativa dei terzi. Anche sulla parte storica, sul ‘Ceppo’, ci sembra evidente che, esaurite le sue funzioni socio-sanitarie, sia impensabile sottrarlo alla disponibilità del Comune e dei cittadini. Occorre andare avanti con il percorso già definito nell'accordo vigente, affinché questo immobile che è simbolo della storia di Pistoia appartenga all'unico ente che rappresenta la comunità pistoiese: il Comune.
Infine un appello al Comune di Pistoia, che non riguarda strettamente questo percorso: la questione del Tribunale va affrontata da parte dell'ente che ha funzioni di pianificazione territoriale e urbanistica più di dettaglio, ovvero il Comune.
La modifica dell'accordo di programma del Ceppo metterà necessariamente in campo interventi di variazione degli strumenti di pianificazione urbanistica dell'intero centro città: è il momento che il Comune indichi, nei propri strumenti urbanistici, una direzione chiara e precisa rispetto alla futura collocazione degli uffici giudiziari, che riguardano non solo la città ma l'intera comunità provinciale. La Giunta Tomasi ha il dovere di indicare una strada chiara sulla loro ubicazione, perché senza di essa è impossibile chiamare in causa in modo credibile il ministero della Giustizia rispetto alle sue responsabilità al riguardo».
Così Massimo Baldi, consigliere regionale, Federica Fratoni, assessore regionale, e Marco Niccolai, consigliere regionale, intervengono nel dibattito sul futuro dell’area Ex Ceppo di Pistoia.
Geotermia, via libera alla legge
Dopo un lungo dibattito, il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge “Disposizioni in materia di geotermia”. Il via libera è stato dato a maggioranza: hanno votato a favore i gruppi Pd e Art.1-Mdp, hanno votato contro Movimento 5 Stelle, Sì-Toscana a Sinistra e Gruppo misto-Tpt, mentre gli altri gruppi di opposizione si sono astenuti. E’ stata respinta, invece, la proposta di legge “Disposizioni in merito al coordinamento tra l’attività di sfruttamento della geotermia e l’individuazione nel Piano energetico regionale (Paer) delle aree non idonee e disposizioni in merito al rilascio delle concessioni”, presentata da M5S.
In fase di votazione sono stati approvati anche alcuni emendamenti. Il primo, a firma di Tommaso Fattori (Sì-Toscana a Sinistra), Paolo Sarti (Sì-Toscana a Sinistra), Simone Bezzini (Pd), Stefano Scaramelli (Pd),Serena Spinelli (Art.1-Mdp), prevede un monitoraggio in continuo, con possibilità in accesso remoto da parte di Asl e Arpat, del funzionamento di tutti gli impianti con particolare riferimento alle emissioni in atmosfera.
Il secondo, presentato dal Pd (a firma di Leonardo Marras, Stefano Baccelli e Monia Monni), specifica che la convenzione che disciplina le iniziative volte all’impiego dell’energia termica residua, a favore del sistema economico locale o di progetti di teleriscaldamento, eventualmente realizzata da soggetti terzi, debba disciplinare anche le modalità di subentro dello stesso concessionario o di altro soggetto nelle attività, in caso di inadempimento del terzo. In caso di cessazione da parte del soggetto terzo, inoltre, il concessionario è tenuto a stipulare una nuova convenzione entro 18 mesi.
Via libera anche a due emendamenti del Pd (primo firmatario Stefano Scaramelli) che sostituiscono il termine di 60 giorni con il termine di 90 per gli adempimenti e le verifiche da effettuare in relazione ai procedimenti in corso.
Infine, è stato approvato un emendamento a firma di Tommaso Fattori (Sì-Toscana a Sinistra), Paolo Sarti (Sì-Toscana a Sinistra), Simone Bezzini (Pd), Stefano Scaramelli (Pd), che ribadisce che i fluidi estratti dal territorio dell’Amiata hanno una composizione chimica, purtroppo ricca di inquinanti, diversa dagli altri estratti in Toscana e che “è necessario assumere, quale livello massimo da non superare, lo scenario attuale delle emissioni in atmosfera”.
Geotermia, gli atti in Consiglio
Il dibattito sulla proposta di legge della maggioranza che detta disposizioni in materia di geotermia, ha visto l’illustrazione e la votazione degli atti collegati.
Approvato dalla maggioranza un ordine del giorno presentato dal Partito democratico, illustrato dal presidente Leonardo Marras e sottoscritto anche dalla capogruppo Art.1/Mdp Serena Spinelli. L’atto impegna la Giunta su diversi fronti. Tra questi si chiede di tener conto, nell’area dell’Amiata, del “punto di equilibrio sulla potenza complessivamente installata”, così come già individuato nel Piano ambientale ed energetico (Paer) in quel territorio. Sul fronte della sostenibilità ambientale, si chiede all’esecutivo di “avviare una ulteriore riflessione che tenga conto, in particolare per l’Amiata, del possibile effetto cumulo derivante dalle plurime attività di sfruttamento del fluido geotermico”. I territori interessati a nuove intese con i gestori, dovranno poi essere coinvolti attraverso un “approfondito confronto” e le stesse intese “dovranno comprendere programmi di ricerca, innovazione, investimento, dal punto di vista delle emissioni e dovranno mirare ad un progressivo avvicinamento ai valori stabiliti dalle disposizioni regionali vigenti”.
L’ordine del giorno interviene anche sullo sviluppo socio-economico dei territori. Da questo punto di vista la Giunta è chiamata a “delineare una specifica strategia per l’attivazione di investimenti”; a favorire, insieme a Cosvig, adeguati progetti per la formazione di professionalità e competenze da impiegare nel settore e favorire nuova occupazione”; a “monitorare l’effettiva estensione dei progetti di teleriscaldamento previsti”; a “costruire nei territori progetti innovativi per migliorare il bilancio ambientale” e tra questi figura “l’incentivazione della mobilità elettrica”; ad “adeguare, dove necessario, la dotazione delle infrastrutture esistenti”.
