Una polemica nata sui social, precisamente sul gruppo di facebook "Sei di Cascina Se..." dove un utente ha postato la graduatoria degli ammessi agli asilo nido comunali del comune pisano sottolineando come tra i nomi dei bambini ci fosse anche quello della figlia della parlamentare europea, attualmente candidata a presidente della regione per il cdx, Susanna Ceccardi. La bambina, 9 mesi, figlia dell'ex sindaco di Cascina e del responsabile organizzativo della Lega Toscana Andrea Barabotti, è stata ammessa alla graduatoria, suscitando polemiche tra gli utenti che hanno fatto notare, a fronte dell'esclusione di decine di bambini, che la famiglia Ceccardi-Barabotti può contare su uno stipendio di europarlamentare e su quello del marito. Per alcuni, insomma, la condizione reddituale della Ceccardi non motiverebbe un'inclusione nella graduatoria.
ISEE o non ISEE: sleghiamo il 'Bando(lo)' della matassa
Si parta da una constatazione: non c'è nessun illecito da parte di Ceccardi la cui figlia ha ottenuto un punteggio per essere ammessa, né sono dimostrabili favoritismi di nessun tipo. Il punto è proprio la ratio dei bandi comunali sugli asili nido. Spieghiamo meglio. Il bando di accesso al nido è ovviamente in capo all'amministrazione comunale, ognuna delle quali stabilisce i criteri di punteggio.
Il punto, però, è che l'ISEE non è l'indicatore prevalente nell'assegnazione del punteggio, a Cascina come in molti comuni. La ratio dei bandi è spesso quella per così dire 'temporale', cioè legata all'effettivo tempo disponibile per badare ai figli o alla situazione familiare (ad esempio la presenza di nonni o la vicinanza del lavoro da casa). Per capire meglio di cosa parliamo nel bando di Cascina un disoccupato ha un punteggio minore di chi lavora a tempo pieno proprio perché riuscirebbe meno a stare con i figli. Una situazione analoga si ha a Firenze, comune di centrosinistra, dove un lavoratore occupato stabilmente ha un punteggio maggiore, a parità di ore lavorate, rispetto a un lavoratore a contratto a termine; a Firenze si dà in generale un punteggio maggiore a seconda delle ore settimanali lavorate, motivo per cui un disoccupato avrà meno punti. Nel comune di centrodestra Pisa, però, si usa un criterio totalmente diverso dando più punteggio a categorie lavorative, come studenti o precari, rispetto a lavoratore dipendente o autonomo, ma anche qui si riconosce un punteggio maggiore a seconda delle ore lavorate e in ogni caso non si cita l'ISEE come metro di giudizio.
Arriviamo così ad un altro punto: i bandi qui citati specificano che ci sono categorie che hanno precedenza, come i disabili, o appunto come si legge nel bando di Cascina bambini con "condizioni di disagio sanitario, sociale ed economico". Di fatto, quindi, qualora ci sia una certificazione del disagio economico vi è una linea preferenziale. In altri bandi, ad esempio Pisa (ma non Firenze) si scrive che "a parità di punteggio sarà considerato il minore valore ISEE". Questo per ribadire, però, che non è l'ISEE a determinare prevalentemente il punteggio quasi in ogni comune. In generale ad essere determinante nella maggior parte dei casi è il tempo e la condizione lavorativa, oppure la situazione familiare. L'ISEE interviene in un secondo momento, cioè nel calcolo della retta, qui infatti il valore ISEE determina il valore da pagare per ogni famiglia e qui tutti i bandi prevedono agevolazioni.
