Siamo addolorati per l'ennesimo episodio di violenza stradale che ha visto un autista travolgere due coniugi che pedalavano in fila indiana sull'Aurelia, nei pressi della rotatoria per il casello dell'autostrada a Migliarino. I due ciclisti sono stati urtati da un automobilista che sopraggiungeva veloce alle loro spalle; mentre il marito è riuscito a mantenere l'equilibrio, la moglie è stata scaraventata a terra, e attualmente è ricoverata in coma a Cisanello. L'investitore non si è fermato a prestare soccorso, ed è ancora ricercato.
Ci auguriamo che la ciclista ferita si riprenda, e vogliamo esprimere la nostra solidarietà e vicinanza alle vittime di un assurdo incidente che poteva capitare a chiunque di noi. Entrambi i coniugi erano infatti ciclisti esperti, pedalavano di giorno su un tratto con visibilità perfetta, indossavano il casco e rispettavano tutte le norme di sicurezza. Ma ciò non è bastato a metterli al riparo dal pericolo rappresentato da uno dei tanti automobilisti incoscienti che circolano sulle nostre strade.
Vorremmo però anche contestualizzare la vicenda: questo incidente purtroppo non è un caso isolato, ed è conseguenza della scarsa considerazione per la sicurezza degli utenti vulnerabili della strada. Se da un lato la velocità delle auto è per loro un pericolo mortale, dall’altro vi è una diffusa tolleranza verso chi infrange i limiti, fino ad arrivare al paradosso che uno strumento efficace per costringere gli automobilisti a rispettare i limiti come l'autovelox spesso viene accusato di essere solo una trappola con cui amministrazioni avide rapinano gli automobilisti. Oggi dovrebbe essere chiaro a tutti quanto simili argomentazioni siano non solo assurde, ma assolutamente indecenti.
Ma il problema più grosso, anche se forse meno evidente, è che troppo spesso le infrastrutture stradali sono realizzate tenendo conto unicamente delle esigenze del traffico motorizzato, sacrificando la sicurezza degli utenti vulnerabili. Tuttora infatti si continuano a progettare opere ignorando la sicurezza dei ciclisti: per esempio proprio la rotatoria vicina al luogo di questo grave incidente, ultimata alla fine del 2018, è stata realizzata senza prevedere un anello ciclabile esterno; di conseguenza i ciclisti, per superare quel nodo, devono necessariamente mescolarsi al caotico flusso di auto, rischiando la vita.
Osserviamo che questa disattenzione da parte di chi amministra e di chi progetta non solo è in totale contraddizione coi proclami in favore della mobilità sostenibile, ma avviene aggirando la norma che prevede l'obbligo di realizzare piste ciclabili a complemento di tutte le nuove opere stradali rotonde comprese (norma introdotta dalla legge 366/98 e ora incorporata negli articoli 13 e 14 del Codice della strada).
Fonte: Ufficio Stampa
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