Rapporto tra vittima e carnefice, la Mite in scena al Quaranthana di San Miniato

Nell’ambito della stagione Teatrale del Quaranthana Teatro Miniato (via Zara 58 San Miniato, loc. Corazzano), venerdì 10 novembre ore 21:30 torna sul palco del Quaranthana Beatrice Visibelli con la Mite che dà vita a un intenso monologo che Nicola Zavagli ha tratto dal racconto di Fëdor Dostoevskij. Dando voce al carnefice, la sensibilità dell’attrice si immerge nei labirinti oscuri della sua mente, con un inedito e sconcertante rovesciamento di prospettive e di ruoli.

Beatrice Visibelli affronta il rapporto uomo/donna nel suo schema maledetto di vittima e carnefice. E lo fa in un originale ribaltamento di ruoli, non nella parte della donna/vittima, ma provando a immergersi nei labirinti della mente dell’uomo/carnefice. E per allontanarsi dalla cronaca (che inesorabile continua a denunciare lo stillicidio delle vittime) sceglie un monologo scritto dal più profondo indagatore dell’animo umano: Dostoevskij. Un monologo polifonico dove i pensieri diventano un flusso di parole che tentano ostinatamente di capire il perché di un rapporto dominato dal silenzio, usato come arma di potere e di tortura psicologica. E dove infine in un crescendo incalzante emerge il carattere tutt’altro che “mite” della giovane donna. “A volte sentivo per lei una tormentosa pietà, sebbene talora mi sorridesse proprio l’idea della sua umiliazione.”

Un capolavoro urgente per capire dal profondo il nostro tempo. Ispirato a un caso di cronaca, questo lungo racconto è stato pubblicato dall’autore nel 1876, nel numero di novembre del suo Diario di uno scrittore a cadenza mensile. In Italia è arrivato per la prima volta nel 1919. “Immaginate un uomo la cui moglie, suicidatasi alcune ore prima gettandosi dalla finestra, sia stesa davanti a lui su un tavolo. L’uomo è sgomento e ancora non gli è riuscito di raccogliere i propri pensieri… Ecco, parla da solo, si racconta la vicenda, la chiarisce da se stesso”. Così scrive Dostoevskij nel presentare l’opera ai lettori. L’uomo, quarantuno anni, ex capitano cacciato dal reggimento con l’accusa di viltà e ora titolare di un banco dei pegni, non è un inveterato criminale, ma come l’Uomo del sottosuolo è divorato dalla rabbia e dal rancore. Ha sposato una sedicenne di umili condizioni e la sua avidità senza scrupoli lo ha portato a considerare la moglie solo una sua proprietà. Il racconto restituisce con sconcertante realismo il suo soliloquio interiore che alla fine, tra contraddizioni, accuse rabbiose e false giustificazioni, lo avvicinerà, poco a poco, alla verità.

La stagione conferma la natura di piccolo teatro d’arte, organizzata dal Teatrino dei Fondi, compagnia e residenza artistica, con la direzione di Enrico Falaschi, con il sostegno di Comune di San Miniato, Ministero della Cultura, Regione Toscana.

Il Quaranthana Teatro Comunale di San Miniato è uno spazio multiculturale, dedicato alla creazione degli spettacoli, all’ospitalità di artisti in residenza, alle stagioni teatrali e alla formazione e propone spettacoli di qualità, di altissimo livello nel panorama teatrale.

È un teatro intimo, di dialogo e confronto, che ha fatto della sua perifericità una sua peculiarità e che accoglie e coltiva gli spettatori con un percorso di vivace riflessione e approfondimento.

BIGLIETTI
INGRESSO INTERO € 12
RIDOTTO € 11
RIDUZIONI UNDER 25 e OVER 65

QUARANTHANA TEATRO COMUNALE DI SAN MINIATO
Via Zara 58 Corazzano (PI)
Tel. 370 3687878 /0571 462835
comunicazione@teatrinodeifondi.it / www.quaranthana.it
www.teatrinodeifondi.it

Fonte: Teatrino dei fondi / Titivillus - Ufficio stampa

Notizie correlate



Tutte le notizie di San Miniato

<< Indietro

torna a inizio pagina