L’atto impegna infine la Giunta ad assumere una iniziativa nei confronti di Governo e Parlamento per “modificare la normativa statale di riferimento, con l’obiettivo di assegnare maggiore forza alla programmazione regionale e ridimensionando l’elemento della liberalizzazione”.
L’Aula ha approvato anche un ordine del giorno presentato da Sì-Toscana a sinistra, sottoscritto anche dalla consigliera Monica Pecori, illustrato dal capogruppo Tommaso Fattori. L’atto, approvato a maggioranza, impegna la Giunta ad “attivarsi immediatamente per aggiornare l’inventario regionale sulle sorgenti di emissione in aria”. L’inventario, si spiega nell’ordine del giorno “è una raccolta ordinata di quantitativi di inquinanti emessi da tutte le sorgenti” nel territorio regionale, sia industriali che civili e naturali; permette di avere informazioni dettagliate sulle fonti di inquinamento; costituisce “un punto di riferimento per Province e Comuni”. Per il suo “potenziale conoscitivo”, anche Arpat ne utilizza i dati. L’inventario regionale sulle emissioni “avrebbe dovuto produrre report ogni tre anni” dati che al momento “non risultano più aggiornati dal 2010”. Di qui, in considerazione del fatto che “risulta difficile conoscere quale sia realmente lo scenario emissivo delle centrale geotermiche toscane”, l’impegnativa alla Giunta per un immediato aggiornamento dell’inventario.
Sottoposto all’esame dell’Aula anche un ordine del giorno presentato dalla presidente del gruppo Misto/Tpt, Monica Pecori. Sul testo il capogruppo Pd, Leonardo Marras, ha chiesto un “approfondimento”. La richiesta avanzata da Marras è stata quella di trasformare l’ordine del giorno in mozione per poterla portare nella commissione competente. La presidente Pecori ha accolto la richiesta. Il suo ordine del giorno è stato così ritirato. L’atto chiedeva alla Giunta di attivare un “piano di monitoraggio e prevenzione dell’esposizione della popolazione civile alle radiazioni ionizzanti”.
Geotermia, dal PD
Coniugare rispetto del territorio e sviluppo economico, valorizzazione della risorsa geotermica e corretto inserimento ambientale. È lo scopo delle nuove Disposizioni in materia di geotermia, licenziate oggi dal Consiglio regionale, che vanno a disciplinare le modalità di assegnazione delle concessioni di coltivazione o autorizzazione di impianti, nonché le modalità di impiego delle risorse che derivano dall’attività. Si introducono, ai fini dell’autorizzazione di nuovi impianti, alcuni prerequisiti che vengono incontro a tutte queste esigenze. Per quanto riguarda la mitigazione ambientale, vengono richieste le migliori tecnologie e modalità di gestione disponibili, l’implementazione di un sistema di monitoraggio della qualità dell’aria e del funzionamento degli impianti, il corretto inserimento paesaggistico di questi ultimi nei territori; per quanto riguarda invece lo sviluppo economico, la presentazione di progetti che abbiano positive ricadute sociali e occupazionali. Si punta, inoltre, a garantire la massima utilizzazione possibile dell’energia residua, assicurandone l’impiego di almeno il 50 per cento di quanta prodotta annualmente, nonché dell’anidride carbonica emessa, in una percentuale pari ad almeno il 10 per cento.
A illustrare il provvedimento in aula Stefano Baccelli, presidente commissione Ambiente e territorio in Consiglio regionale: “Una normativa che va a regolamentare una peculiarità della nostra regione, pertanto costruita a misura di Toscana, in coerenza con le sue bellezze, le sue specificità ambientali, le esigenze delle comunità”. “Vengono fissati nero su bianco dei paletti che andranno a regolamentare l’attività. – prosegue Baccelli - Nella presentazione dei progetti viene richiesto l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, per limitare le ore di non funzionamento degli impianti a non più del 2 per cento delle ore annue, comprendendo anche le frazioni di ora. Viene inserito un meccanismo di monitoraggio continuo delle emissioni in atmosfera e la possibilità di una verifica in tempo reale da parte della regione, così come meccanismi di controllo della riduzione di gas inquinanti. Da sottolineare, inoltre, una assoluta novità di questa nuova disciplina, la possibilità da parte della Regione di revocare le concessioni in caso di inottemperanza del soggetto gestore agli impegni presi. Ma quando parliamo di sviluppo sostenibile, intendiamo non solo la sostenibilità ambientale ma anche quella sociale: da lì la prescrizione di vincolare la concessione di autorizzazioni alla presentazione di iniziative volte all’impiego dell’energia termica residua, nell’ottica di produrre economia circolare, e di progetti diretti a creare indotto e nuova e buona occupazione, da interventi di teleriscaldamento a startup innovative. Su questo frangente, fondamentale è la nuova governance Enti Locali-Regione e le ulteriori risorse economiche destinate al Cosvig (Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche) che beneficerà non solo dei contributi percepiti dai Comuni coinvolti ma anche e stabilmente dei canoni riscossi dalla Regione proprio al fine di accompagnare lo sviluppo delle aree geotermiche toscane, nella prospettiva della realizzazione di un vero e proprio Distretto Geotermico. Altro elemento, la promozione di accordi destinati all’ammodernamento e il miglioramento degli impianti esistenti”.
“Perché la Toscana nel 2019 ha bisogno con urgenza di una legge sulla geotermia? Perché la Toscana è la regione con la vocazione geotermica, l’interesse nazionale in materia è concentrato qui e noi abbiamo l’obbligo, anche morale, di dire la nostra. – così Leonardo Marras, capogruppo Pd Regione Toscana, intervenendo nel dibattito in aula – In più, la risorsa geotermica si trova in aree marginali, per le quali ha significato molto condizionandone storia e tradizioni o in cui è subentrata successivamente inserendosi nella realtà economica e culturale, sono aree che la Regione ha definito ‘di crisi non complessa’, che quindi vivono difficoltà, e politicamente dobbiamo porci il problema di come sfruttare l’energia affinché diventi realmente risorsa per lo sviluppo di questi territori perseguendo obiettivi precisi: tecnologie migliori, sostenibilità ambientale, più lavoro e più qualità del lavoro. Abbiamo lavorato ad una legge innovativa con cui proviamo ad inserire nel ristretto spazio di competenze riservato alle Regioni in materia di energia tutto ciò che era legittimo e a condizionare tutto ciò che era giusto per dotare la nostra regione di un pensiero unico sulla geotermia con valutazioni e proposte chiare: più controlli, maggiore capacità tecnologia, obbligo dei concessionari di sviluppare attività collaterali, trasformazione del Cosvig in agenzia per lo sviluppo locale. Una legge importante dunque, che contribuisce a far avanzare anche il dibattito nazionale sull’energia”.
