Plastica, come cambia il mondo del lavoro con le nuove normative ambientali

Quasi un terzo delle imprese del settore gomma e plastica della Toscana hanno sede nel territorio Lucca-Pistoia-Prato: precisamente il 32%, concentrate, come del resto avviene in tutta la regione, per lo più sulla plastica. Complessivamente si tratta di 218 imprese per 2.243 addetti (dati Istat, archivio Asia 2015), con forte specializzazione soprattutto negli imballaggi e in lastre, fogli, tubi e profilati. Suddividendo per provincia, Lucca conta 102 imprese con 1.074 addetti; Pistoia 64 aziende con 818 addetti; Prato 52 aziende con 352 addetti. L’export complessivo delle tre province (indirizzato soprattutto all’Europa, Francia e Germania in testa) sfiora i 200 milioni di euro e nel primo trimestre 2018 ha segnato +3,1%. Un settore con buone performance, quindi, che ha una presenza significativa in Confindustria Toscana Nord ed è stato oggi al centro dell’incontro con la Federazione Gomma Plastica che rappresenta la categoria nel sistema Confindustria.

All’incontro, svoltosi a Prato con la presenza degli imprenditori associati del settore, hanno preso parte i direttori della Federazione Gomma Plastica Angelo Bonsignori e di Unionplast (l’associazione delle imprese del settore plastico, federata in Gomma Plastica) Libero Cantarella.

Fra i temi principali, le normative ambientali: il progetto di direttiva europea dello scorso 28 maggio intende limitare al minimo gli oggetti di plastica usa-e-getta e più in generale l’utilizzo della plastica per prodotti dove questa può essere sostituita da materiali diversi. Un indirizzo, questo, che non trova le imprese impreparate: anche se non accettano approcci di drastica opposizione all’uso della plastica, i produttori stanno da tempo lavorando per migliorare i processi industriali di riutilizzo dei polimeri. Sul piano della comunicazione, la stessa Gomma Plastica spiega che per l’ambiente la minaccia non viene dalla plastica in sé ma dal suo uso inappropriato e soprattutto dalla sua gestione dopo l’uso. I rifiuti di plastica infatti devono essere separati correttamente, conferiti negli appositi contenitori e mai abbandonati.

“Quella che ha davanti l’industria plastica è una sfida su più fronti: normativo, culturale e tecnologico – hanno affermato Angelo Bonsignori e Libero Cantarella -. La plastica è un elemento essenziale del manifatturiero e della nostra vita di ogni giorno, da sola o come componente di altri prodotti: non è pensabile che se ne possa fare a meno per l’infondata convinzione che sia particolarmente pericolosa per l’ambiente. La plastica, come tutti i materiali, va gestita in maniera adeguata in tutte le fasi del suo ciclo di vita, in particolare nel post-uso. Se questo avviene, la plastica è anzi un materiale che si presta molto bene al riutilizzo. Noi cerchiamo di far comprendere all’opinione pubblica che cercare di marginalizzare la plastica non serve, anche perché i materiali alternativi non sono ‘neutri’: niente lo è. Inoltre il settore dà lavoro in Europa a 50.000 aziende e 1,6 milioni di lavoratori e l’impatto economico e sociale di approcci rigidi su questa materia sarebbe devastante. Pragmaticamente, come imprese lavoriamo per migliorare sul piano tecnologico la progettazione e realizzazione dei prodotti, così da allungarne la vita; per affinare la qualità dei polimeri derivanti dal riciclo, in modo da ampliarne l’utilizzo; soprattutto, per spiegare che della plastica non c’è motivo di aver paura.”

“Non siamo contrari a misure che invitino a un uso responsabile della plastica e a una gestione corretta dei rifiuti plastici  – aggiunge la presidente Fabiana Roberti -. Bene anche promuovere il riutilizzo dei materiali plastici, che però andrebbe concretamente incentivato e sostenuto perché per questi prodotti va creato un mercato ad hoc. Alcune imprese del nostro territorio lavorano a progetti interessanti per il riutilizzo della plastica e tutte manifestano attenzione per i temi ambientali. La parola chiave è gradualità: non sappiamo se il progetto di direttiva europea si concretizzerà ma se sarà così, o se comunque verranno introdotte misure che limitino l’utilizzo della plastica, alle imprese occorrerà tempo per trovare soluzioni tecniche e per riorganizzarsi. La plastica non va demonizzata: va gestita bene, soprattutto dopo l’uso.”

Fonte: Confindustria Toscana Nord

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