La chirurgia percutanea del piede è una tecnica chirurgica mininvasiva rivoluzionaria, utilizzata per correggere alcune patologie (alluce valgo, dito a martello, metatarsalgie etc..), che si sta rapidamente diffondendo e sostituendo alle tecniche tradizionali a cielo aperto, nei casi selezionati, grazie agli ottimi risultati ottenuti e alla rapidità di esecuzione (dieci-venti minuti la durata media dell’intervento). A Pisa da tempo viene effettuata con successo dal dottor Giuseppe Restuccia e dal dottor Alessandro Lippi, chirurghi ortopedici della Sezione dipartimentale di Ortopedia e Traumatologia diretta dal dottor Maurizio Benifei, in regime di Day surgery (da sx nella foto). La sua invenzione risale agli anni ‘90, ad opera di Stephen Isham, fondatore dell'Academy of Ambulatory Foot and Ankle surgery e fu poi introdotta in Europa dallo spagnolo Mariano De Prado. Da allora diversi passaggi si sono evoluti, della tecnica originariamente descritta, rimangono i principi base e lo strumentario, per cui oggi a Pisa si pratica una tecnica modificata e più avanzata.
Gli interventi si eseguono in anestesia locale, mediante piccole dosi di anestetico alla caviglia e al piede. Le correzioni ossee e dei tessuti molli avvengono attraverso incisioni talmente piccole che, spesso, gli stessi pazienti riferiscono la sensazione di essere stati operati con un laser. Inoltre, a differenza della chirurgia tradizionale, non si impiantano mezzi di sintesi interni né esterni; è sufficiente un bendaggio morbido a proteggere il piede per circa un mese. La ripresa della deambulazione è immediata, con un’idonea calzatura a suola piatta ed è concesso il carico completo. Il dolore post operatorio è di solito ridotto a una sensazione di fastidio ed è facilmente controllabile con i comuni analgesici.
Tale metodica, come detto, permette la correzione dell'alluce valgo (in casi ben selezionati in cui la deformità non superi determinati valori angolari), di tutte le deformità dell'avampiede (dito a martello, metatarsalgie, deformità del 5º dito) e di molte altre patologie del piede (sperone calcaneare, ecc.) mediante l'uso di piccole frese, simili a quelle odontoiatriche che, attraverso un piccolo forellino nella cute, raggiungono l'osso consentendo resezioni scheletriche ed osteotomie di riallineamento, generalmente sotto controllo di immagini radioscopiche.
Un altro vantaggio di questa tecnica è l'assenza dei rischi della pneumoischemia grazie al fatto di non usare il laccio emostatico per evitare l'afflusso di sangue nel campo operatorio, sempre necessario con le tecniche tradizionali. Naturalmente un’accurata visita specialistica e mirati esami strumentali sono necessari per porre la corretta indicazione chirurgica. La chirurgia percutanea rappresenta oggi certamente una nuova frontiera nel trattamento delle patologie del piede. Infatti rientra tra le tecniche chirurgiche ortopediche mini-invasive più evolute, registrando sempre maggiore consenso tra i pazienti e una crescente diffusione (edm).
Fonte: AOUP - Ufficio Stampa
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