“La legge sulla geotermia rappresenta un passo verso la ricerca di una sintesi più avanzata tra attività geotermica e sostenibilità ambientale. – fa presente Simone Bezzini, consigliere regionale Pd - Si tratta però della tappa di un cammino che deve andare avanti, ponendosi ulteriori obiettivi di miglioramento, a partire dalla considerazione degli effetti cumulativi. Così come serve più attenzione alle specificità del territorio amiatino. La Giunta deve impegnarsi a far precedere eventuali nuove intese con i gestori da percorsi di confronto e coinvolgimento delle istituzioni locali, delle forze sociali e dei cittadini delle comunità interessate”.
“Oggi diamo una prima, concreta risposta al 'popolo del sì' con cui abbiamo manifestato convintamente a Pomarance qualche tempo fa. – commenta Antonio Mazzeo, consigliere regionale e presidente della Commissione per la ripresa socioeconomica della costa toscana – La regolamentazione della geotermia come elemento di sviluppo del territorio utile a ridurre il gap tra costa e aree interne era, del resto, anche uno degli impegni prioritari che ci siamo assunti con la commissione Costa fin dal suo insediamento. Quello di oggi è dunque un risultato storico per la nostra regione: grazie anche al lavoro della commissione Ambiente abbiamo finalmente una legge capace di tenere insieme sostenibilità ambientale, sviluppo economico e salvaguardia occupazionale. Tutto questo, da solo, non potrà però bastare se il governo non rivedrà la scelta scellerata di togliere gli incentivi previsti per le energie rinnovabili al settore geotermico. In ballo non c'è solo il futuro di un settore produttivo vitale per la nostra regione, ma la tenuta sociale di interi territori a partire dalla Valdicecina. La Toscana, ancora una volta, ha fatto la sua parte negli interessi dei cittadini, dei lavoratori e delle imprese. Speriamo che il governo possa e voglia fare altrettanto".
“Io credo che queste sia una legge importante, fondamentale, attesa da tempo, troppo tempo”. Commenta così la consigliera regionale Pd Alessandra Nardini, che continua: “La Regione conferma così di fare sul serio nella difesa e nel sostegno ad una produzione energetica ecocompatibile ed economicamente strategica. Grazie alla Giunta e poi al Consiglio, è stato portato avanti un lavoro di confronto con le amministrazioni locali, le imprese, i rappresentanti dei lavoratori, i vari soggetti interessati. Sviluppo del territorio, occupazione e rispetto dell'ambiente possono e devono essere coniugati. La Toscana ed i territori geotermici, come la Val di Cecina, dimostrano che è possibile, grazie anche all'innovazione tecnologica. Le nuove tecnologie oggi a disposizione, infatti, consentono di raggiungere l'obiettivo della mitigazione ambientale, che resta una nostra priorità. L'approvazione di questa legge è la risposta più bella e concreta alla mobilitazione di tante cittadine e cittadini, comitati, sindacati, lavoratori ed enti locali, che hanno portato in piazza la forte richiesta di tutela del futuro produttivo dei loro territori. Adesso il Governo targato Lega e 5 Stelle riveda la decisione scellerata sugli incentivi e corregga la scelta fatta con la reintroduzione nel decreto Fer2. Se così non fosse si confermerebbe un attacco deliberato al futuro economico e demografico di intere aree della nostra regione. Ed in quel caso non staremmo a guardare, ma continueremmo a far sentire forte e chiara la nostra protesta”.
“Quello di oggi è senza dubbio un momento atteso e qualificante, un passaggio di grande valore politico perché con questa legge, frutto di lavoro attento e intenso, la Regione Toscana fa la propria parte con responsabilità e competenza offrendo un quadro certo di garanzie ai soggetti portatori d’interesse e sottraendo così questa materia ad una logica che finora era invece strettamente negoziale tra Regione e Enel green power. – spiega Andrea Pieroni, consigliere regionale Pd– Con questo testo diamo certezze e rendiamo il quadro normativo ancora più stringente e rigoroso, andiamo oltre a principi ed indirizzi sancendo parametri ben precisi. È il risultato di un lavoro approfondito di ascolto e di confronto con portatori di interessi pubblici e privati che ci ha visto tutti impegnati nella ricerca di equilibri avanzati: si vuol valorizzare la geotermia come elemento peculiare della Toscana e contemporaneamente raggiungere l’obiettivo di assumere la geotermia come denominatore comune di tutte le aree coinvolte, quella tradizionale e quelle di più recente insediamento. Credo che la Toscana con questa legge possa insegnare qualcosa anche all’attuale governo che mi auguro, anzi, reintroduca nel Fer2 quanto sciaguratamente cancellato dal decreto Fer1”.
“Un cambio sostanziale del quadro normativo in materia di geotermia che ci fa fare un passo in avanti in termini di sviluppo e tutela ambientale. – dichiara Stefano Scaramelli, consigliere regionale Pd – Attraverso un emendamento ho proposto di inserire un iter di sei mesi per gli adempimenti e le verifiche da effettuare in relazione ai procedimenti in corso chiedendo qualora possibile anche una ripartenza della procedura stessa. In questo modo tutti i soggetti coinvolti, pubblici e privati, possono essere messi in condizione di operare al meglio, in linea con le grandi novità normative introdotte. Novità assoluta anche il monitoraggio in remoto, completamente autonomo e indipendente da parte di Regione, Asl e Arpat, sia delle nuove tecnologie degli impianti che delle emissioni in atmosfera”. Scaramelli ha poi aggiunto che “la legge sottolinea e riconosce per la prima volta le peculiarità della montagna dell’Amiata, quale 'terra madre'. È stata inserita la tutela di fatto che il cumulo delle emissioni resterà inalterato rispetto al quadro attuale, elemento di principio non secondario che se raccolto spingerà i gestori ad ammodernizzare gli impianti esistenti laddove volessero fare nuovi sviluppi. Un principio di legge che consente di non aumentare l’attuale quadro di emissioni”.
