È l’ultima mostra della programmazione di mostre, concerti e degustazioni, “VininCanto a Castello” dei Marchesi Ginori Lisci.
La sede: l’austero, eterno, ma anche riconciliante ed accogliente Castello Ginori di Querceto (Montecatini VC – PI), custodito dalla Natura sovrana. La stessa che un pittore di singolare talento, eleganza e maestria, ha amato e raccontato per tutta la sua vita di artista.
Sono i Marchesi Ginori Lisci, ad accogliere, per la prima volta, come mostra postuma, la personale di pittura di Claudio Carotenuto, pittore verista e gallerista, scomparso la notte del 18 dicembre 2016.
S’inaugura, domenica 9 settembre 2018, alle ore 18.00, nello Spazio espositivo di Via di Borgo 1, e con allestimento a cura del figlio Francesco Carotenuto, l’esposizione di preziosi pezzi dell’ultima produzione di Carotenuto, il cui stile raffinato e la nitidezza stessa della pennellata, incontrano la sobria eleganza e la forza storica del borgo e castello di Querceto.
Un sogno “postumo” che si concretizza, un desiderio manifestato in vita dall’autore, dedito ad un racconto del territorio, che si muoveva dalla realtà alla rappresentazione, smuovendo i sensi fisici e le sinestesie della visione. Dal verismo ad un potente romanticismo che rimetteva sulla scena assoluta la Natura.
Incalzante nei piani rappresentativi, trasfigurato sottilmente nella luce, solitario-riconciliante, con un velato mistero simbolico, l’ambiente dipinto da Carotenuto, si riconferma unico per stile, atmosfere e sensazioni percettive.
Dalle nature morte in atmosfere seicentesche, alle acque fresche e trasparenti, agli intensi profumi del bosco, al calore della campagna, agli aneliti, lievi o tumultuosi, dei venti di mare, nei grandi e spettacolari dipinti e nei più piccoli gioielli pittorici. Metafore dell’animo umano, prese in prestito dall’ambiente “sostenibile” e prossimo, con un tocco di romanticismo nostalgico.
Nato a Guardistallo (PI), il 9 marzo del 1943, all’età di un anno Claudio Carotenuto si trasferisce a Napoli, senza però perdere il contatto con la Toscana, dove vivrà gran parte della sua vita, acquisendo così una doppia identità territoriale che ne suggestionerà, negli anni, la ricerca visiva.
Una pittura ad olio, la cui lontana matrice risale ai pittori napoletani dell’800, per un pittore che si dichiarava da sempre “interessato al realismo” e sostenitore instancabile del “saper fare”, della irrinunciabile “artigianalità” e del valore esecutivo dell’opera, che rivela però, a colpi di velature perfette e sovrapposte, anche una sorta di auto-trasfigurazione dell’immagine, con la guida della realtà stessa, che, secondo Carotenuto, supera ogni volta l’immaginazione.
Fonte: Ufficio stampa
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