Vien da sé, però, che il bando può essere riscritto in modo da favorire o meno determinati soggetti al di là dell'indicazione puntuale dell'ISEE, determinando squilibri o disparità sociale. Ed è dopotutto su questo che si è scatenata la polemica: il PD ha subito contestato il bando dicendo di "voler riscrivere i regolamenti comunali per ridurre le distanze sociali". A seguito della polemica Ceccardi, con un post su facebook, ha spiegato che ritirerà la figlia dall'asilo comunale, motivando la sua scelta. L'Amministrazione, attraverso il candidato Cosentini, ha spiegato che si è trattato di una "una scelta di campo" motivata dal fatto che "i genitori che lavorano devono essere aiutati; il reddito non costituisce criterio premiante per l’accesso in graduatoria, altrimenti i bambini non avrebbero pari condizioni di trattamento, ma è solo un indicatore per stabilire, una volta entrati, l’ammontare della retta", specificando poi che "attraverso il meccanismo dei convenzionamenti con gli asili privati che, a differenza di quanto accadeva prima abbiamo attivato, nessun bambino residente a Cascina rimane fuori dalla graduatoria".
Di seguito i commenti completi.
I COMMENTI
Il PD Cascina: "Rivedere regolamenti comunali"
Forse succede solo a Cascina di vedere l'accesso al nido comunale da parte della famiglia dell'eurodeputata Susanna Ceccardi. Ben 43 i bambini in lista d'attesa. "Adesso, si può", slogan dell'assessore all'istruzione e candidato a sindaco per la Lega, è più comprensibile.
Abbiamo già scritto che se torneremo ad amministrare Cascina, rivedremo i regolamenti comunali. Li rivedremo per renderli più vicini ai più deboli. Li rivedremo per ridurre le distanze sociali.
Va sottolineato che la vera questione è la mancanza dei posti in convenzione, e quindi a tariffa calmierata, nel sistema dei servizi educativi del Comune. Negli ultimi quattro anni si è fatto poco o niente per rendere la frequenza al nido un diritto universale per i bimbi e le bimbe del territorio. L'onorevole Ceccardi puntava a usare in modo amorale una possibilità che comunque dovrebbe essere garantita a tutti.
In una situazione come questa non è opportuno fare del vittimismo, lamentando la propria situazione lavorativa, quando si pensa alle condizioni di tante famiglie nel dopo-Covid. L'unica mossa responsabile è stato il passo indietro. L'unico gesto rispettoso nei confronti dei cittadini che non possono godere dei suoi privilegi.
La risposta della ceccardi sui social: "Ritiro mia figlia dall'asilo comunale"
Sono stata accusata di aver scelto l’asilo nido comunale l’Aquilone di Cascina per mia figlia. Mia figlia ha 9 mesi, io sono all’estero quattro giorni a settimana ed è capitato che non la vedessi anche per 15 giorni di fila. Ho ricominciato a lavorare a tre settimane dal parto. Andrea è un pendolare, lavora a Firenze e sta terminando congedi e ferie per potersi prendere cura della bimba. Ho fatto domanda per il nido l’Aquilone perché è l’unico asilo comunale a gestione diretta del comune, conosco la professionalità delle insegnanti e mi faceva piacere dare questa offerta formativa a mia figlia. Ho ragionato semplicemente da genitore e non da politica, e ho fatto domanda. Non guadagno 20mila euro il mese, come qualcuno vorrebbe far credere ma guadagno comunque abbastanza, infatti all’asilo comunale avrei pagato RETTA PIENA non avendo diritto ad alcun contributo.
Mandare i bambini all’asilo nido è un diritto di tutti, trovo molto squallida questa polemica e gli uffici hanno semplicemente compilato l’istruttoria attribuendo a mia figlia il punteggio che le spetta, un punteggio alto dovuto al fatto che ha una madre che lavora all’estero e un padre che fa il pendolare. Ma il bene di mia figlia viene prima di tutto e dopo queste polemiche abbiamo deciso di ritirarla da quell’asilo. Perché non vorrei mai che venisse additata, falsamente, come “la figlia di” che ha ottenuto privilegi. In questo caso forse le abbiamo tolto il diritto di andare all’asilo scelto dai suoi genitori, seguendo le regole della graduatoria che valgono in tutti i comuni. Ne sceglierò uno privato. L’offerta educativa è ottima anche nei nidi privati nel nostro comune.