Geotermia, FI si astiene
«Non siamo affatto contrari all’attività geotermica, ma ancora una volta la Regione interviene sulla materia con un provvedimento tardivo, cambiando le regole in corsa e avendo prestato poco ascolto ai comitati e ai territori. Per questo ci siamo astenuti»: è la motivazione con cui il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale MaurizioMarchetti accompagna la posizione assunta oggi in aula sulla proposta di legge Disposizioni in materia di geotermia che ha visto astenersi la compagine azzurra.
«La geotermia è una risorsa sotto vari profili – afferma Marchetti – ma necessita di pianificazione attenta e soprattutto coerente. Qui fino ad oggi le imprese hanno programmato i loro investimenti entro un quadro diverso da quello in cui si troveranno a operare da domani, e questo non è corretto. Così come maggiore ascolto meritavano a nostro avviso i rappresentanti dei cittadini che hanno diritto a certezze di tutela ambientale, oltre che occupazionale e produttiva».
La linea di Forza Italia è sinergica con il livello nazionale. Il senatore Roberto Berardi proprio nei giorni scorsi ricordava come la Toscana sia la sola regione in cui si effettua attività geotermoelettrica, invocando incentivi da parte del governo.
«Da un lato i ritardi della Regione che hanno prodotto indeterminatezza, dall’altro le lentezze del governo per quanto attiene la rete di sostegni attesi – argomentano Marchetti e Berardi – minano la fiducia di cittadini e imprese. Il rischio di ripercussioni sui livelli di investimento sul distretto è serio e le conseguenze sul tessuto occupazionale d’area, in assenza di garanzie valide, potrebbero aprire scenari drammatici».
«Ciò non toglie – prosegue Marchetti – che i cittadini delle aree interessate dall’attività come il Monte Amiata e la Val di Cecina abbiano diritto di chiedere e ottenere garanzie in termini di qualità ambientale per i luoghi in cui vivono con le loro famiglie e i loro figli. In geotermia sviluppo e ambiente si posso coniugare, bisogna dotarsi degli strumenti normativi adatti in tempistiche al passo con la realtà».
Geotermia da Art.1-Mdp
L'approvazione è giunta al termine di un lungo iter e di un ampio dibattito, che ha consentito di approfondire le questioni legate non solo al valore di questa fonte rinnovabile, che copre il 30% del fabbisogno energetico toscano, ma anche gli imprescindibili aspetti di tutela dell'ambiente, della salute, dei territori e non ultima dei posti di lavoro.
“Ritengo che questa legge – dice la consigliera regionale Serena Spinelli (Art.1 - Mdp) – rappresenti un giusto punto di convergenza tra tutti questi aspetti, ugualmente importanti. In particolare la legge cerca di riconoscere il più possibile le specificità e la diversità di ogni territorio e di recepire le giuste istanze provenienti dalle diverse aree geotermiche, da cui sono emerse esigenze di un controllo più puntuale e preciso delle emissioni”.
“La legge, inoltre, ribadisce in modo positivo il ruolo programmatorio della Regione Toscana, in stretta sinergia con gli Enti locali e i territori, nell'ambito di una risorsa così importante e delicata quale la geotermia, che rappresenta una specificità della nostra regione e che deve essere utilizzata nel migliore dei modi, in termini di sfruttamento energetico e di impatto sull'ambiente” – prosegue Serena Spinelli.
“Infine, pur non permettendoci di intervenire sugli impianti già in essere, la nuova legge, con i suoi più alti standard tecnologici, qualitativi e di controllo previsti per i nuovi impianti, potrà avere un positivo ruolo di stimolo anche sugli impianti già in funzione. Nello specifico, ho sottoscritto due emendamenti (poi approvati) – insieme a Tommaso Fattori (Sì-Toscana a Sinistra), Paolo Sarti (Sì-Toscana a Sinistra), Simone Bezzini (Pd), Stefano Scaramelli (Pd), che prevedono un monitoraggio in continuo, anche con possibilità di accesso remoto da parte delle Autorità sanitarie e dell'Arpat, del funzionamento di tutti gli impianti e delle emissioni in atmosfera”– conclude la capogruppo Art-Mdp Serena Spinelli.
Giochi sulla Terrazza Mascagni, parla Saccardi
“Spero che i bambini disabili possano giocare insieme a tutti gli altri bambini in un posto prestigioso come la Terrazza Mascagni e non in un angolo sperduto della città”. Così, durante la seduta d’Aula di oggi 30 gennaio, l’assessore alla sanità Stefania Saccardi ha concluso la sua risposta a un’interrogazione del consigliere Francesco Gazzetti (Pd) sulla collocazione dei giochi inclusivi per bambini, acquistati dalla Regione Toscana, attraverso l’azienda sanitaria Toscana nord ovest.
Il 15 settembre scorso, l’amministrazione comunale di Livorno ha inaugurato sulla Terrazza Mascagni un’area gioco attrezzata per ‘bambini 3+’, ma non accessibile ai disabili, giustificandosi con la mancanza di risorse, di fronte ad alcune associazioni di famiglie che avevano protestato. L’amministrazione regionale ha acquistato i giochi inclusivi, attraverso l’azienda sanitaria, comprensivi di pavimentazione specifica e manutenzione per sette anni, per un importo che si aggira intorno ai diecimila euro. Ancora però l’amministrazione comunale non ha comunicato la collocazione, come si era impegnata a fare nel novembre scorso. Sono solo circolate alcune voci, che parlavano di un’area recintata a scopo di protezione.
