"Oramai il Burkina Faso che conoscevamo è purtroppo un lontano ricordo. Quel Paese a noi tanto caro, modello di fratellanza, e che ha visto decine di progetti nascere e crescere grazie ai nostri sforzi, - dichiara Vieri Martini presidente di Shalom - è stato sopraffatto dalla brutalità della guerra e del terrorismo. Le nostre strutture, dai panifici alle scuole, dalle case famiglia agli orfanotrofi, dai bistrot Shalom all’Università, rimangono un baluardo di resistenza all’invasione dei poteri che vogliono solo distruzione e disordine".
I report internazionali raccontano di quasi 2 milioni di sfollati interni (il 60% dei quali bambini). Famiglie intere costrette a lasciare i propri villaggi e le proprie case che con fatica erano riusciti a costruirsi.
Laurent Saugy, capo delegazione del Comitato internazionale della Croce rossa in Burkina Faso (Cicr), ha sottolineato alla stampa che l’accesso umanitario è “significativamente deteriorato”, così come l’accesso ai servizi essenziali, con la violenza e l’insicurezza che hanno portato alla chiusura di centri sanitari, scuole e mercati e alla distruzione o al deterioramento di infrastrutture essenziali come i pozzi d’acqua di alcune località.
A gennaio una delegazione di Shalom tornerà in Burkina per monitorare l’andamento dei progetti e per portare la vicinanza ai profughi accampati alla periferia di Ouagadougou. Per questo motivo abbiamo deciso di lanciare una campagna di raccolta fondi per acquistare riso e beni di prima necessità da acquistare in loco e da consegnare direttamente alle persone colpite dal terrorismo. Bisogna dare voce a queste milioni di persone che nell’indifferenza dei media internazionali sono costrette a vivere di stenti in condizioni assai precarie.
Basta poco per contribuire alla raccolta fondi! QUI tutte le indicazioni per come donare
Fonte: Movimento Shalom onlus
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