Cosentini: "ISEE determina la retta, ma i bambini sono tutti uguali"
La nostra scelta sugli asili e sulle graduatorie per l’accesso è stata e continuerà ad essere una scelta di campo: a favore dei bambini, delle famiglie che ancora oggi fortunatamente lavorano e delle mamme che decidono, dopo una gravidanza, di continuare a lavorare. Un regolamento che, peraltro, ha dei punti fermi ad esclusivo vantaggio dei soggetti più fragili. Punto primo: i bambini sono tutti uguali e hanno tutti gli stessi diritti; punto secondo, i genitori che lavorano devono essere aiutati; punto terzo, le mamme che continuano a lavorare devono essere supportate nella loro scelta. Punto quarto: il reddito non costituisce criterio premiante per l’accesso in graduatoria, altrimenti i bambini non avrebbero pari condizioni di trattamento, ma è solo un indicatore per stabilire, una volta entrati, l’ammontare della retta. Punto quinto: attraverso il meccanismo dei convenzionamenti con gli asili privati che, a differenza di quanto accadeva prima abbiamo attivato, nessun bambino residente a Cascina rimane fuori dalla graduatoria. Chi, infatti, non riesce a trovare posto nell’asilo pubblico, viene aiutato e trovarlo nel nido privato convenzionato con il comune con tariffa pari a quella comunale. La differenza di retta, infatti, viene sostenuta dal Comune.
Nel solo anno scolastico 2019-2020 abbiamo investito circa 350 mila euro per le convenzioni con asili nidi privati e nessun bambino residente è rimasto fuori dall’assegnazione. Il Partito democratico vuole cambiare questo regolamento comunale solo perché la mamma di una bambina di nove mesi chiama Susanna Ceccardi e fa l’europarlamentare? Il Partito democratico vuole cambiare questo regolamento facendo liste di proscrizione e regolamenti ad personam? Trovo tutto questo gravissimo e allo stesso tempo decisamente fuori luogo. Strumentalizzare a fini elettorali le scelte private di una famiglia nell’esercizio di un suo diritto acquisito, cui peraltro, proprio per tutelare la bambina, ha deciso di rinunciare, lascia allibiti. Di fronte a certe cadute di stile, sarebbe stato meglio che qualcuno avesse avuto il buongusto di tacere. O forse gli scandali di qualche anno fa dopo un arresto di un dipendente Comunale, sui soldi sottratti a tutti i cittadini proprio sulla mala gestione degli asili a Cascina di cui nessuno si era mai accorto fino all'arrivo di questa amministrazione, sono già acqua passata?
Galletti (M5S): "Sconfessato il modello Pisa di privatizzazioni"
“Mentre il sindaco di Pisa Michele Conti prosegue nel percorso di statalizzazione degli asili comunali, la candidata Susanna Ceccardi iscrive la figlia a un nido di Cascina gestito dal Comune, salvo poi ritirarla giustificandosi con il volere evitare le polemiche politiche a riguardo: dispiace vedere dei minori coinvolti in polemiche politiche, in realtà se dimostra di aver rispettato le regole non ha ragioni di ritirarla. Dovrebbe piuttosto giustificare come mai molti altri aventi diritto restano tagliati fuori dal servizio. I nidi comunali sono la soluzione più adatta per coordinare l'offerta con la domanda da parte delle famiglie, con un collegamento diretto e a km 0 se così si può definire, e garantire gli educatori e il personale tutto”.
Così Irene Galletti, candidata alla presidenza della Regione Toscana nelle fila del Movimento 5 stelle.
“A dicembre dello scorso anno – aggiunge Galletti -, quando il Comune di Pisa ha iniziato questo progetto, ho presentato una mozione in Consiglio regionale per chiedendo un passo indietro. Non è possibile che due Enti locali importanti come Comuni e Regione si tirino indietro dalla gestione di un servizio essenziale per centinaia di migliaia di famiglie toscane. Solo chi sta sul territorio ha il polso adatto per prendersi in carico queste strutture. Scaricare la responsabilità su Roma è una follia cui continuerò ad oppormi”.
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