Piena soddisfazione per la risposta, “ma soprattutto per le azioni concrete poste in essere”, è stata espressa dal consigliere Gazzetti, che ha invitato i consiglieri regionali Gabriele Bianchi e Andrea Quartini del Movimento 5 Stelle a intervenire sull’amministrazione comunale. “Non ci possiamo riempire la bocca sull’accessibilità delle città, sulla tutela dei diritti dei disabili, e poi non cogliere le opportunità che vengono offerte, compresa la manutenzione – ha osservato –. Mi auguro che possano essere sistemati insieme agli altri giochi, per non dare, anche involontariamente, la sensazione di una discriminazione dei bambini disabili. Le esigenze di tutela dai danneggiamenti valgono per tutti i giochi, indipendentemente da chi ne fa uso”.
Parco Apuane, via libera a esercizio bilancio
Via libera a maggioranza al bilancio di esercizio del parco regionale delle Alpi Apuane, l’area naturale protetta istituita nel 1985.
Secondo quanto contenuto nella proposta di deliberazione, i contributi in conto esercizio sono pari a 1milione 480mila 340,65 euro. I costi della produzione ammontano a 1milione 703mila 466,02 euro e sono suddivisi tra acquisto di beni per 68mila 924,54 con un incremento del 175 per cento rispetto all’anno precedente; manutenzione e riparazione per 80mila 216,22 in equilibrio se confrontati con il 2016 (-3,31 per cento); acquisti di servizi per 257mila 534,93 (+ 15,70 per cento sul 2016); costi per il personale (in totale 1 dirigente a tempo determinato; 13 categorie D a tempo indeterminato; 5 categorie C a tempo indeterminato; 1 categorie B a tempo indeterminato) per 933mila 726,60 in diminuzione dello 0,21 per cento; ammortamenti per 117mila 493,92 (in aumento del 7,73 per cento).
Rispetto al Piano degli investimenti 2017, emerge che a fronte degli investimenti programmati per 171mila 807 euro, non ci sono state realizzazioni. Sono state acquistate attrezzature, mobili, arredi, automezzi, opere d’arte e dotazioni museali per 44mila 273,80 euro con risorse proprie del Parco. Sono invece proseguiti i lavori al centro visite di Seravezza che ammontano a 58mila 157,03 euro.
Nella proposta di deliberazione emerge anche che il collegio dei revisori, pur avendo espresso parere favorevole a luglio, si è soffermato sul credito che il Parco vanta nei confronti del Comune di Massa (123mila 949,66 euro per la quota dell’amministrazione nel Rifugio del Passo del Vestito), risalente al 2002 e svalutato per 23mila 757,01 euro. Il collegio ha raccomandato la definizione della pratica riscuotendo il credito o, in alternativa, la sua svalutazione totale, considerando la scarsa probabilità di riscossione dei residui (100mila euro).
Erosione costiera: il confronto in aula e gli atti votati
Il consigliere Giacomo Giannarelli (M5S) ha definito “inaccettabile” il fatto che, avendo richiesto come M5S una comunicazione alla Giunta sul “tema della erosione e sulle azioni di prevenzione, oggi ci si trovi di fronte esclusivamente alla descrizione di interventi ex post”. L’obiettivo della richiesta, ha aggiunto il consigliere, “era quello di richiamare l’attenzione del Consiglio regionale su 600 chilometri di costa che impegnano più di 200 milioni di risorse pubbliche”. “Basta spendere soldi per interventi di emergenza”, ha ribadito a più riprese Giannarelli, che ha quindi illustrato gli ordini del giorno presentati dal M5S: sei in tutto, quattro dei quali approvati dall’Aula.
Roberto Salvini (Lega) ha ricordato che “gli interventi tampone vanno bene una, due volte, ad inizio stagione, ma non possono essere una soluzione, si buttano via soldi”. Occorre “fare interventi seri”, perché ormai “non ci troviamo di fronte a mareggiate tradizionali”. Secondo Stefano Baccelli (Pd) la ricostruzione degli interventi programmati e attuati sull’erosione, così come descritti nella comunicazione della Giunta, inducono a parlare di “pregiudizio negativo” da parte di chi nega programmazione, attività preventiva, monitoraggio. Il presidente della commissione Ambiente ha ricordato anche il sopralluogo svolto con la commissione subito dopo le mareggiate del 28 e 30 ottobre: “Abbiamo potuto vedere fisicamente interventi già realizzati e già programmati; nell’immediatezza la Regione ha investito 13 milioni mettendo in campo 39 interventi post emergenza, ma molti di questi erano già previsti dalla programmazione”.
Un sopralluogo impressionante, quello nei luoghi colpiti dalle mareggiate, come ha ricordato il consigliere Roberto Biasci (Lega): “Molti operatori ci chiedono di intervenire, perché la stagione si sta avvicinando - ha spiegato -; ci preme fare ridecollare quelle località colpite”.
Tommaso Fattori (Sì Toscana a Sinistra) ha illustrato l’ordine del giorno collegato alla comunicazione, così come emendato da Stefano Baccelli (Pd), che ha subordinato l’approvazione del suo gruppo all’apprezzamento “dell’attività di programmazione svolta dalla Regione Toscana nella presente legislatura e i tempestivi interventi realizzati dalla Regione dopo gli eventi dell’ottobre 2018”. In base all’atto votato l’esecutivo regionale è impegnato a integrare il quadro conoscitivo e gli indirizzi per le operazioni di movimentazione di sedimenti marini lungo la fascia costiera, “con un chiaro riferimento alla tecnologia degli ecodragaggi”. La Giunta, ancora, deve provvedere, già nelle prossime opere di difesa della costa e degli abitati costieri di competenza regionale, a “interventi che garantiscano rinascimenti con sabbie idonee ottenute da ecodragaggi di porti e fiumi”. “Serve uno sforzo di prevenzione” ha dichiarato Fattori, passando in rassegna le cause “naturali, climatiche, antropiche” che stanno dietro al fenomeno dell’erosione e ricordando l’importanza di una “prevenzione complessiva: anche verso minori emissioni di Co2”. Fondamentale, perciò, andare nella direzione della mozione già approvata dal Consiglio a dicembre (sulla banca delle sabbie e l’utilizzo dell’ecodragaggio) e comunque “superare la logica emergenziale a ridosso della stagione del mare”. D’altra parte la ‘risorsa sabbia’ potrebbe essere recuperata da dragaggi ecologici dei porti e dei fiumi andando nella direzione di “un reale percorso di economia circolare”.
