Un ciclo di incontri museali per stimolare la creatività e immaginazione nei soggetti affetti dalla malattia di Alzheimer e far vivere un’esperienza di socialità e normalità anche alle loro famiglie. Questi sono gli obiettivi principali del progetto “Musei Alzheimer” promosso dal MUDEV Rete Museale dell’Empolese Valdelsa con cui operatori sociali e sanitari stanno collaborando per costruire nuovi percorsi.
Sono stati coinvolti professionisti medici e assistenti sociali appartenenti al Dipartimento Servizi Sociali Asl Centro, alla Rete sanitaria territoriale, Specialistiche mediche e alla Società della Salute.
Nei giorni scorsi è stato fatto un primo incontro di conoscenza di questa realtà a cui ha partecipato anche l’Associazione malati Alzheimer (AIMA) in cui sono state definite due direttrici di lavoro:
-sperimentare percorsi sui pazienti e il loro familiari già seguiti dal servizio di geriatria e dai servizi sociali grazie all’accreditamento come servizi alla persona fatto dalla rete museale EVV;
-rafforzare il lavoro di intercettazione precoce delle persone affette da demenze e le loro famiglie per una presa in carico tempestiva sui bisogni complessi per il giusto indirizzo e supporto nelle rete dei servizi, dove l’offerta dei musei Alzheimer costituirà un importante pilastro.
Il progetto si fonda su un’idea di museo come istituzione culturale inclusiva e su un’idea di demenza, piuttosto che come malattia, come una condizione, che coinvolge non solo la persona, ma anche chi la accompagna e sostiene. In quest’ottica è stata costruita una stretta collaborazione con il settore sanitario e sociosanitario, perseguendo l’integrazione con gli altri interventi rivolti alle persone con demenza nello stesso territorio. Alla base di questo progetto sta una concezione di museo non come luogo principale di conservazione, ma come luogo di scambio, di relazione fra le persone che lo abitano e si aprono alla comunità, ottemperando in questo modo a mettere in campo azioni per rendere effettivo il diritto alla partecipazione culturale quale diritto umano.
Le attività dei Musei Alzheimer sono offerte da un team di operatori museali e geriatrici e comprendono attività sia di sistema che nei singoli muse. Vengono offerti percorsi museali fatti da cicli di incontri e gli operari geriatrici e museali collaborano in sinergia per la costruzione di percorsi che valorizzino la relazione e il contributo che ciascun partecipante può portare a questa esperienza. Viene privilegiato un approccio narrativo di stimolazione dell’immaginazione e della creatività piuttosto che l’aspetto cognitivo che è quello che la malattia colpisce maggiormente. Le attività vengono svolte durante la normale apertura al pubblico dei musei per far vivere alle persone con demenza e ai loro familiari e/o care giver, un’esperienza di socialità e di normalità e costituisca anche un’occasione di rottura della routine assistenziale frequentando luoghi di bellezza che appartengono alla collettività.
“Spostando il nostro punto di vista sul sistema dei servizi socio sanitari, il Piano regionale sulle Demenze ci parla di malattia “della famiglia” quale patologia che investe la persona e tutti coloro che gli ruotano attorno, coinvolgendo nelle varie fasi molti servizi diversi, sappiamo che si creano bisogni personali e familiari che richiedono una gestione in rete ed un potenziamento dell’integrazione socio sanitaria. Questo progetto è diventato a tal proposito occasione per gli operatori di guardare il concetto di salute a 360° e a considerare tutte le implicazioni che patologie come la demenza in particolare portano nella vita delle persone che incontriamo nei nostri percorsi professionali- sottolinea Elisa Guerrieri, Responsabile Unità Funzionale Servizio Sociale della zona Empolese Valdarno Valdelsa del Dipartimento Servizio Sociale Asl Centro.”
Fonte: Azienda Usl Toscana Centro - Ufficio stampa
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