Giorno dopo giorno, man mano che aumentano nel nostro Paese i casi di Coronavirus, aumenta l’inquietudine e la preoccupazione fra la popolazione, che ha risvolti irrazionali come l’accaparramento di merci dei supermercati da parte delle famiglie e, ben più grave, la paura immotivata verso gli immigrati stranieri, soprattutto cinesi, che è arrivata numerose volte a gesti di criminale violenza nei loro confronti.
E’ giusto e doveroso che le istituzioni pubbliche, sanitarie e politiche, cerchino di circoscrivere il più possibile la diffusione del Coronavirus e offrano la necessaria assistenza a coloro che ne sono fatti oggetto. La comunità scientifica è chiamata a dare risposta alle incognite e ai possibili sviluppi dell’epidemia, ma il primo dovere è quello di smontare l’allarmismo ingiustificato e montato ad arte sugli effetti letali dell’infezione.
Secondo il direttore del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pavia, il più grande studio condotto in Cina sul Coronavirus conferma che siamo di fronte a un’infezione che nell’80% dei casi provoca sintomi lievi e il 95% delle persone guarisce senza gravi complicazioni. Soltanto un numero limitato di persone può avere conseguenze anche letali, soprattutto anziane e/o con problemi di salute come malattie cardiovascolari pregresse. Ciò è confermato anche dai decessi avvenuti in Italia in questi giorni. In Cina, una volta messa in opera un’assistenza puntuale e adeguata, il tasso di mortalità è sceso allo 0,1-0,3%, almeno dieci volte più basso di quello iniziale.
Ciò che emerge con forza in questa vicenda è l’imprescindibilità del servizio sanitario pubblico, l’unico in grado di fornire una risposta all’altezza delle necessità dell’insieme dei cittadini. I presidi ospedalieri d’eccellenza (ai quali sono affidate le speranze di tutti a fronte dell’epidemia in essere) sono pubblici, così come lo sono le realtà oggi impegnate nella ricerca della soluzione alla stessa, così come lo è il personale medico e infermieristico impegnato in prima linea e che continua a dare ottima prova di sé, nonostante la carenza di organico e lo smantellamento progressivo che ha sacrificato competenze ed esperienze, per imposizioni della UE ma anche per italiche speculazioni.
Altrettanto noto e ancor più grave è lo stato spaventoso in cui si trova la ricerca scientifica nel nostro Paese tra risorse sempre più magre, precarizzazione anche ventennale, espulsione di ricercatori tanto dalle università quanto dagli enti pubblici di ricerca. Un vero massacro di intelligenze.
L’epidemia che abbiamo di fronte e i suoi effetti a tutti i livelli della vita individuale e collettiva sottolineano la necessità di difendere e qualificare sempre più un sistema sanitario pubblico, gratuito, di qualità, fondato sulla centralità della prevenzione e gestito democraticamente con la partecipazione di operatori ed utenti.
I cittadini hanno inoltre diritto ad essere rappresentati da un ceto politico che si dimostri all’altezza di ogni situazione, che non speculi a fini elettorali su ogni emergenza ma che, al contrario, sappia fare le scelte giuste e necessarie sia nell’immediato che, soprattutto, in prospettiva. L’indegna speculazione politica allarmistica e xenofoba imbastita soprattutto dalla Lega, affiancata dal Centrodestra, favorisce il diffondersi di atteggiamenti irrazionali che ledono la corretta convivenza ed il reciproco rispetto fra le persone.
Per quanto riguarda l’Empolese Valdelsa torniamo a riferirci al Consiglio dell’Unione dei Comuni tenutosi il 19 febbraio, seduta voluta dall’opposizione di Destra e dal M5S con un unico argomento all’ordine del giorno: il Coronavirus. Durante tutta la seduta del Consiglio il capogruppo della Lega Leonardo Pilastri ha tenuto un comportamento arrogante e di totale mancanza di rispetto verso i consiglieri non allineati con le sue posizioni. Ha usato una violenza verbale assolutamente inaccettabile e ai limiti dell’intimidazione soprattutto nei confronti della capogruppo di Unione a Sinistra Susanna Rovai, militante del Partito Comunista Italiano. L’ha investita di contumelie tipo “chiudetevi in un sarcofago”, “la propaganda del comunismo sovietico è stata vietata dal Parlamento Europeo”, ed altro ancora.
I bulli di paese non ci impressionano e non ci chiuderanno la bocca. Non ci faremo zittire e impediremo loro di esercitare prepotenza sulla libera e rispettosa dialettica democratica. I conti con chi vorrebbe i comunisti fuorilegge li abbiamo regolati nel 1945 e i nostri principi sono sanciti nella Costituzione Italiana del 1948, controfirmata fra gli altri dal Presidente dell’Assemblea Costituente Umberto Terracini, comunista, 11 anni di prigionia nelle carceri fasciste e 6 anni di confino.
PCI Empolese Valdelsa
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