Giacomo Giannarelli (M5S) ha annunciato voto favorevole ribadendo che “si riconosce la tempestività della Regione”, ma si conferma la “critica sull’assenza azioni incisive ed efficaci sulla prevenzione dell’erosione costiera”.
Approvati quindi, una volta accolto l’emendamento illustrato da Baccelli per “l’attività di programmazione svolta dalla Regione Toscana nella presente legislatura e i tempestivi interventi realizzati dalla Regione dopo gli eventi dell’ottobre 2018”, i quattro ordini del giorno di M5S. Via libera così, a maggioranza, all’atto che impegna la Giunta ad attivarsi affinché sia predisposto uno studio riferito a una eventuale incidenza del porto di Livorno e di altri nelle vicinanze sull’erosione nel territorio della tenuta di San Rossore.
Approvato l’ordine del giorno che impegna la Giunta ad attivarsi in tutte le sedi più opportune per sostenere la necessità di interventi di eco dragaggio in maniera non più sporadica e sperimentale ma in maniera continuativa. L’atto richiama una “tecnologia innovativa, ideata e realizzata completamente da aziende italiane, che presenta attualmente il sistema di eco-dragaggio più efficace in grado di operare in linea con l’indirizzo strategico della Comunità Europea”. Una tecnica che consente l’asportazione dei sedimenti senza contatto con i fondali, e che sarebbe particolarmente indicata nei porti toscani sia di valenza nazionale che regionale, che si caratterizzano per problemi legati all’insabbiamento.
Via libera all’atto che impegna la Giunta ad attivarsi, anche in conferenza Stato-Regioni, per istituire un tavolo tecnico-scientifico presso il Ministero competente per risolvere “con progetti finalmente risolutori”, la problematica dell’erosione costiera.
La Giunta deve poi attivarsi in tutte le sedi più opportune, anche in collaborazione con le Università e i centri di ricerca, affinché vi sia un ampio sviluppo di studi e progettazioni relativamente al contrasto all’erosione tramite infrastrutture a mare o altre opere antropizzate.
Respinti invece gli altri ordini del giorno M5S per audire nella commissione competente Agepark, associazione dei campeggi costituitasi a Marina di Massa, e quello riferito al progetto di “Ripacimento dell’arenile di San Vincenzo”, proposto dal Comune di San Vincenzo, per impegnare la Giunta ad adoperarsi affinchè il progetto fosse revocato.
Erosione costiera in Toscana. Approvato nuovo ordine del giorno
Durante la comunicazione della giunta sull’erosione costiera in Toscana è stato approvato un ordine del giorno di Sì Toscana a Sinistra a favore degli ecodragaggi e per promuovere un sistema circolare che garantisca i ripascimenti dei litorali.
“Con questo nuovo atto, analogo alla nostra mozione già approvata a dicembre scorso, diamo un chiaro indirizzo alla Regione Toscana perché nelle prossime opere di difesa della costa si realizzino ripascimenti con sabbie ottenute dagli ecodragaggi di porti e fiumi”, dichiara Tommaso Fattori, capogruppo di Sì Toscana a Sinistra. “Insistiamo di nuovo, dopo il voto favorevole di dicembre, perché siamo convinti che non ci sia tempo da perdere e sia insensato insistere con tecnologie antiquate e con vecchie forme di dragaggio”.
“L’intervento di ripascimento a Marina di Massa sulla spiaggia Colonia Agnelli, realizzato con sabbie della giusta granulometria selezionate attraverso ecodragaggi, ha resistito a forti calamità come la mareggiata dello scorso ottobre, garantendo una qualità sedimentaria di assoluto valore. Non è stato così per altri tratti del litorale toscano, che, seppur oggetto d’interventi recenti, sono stati spazzati via dalle mareggiate”.
“Apprezziamo che la Regione Toscana abbia ora definito un ‘Master Plan’ d’interventi di ripristino per ben 13 milioni di euro, ma è giunto il momento di superare la logica emergenziale, che spinge ad attivarsi a ridosso delle stagioni balneari. Servono interventi programmati con serietà, corredati da approfondite analisi e studi dei fondali, delle correnti marine e delle specifiche dei sedimenti autoctoni”.
“Soprattutto servono tecnologie moderne e adeguate, come appunto gli ecodragaggi, che estraggono i sedimenti senza inquinare, rigenerandoli e ripulendoli, e quindi massimizzando il loro riuso in un’ottica circolare, senza più bisogno di dover ricorrere alle discariche, ma anzi destinandoli ad opere di contrasto all’erosione costiera al posto di sabbie provenienti dalle cave terrestri le cui caratteristiche sono spesso inidonee”, conclude Fattori.
Pilates, mozione PD-MdP
“Per le attività comprese nelle discipline del benessere bio-naturali è previsto un corso di formazione almeno triennale per un monte ore di almeno mille e duecento ore. Non risulta ad oggi che per il pilates ci siano specifiche associazioni riconosciute a livello regionale e nazionale, né che sia stato intrapreso un percorso di regolamentazione della formazione”. L’assessore regionale alla salute, Stefania Saccardi, ha risposto in Aula a una interrogazione in merito all’inserimento di attività di pilates fra le discipline riferibili al benessere, bio-naturali e ad espressioni filosofiche dell’individuo che comportino attività motoria, presentata dai consiglieri regionali Stefano Baccelli (Pd) e Serena Spinelli (Art.1-Mdp). Per l’inserimento di nuove discipline tra le attività del benessere, ha spiegato l’assessore, sarà il comitato regionale per le discipline del benessere bio-naturali, “di prossimo insediamento”, ad avanzare proposte all’assessorato regionale.
