La prima cittadina di centrodestra del Valdarno inferiore ha parlato del lavoro fatto e del futuro
Ilaria Parrella è calma e consapevole del lavoro fatto a Santa Maria a Monte. Dieci anni di mandato che stanno arrivando alla conclusione: “Il tempo è volato, non mi sembra siano passati così tanti anni. Ci vuole passione per fare il sindaco… si toglie tanto tempo alla famiglia”.
Abbiamo parlato con la prima sindaca del centrodestra del Valdarno inferiore in un pomeriggio di fine febbraio, nel suo ufficio in Comune a Santa Maria a Monte.
Sindaca, 10 anni di governo del territorio, se dovesse scegliere una foto del 2013 e una del 2023 per dire com'è cambiato il paese quale sceglierebbe?
“Noi abbiamo un progetto che si chiama ‘Il borgo che vorrei’, che riguarda una serie di attività che sono state aperte a Santa Maria a Monte e a Montecalvoli. Mi piacerebbe poter dire che la Santa Maria a Monte del 2013 era il borgo che vorrei, e adesso ci siamo arrivati, non dico ad avere tutto ma buona parte di quello che avevo programmato. Mi sembra un Comune con molte più possibilità di quando siamo partiti, con dei servizi in più come il porta a porta, per esempio. È stata data importanza a tutte le cinque realtà, abbiamo cercato di valorizzare le differenze. Nell’insieme abbiamo un bel Comune con tante cose: pianura, collina, luoghi più tranquilli, altri più vicini alla superstrada. Ci sono cinque chiese, 11 scuole, quattro cimiteri, c’è sempre stata una forte identità di ogni realtà. Penso e spero di aver contribuito a migliorare queste realtà”
La passerella crollata di Ponticelli è invece un po’ una ferita? Sente che il Comune ha fatto il possibile per rivendicare il torto subito?
“Non la definerei una ferita ma una sfortuna, lì fortunatamente non è morto nessuno e tragedie di quel tipo per fortuna non ne abbiamo avute. È stato un incidente non dipendente dal Comune: è come quando un ingegnere progetta un solaio e poi crolla, non è colpa di chi ha messo i soldi. Comunque è brutto perché era una cosa di cui la popolazione aveva bisogno e non è stata pronta. Lì è stato un errore di saldatura, eseguita male dalla ditta. Il Ctu che ha eseguito la pratica ha attribuito il 60% di colpa alla ditta e il 40% alla fase progettuale. È stato un peccato, la parte legale avrà un altro percorso ma in uno o due mesi i cittadini di Ponticelli avranno l’attraversamento di cui c’è bisogno, perché quando si passa da lì si vede anche a occhio che c’è bisogno di un passaggio sicuro”
Ancora sui lavori, ora in corso, per la passerella di Ponticelli…
“Adesso è in corso la realizzazione e spero che entro qualche settimana si arrivi alla conclusione, non so se prima o dopo le elezioni, ma mi interessa il giusto. L’importante è aver ripreso il percorso, rifatto la passerella e corretto quel che non andava”
Tornando al ‘borgo che vorrei’, è stato il tema di rivitalizzazione del centro storico, che bilancio dà di questi progetto che in altri contesti non ha dato i risultati sperati?
“Se dovessi dare un voto darei 20, ma non perché la mia scala va da 1 a 20 ma perché sono 20 circa le attività che hanno aperto. Credo che ogni Comune abbia bisogno di una ricetta a modo suo, costruire una scuola è un conto, progetti di questo tipo sono difficili da prendere e replicare da altre parti. È un progetto partito nel 2016, ed è ancora in corso, con nuove aperture previste, una a breve a Montecalvoli. È un progetto particolare, con tante articolazioni, quel che si vede di più è di sicuro le vetrine che si accendono, con dietro un negozio nuovo, ma c’è anche un aspetto turistico con i nuovi B&B e case-vacanze, c’è anche un aspetto forse banale ma che a me piace: adotta un fiore, sono circa 80 le persone che hanno adottato un fiore, e hanno ricevuto un piccolo sconto, 20 euro sulla Tari. Banale, forse semplice, ma molto partecipativo. ‘Il Borgo che vorrei’ rende vivo il centro, le ultime due attività che hanno aperto sono una scuola di sartoria e un negozio d’arte”
Venendo alla politica, Santa Maria a Monte è stato il primo centro del valdarno inferiore a stabilire un governo locale con alleati di centrodestra, anche se riuniti in un'unica lista. È un'occasione ripetibile anche per le elezioni di quest'anno?
“La lista iniziale partiva dal Pdl e arrivava fino ai socialisti di sinistra, come sono io, quindi tutto l’arco. Quello che mi è piaciuto della nostra lista è stato che fosse civica, seppur appoggiata dai partiti, e che coprisse un arco costituzionale molto ampio. Perché è importante andare oltre ai recinti esclusivi della politica pura, a livello locale la differenza la fanno le persone. Se uno è rappresentativo del territorio e riesce a intercettare i bisogni, alla fine non importa che sia di destra o sinistra. L’importante è capire cosa serve, magari con un gruppo bello e unito come il nostro, che alla seconda elezione ha vinto con più margine”
Chi vorrebbe come successore?
“Io sono il frutto di un gruppo di lavoro, la punta dell’iceberg, ma sotto c’è molto di più. Sarà il gruppo che deciderà il nome nuovo e spero che presto potremo dirlo, così potremo ripartire bene anche questa volta”
Il progetto che le ha dato maggiori soddisfazioni e il rimpianto di non aver potuto completare nei 10 anni di mandato?
“I progetti sono tutti importanti. Tutto quel che è stato fatto ha contribuito a un disegno più ampio, una serie di tasselli, i pezzi di un puzzle che poi messi insieme formano un disegno. Non riesco a pensare a un progetto in particolare. Mi piacerebbe che fossero finiti a breve il progetto 0-120, o il Museo della Rocca che diventerà accessibile anche ai disabili, o la passerella di Ponticelli e altre zone verdi”
Ha sempre fatto della riservatezza un suo punto di forza, ma dopo le elezioni cosa farà Ilaria Parrella?
“Non lo so, intanto finisco di fare il sindaco, vi assicuro che la parte finale è dura, vedi il traguardo ma è in salita. Successivamente vedremo, ma non è un problema. Il Comune è una parte della mia vita. Non mi preoccupa cosa farò io, ma che le cose fatte siano portate avanti non per partito preso”
È cambiata molto a livello umano in questi 10 anni?
“Dovresti chiederlo alla mia famiglia, non a me. Chi è qui dentro è come se fosse in un frullatore, sei nel mezzo e tutto passa veloce, questi 10 anni sono volati. Chi ti sta più vicino questo lo subisce, perché il Comune viene prima di tutto e un sindaco è chiamato a fare qualsiasi cosa, sia di sua competenza che no. Arrivano continuamente cose nuove da fare, per non parlare della Protezione civile, incendi, neve, fiumi in piena, tutto”
Qual è stato il rapporto con i cittadini e cosa si porterà via da questa esperienza?
“I cittadini sono come figli, gli vuoi bene, uno ti fa arrabbiare di più, uno meno. I rapporti umani, quelli restano, anche le critiche possono essere positive. Rimarranno dei bei ricordi, un rapporto ottimo e una bella esperienza, che consiglierei a tutti sotto questo aspetto umano. Ma non consiglierei di fare il sindaco, per come è fatto oggi, perché ci sono troppe responsabilità per un ruolo che di per sé non dovrebbe essere così pesante. Si può anche non dormire mai, dalle preoccupazioni”
René Pierotti
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