I consiglieri hanno presentato l’interrogazione per sapere se l’inserimento della pratica del pilates fra le discipline riferibili al benessere, bionaturali e ad espressioni filosofiche dell’individuo che comportino attività motoria risulti fattibile con un intervento normativo regionale o si renda necessaria una preliminare modifica della normativa. E, nel caso si fosse reso necessario un intervento a livello nazionale, se non si ritenga opportuno “attivarsi per sottoporre la questione all’attenzione della Conferenza delle Regioni”. Attualmente, si legge nell’interrogazione, “l’attività di pilates sembrerebbe inquadrata all’interno delle discipline ludico-motorie, con la conseguente necessità di adempiere a tutti gli oneri previsti per le attività più marcatamente di carattere sportivo”.
Il presidente Baccelli si è detto soddisfatto della risposta dell’assessore Saccardi: “Mi sembra di capire che non occorra una nuova disciplina regionale e tantomeno statale. Faremo le opportune verifiche, con la consigliera Spinelli, rispetto al percorso formativo e attiveremo l’interlocuzione con le associazioni che ci hanno posto la questione”.
Internet e diritto, appuntamento in Consiglio
Giovedì 31 gennaio 2019 alle 17, nella biblioteca Pietro Leopoldo, a palazzo Cerretani (piazza dell’Unità italiana 1) si terrà il quarto appuntamento del ciclo di appuntamenti volti ad offrire ai cittadini l’opportunità di acquisire maggiore consapevolezza sull’uso della rete.
L’incontro, durante il quale sarà presentato il portale Open Data di Regione Toscana, esaminerà cosa sono open data e big data, a cosa servono, gli aspetti giuridici e tecnologici, i profili economici e sociali, cercando di evidenziare il valore del patrimonio informativo pubblico per le istituzioni e per la collettività sia a livello regionale che nazionale.
Partecipano il presidente dell’Assemblea toscana Eugenio Giani, il direttore dell’istituto di teoria e tecniche dell'informazione giuridica (ITTIG) Sebastiano Faro, il responsabile delle banche dati Agid
Gabriele Ciasullo e la dirigente regionale Laura Castellani. Modera la giurista Fernanda Faini.
Campi, ok alla variante
Via libera del Consiglio regionale della Toscana all’accordo di pianificazione tra Regione e Comune di Campi Bisenzio per la variante al piano strutturale dello stesso Comune ai fini del recepimento dei contenuti e degli elaborati grafici per il territorio del parco agricolo della Piana.
L’Aula di palazzo del Pegaso ha espresso il voto a maggioranza dopo l’illustrazione della proposta da parte del presidente della commissione Ambiente Stefano Baccelli (Pd).
L’atto ha origine dalla delibera del Consiglio regionale 61/2014, che istituisce il parco agricolo della Piana, e in particolare da quanto previsto negli allegati all’atto di integrazione al Pit (Piano di indirizzo territoriale) che prevedono la necessità dell’accordo di pianificazione come necessario provvedimento per l’approvazione degli strumenti di pianificazione degli enti locali interessati dal parco.
Acquedotto del Fiora, nasce FiorArt
“Le forme dell’acqua: dall’immobilità all’eterno cambiamento”. Questo il tema del premio artistico internazionale FiorArt, alla sua prima edizione, promosso dall’Acquedotto del Fiora con l’obiettivo di stimolare la formazione del pensiero critico dei cittadini sul tema dell’acqua.
Il premio che sarà presentato in conferenza stampa, domani giovedì 31 gennaio alle 12.30 in sala Barile, a palazzo del Pegaso (via Cavour 4), nasce dall’incontro tra gli infiniti significati legati al tema dell’acqua e la grande capacità di analisi profonda dell’arte che mira ad attivare processi di sensibilizzazione sociale e culturale sul significato, il valore e il consumo della risorsa idrica, fondamentale per l’intera umanità.
All’incontro con i giornalisti partecipano il presidente dell’Assemblea toscana Eugenio Giani, la vicepresidente della Regione Monica Barni, il consigliere regionale Leonardo Marras, il sindaco di Grosseto
Antonfrancesco Vivarelli Colonna, l’assessore alla cultura di Grosseto Luca Agresti, il sindaco di Siena Luigi De Mossi, il presidente e l’A.D. dell’acquedotto del Fiora Emilio Landi e Piero Ferrari e Alessandra Barberini, project manager & art director premio.
Pirogassificatore KME
Il Consiglio regionale aveva chiesto, con una mozione approvata all’unanimità lo scorso luglio, che la Regione si attivasse con la Kme “per definire soluzioni tecnologiche che garantiscano una produzione di energia incontrovertibilmente pulita e rinnovabile”. Aveva impegnato la Giunta “ad attivare un percorso pubblico di partecipazione con istituzioni locali, associazioni, organizzazioni sindacali, esperti e abitanti del territorio; a monitorare gli aspetti legati alla qualità dell’aria; a svolgere un’indagine epidemiologica sulla Valle del Serchio; ad avviare una campagna di campionamento dei suoli, al fine di realizzare una mappatura delle aree inquinate e la conseguente valutazione del rischio sulla popolazione”.
La Giunta regionale è chiamata oggi, con una nuova mozione approvata dall’Aula con voto unanime, “a rispettare l’indirizzo espresso dal Consiglio regionale” e a “fornire “la nota d’attuazione entro 15 giorni”. La mozione è stata sottoscritta da Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra), Monica Pecori (gruppo misto-Tpt), Giacomo Giannarelli (Movimento 5 stelle), Serena Spinelli(Art.1-Mdp), Paolo Marcheschi (Fratelli d’Italia).
“Chiediamo il rispetto dell’indirizzo che il Consiglio ha espresso con la mozione dello scorso luglio”, ha spiegato Giannarelli nell’illustrazione all’Aula. “Manca ancora la nota di attuazione – ha aggiunto il consigliere –, non è la prima volta che succede. Noi ci uniamo qui alle 8mila 700 firme presentate ieri dalla comunità lucchese. Chiedo al presidente Giani di farsi garante nei confronti della Giunta regionale, affinché venga rispettata la volontà del Consiglio”.
L’Aula ha approvato anche una seconda mozione sulla questione Kme di Fornaci di Barga, presentata dal gruppo Sì-Toscana a sinistra. La mozione impegna la Giunta “a farsi promotrice di un tavolo istituzionale che coinvolga gli enti locali interessati e i ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, al fine di individuare un piano di rilancio dello stabilimento produttivo che coniughi lo sviluppo produttivo del sito, la tenuta occupazionale e la rigorosa tutela dell’ambiente e della salute degli abitanti della zona, definendo soluzioni tecnologiche in grado di garantire una produzione di energia incontrovertibilmente pulita, rinnovabile e compatibile con il contesto ambientale”. La mozione impegna anche la Giunta “a farsi promotrice di un percorso pubblico di partecipazione che coinvolga istituzioni locali, associazioni, sindacati, esperti ed abitanti del territorio interessato”.
Il capogruppo di Sì-Toscana a sinistra, Tommaso Fattori, ha spiegato in Aula che “ci troviamo ormai di fronte a una situazione in cui le amministrazioni locali, la Provincia di Lucca e lo stesso Consiglio regionale, così come le novemila firme, testimoniano che complessivamente la popolazione dell’area è assolutamente contraria al pirogassificatore”. Tutto il Consiglio, ha detto ancora Fattori, “è contento se Kme intende sposare forme di autoproduzione di energia che siano incontrovertibilmente pulite, ma non si può spacciare come pulita quella forma di energia che invece avrebbe un impatto sul territorio. Con un nome moderno si descrive quella che in realtà è una forma di incenerimento”. C’è inoltre, a giudizio di Fattori, un problema di affidabilità della proprietà dell’azienda: “La vendita di un pezzo rilevante delle proprie produzioni, anche se non a Fornaci di Barga, dimostra ancora una volta l’inaffidabilità di Kme”.
La consigliera Ilaria Giovannetti (Pd) ha confermato la posizione del Partito democratico: “Vogliamo mantenere la massima attenzione su questa vicenda. Abbiamo indicato la strada da seguire per assicurare tutela dell’occupazione, rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini. Questi punti fondamentali devono stare assieme all’interno di un progetto che deve essere assolutamente condiviso con la comunità e deve tenere presente l’attenzione nei confronti dei lavoratori”. Il coinvolgimento dei ministeri “forse potrebbe portare un contributo per superare la situazione che si è venuta a creare”, ha aggiunto la consigliera, che ha auspicato “maggiore chiarezza da parte dell’azienda”.
Anche su questa mozione, il Movimento 5 stelle ha espresso voto favorevole, come ha annunciato Giacomo Giannarelli prima del voto in Aula. “La partita è quasi esclusivamente regionale, ma è necessario fare squadra. Il ministero si è dimostrato a fianco dei lavoratori, per noi il pirogassificatore equivale a un inceneritore”.
Pirogassificatore KME, Sì: Inverta rotta
Sono state approvate dal Consiglio regionale due mozioni contro il progetto di pirogassificatore KME, ambedue a prima firma Fattori, la prima senza simboli e firmata unitariamente dagli altri capigruppo Pecori, Giannarelli, Spinelli, Marcheschi e la seconda firmata, oltre che dal collega di Sì Paolo Sarti, anche da Giovannetti, Baccelli e Marras”.
“Dopo la consegna, ieri, delle 9mila firme raccolte contro il pirogassificatore dal Movimento la Libellula e dai comitati e dopo l’approvazione odierna delle due mozioni, KME non può pensare di andare avanti come se nulla fosse e la giunta regionale non può continuare a sostenere un accordo insostenibile”, dichiara il capogruppo di Sì - Toscana a Sinistra, Tommaso Fattori.
“Nessuno vuole il pirogassificatore: non lo vuole la popolazione, i comuni interessati, la provincia di Lucca e non lo vuole il Consiglio regionale. Se KME intende davvero autoprodurre energia, saremo tutti in prima linea a sostenere la realizzazione di una piattaforma energetica alimentata da fonti incontrovertibilmente pulite e rinnovabili, come l’energia solare. Al momento, invece, KME sembra solo pronta ad abbracciare un nuovo business assai remunerativo, quello dell’incenerimento degli scarti del pulper di cartiera. Come dimostra la recente cessione da parte di KME a un gruppo cinese di una fetta consistente della produzione tradizionale, quella di Serravalle, l’affidabilità non sembra la prima caratteristica dell’azienda. C’è persino il rischio che, in un futuro prossimo, si fermi l’attività e resti solo l’inceneritore, oltretutto in una valle caratterizzata da consistenti inversioni termiche e con una situazione epidemiologica preoccupante”, continua Fattori.
“C’è chi sta provando a mettere i lavoratori KME contro la popolazione, con il solito ricatto che prova a contrapporre il lavoro alla salute. In realtà è possibile, anzi necessario, produrre nel rispetto dell’ambiente e della salute, così com’è possibile autogenerare energia in maniera davvero sostenibile. Nel bruciare gli scarti del pulper invece non c’è niente di pulito né niente di circolare”, prosegue Fattori.
“La Giunta regionale dovrà finalmente attivarsi presso KME, come già deciso a luglio a seguito di un’altra nostra mozione approvata all’unanimità ma rimasta ad oggi inattuata, per definire soluzioni tecnologiche che garantiscano l’autoproduzione di energia da fonti realmente e indiscutibilmente pulite e rinnovabili. Abbiamo stavolta aggiunto un’ulteriore richiesta, ossia impegniamo la giunta a farsi promotrice di un tavolo istituzionale con l’azienda e con i Ministeri interessati, oltre che ad attivare un percorso pubblico di partecipazione”. “Finora cittadini e istituzioni locali non sono stati ascoltati e il Governo regionale non ha preso in considerazione la volontà politica dell’assemblea”.
“E’ finito il tempo di giochini e ricatti, se davvero KME vuole rilanciare la produzione e l’occupazione deve scegliere la sostenibilità sociale, economica e ambientale, applicando le migliori pratiche, già facilmente reperibili, di risparmio energetico e autoproduzione con energie davvero rinnovabili, utilizzando le tariffe agevolate per il settore”, conclude Fattori.
Fonte: Ufficio stampa
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