Risarcimento per la famiglia di un deportato empolese, la soddisfazione del Comune: "È un primo passo"

Per la prima volta stabilito un risarcimento, sindaco Mantellassi: "La nostra città al centro di una sentenza in qualche modo storica". È riconosciuto agli eredi di Gaetano Comunale, tra i deportati della ex Vetreria Taddei


Stabilito un risarcimento a un deportato dal Tribunale di Firenze. Si tratta della prima volta e gli eredi a cui si rivolge la sentenza sono quelli di Gaetano Comunale, tra i deportati della ex vetreria Taddei di Empoli, due anni fa commemorato con la pietra d'inciampo in città. La notizia è riportata oggi sul Corriere Fiorentino. Soddisfazione espressa dal Comune, in merito al fatto "che per la prima volta si riconosca a una famiglia empolese un risarcimento per i dolori, le torture e la morte patite nei campi di concentramento nazisti – dice il sindaco Alessio Mantellassi -. Conosco bene la realtà della famiglia della vittima in questione, da ex presidente, dell'Aned locali, e da sindaco. Sono contento che la nostra città, medaglia d'oro per la Resistenza, sia al centro di una sentenza in qualche modo storica. È un primo passo di un percorso che sappiamo essere lungo, ma che ci obbliga ad andare avanti in questa giusta direzione. La storia dei deportati nella ex vetreria Taddei – e conclude - non deve essere dimenticata e questa sentenza pone una pietra sul cammino verso la giustizia".

"Accogliamo la sentenza con grande soddisfazione – ha aggiunto il consigliere comunale con delega alla cultura della memoria Raffaele Donati - perché finalmente si riconosce per la prima volta il diritto al risarcimento per un deportato toscano, empolese precisamente, nei campi di concentramento nazifascisti. Sappiamo che è il primo passo per l'accesso al fondo governativo istituito nel 2022 e per questo continueremo a sostenere le famiglie empolesi che ne hanno fatto richiesta e a vigilare che, come espresso dal Consiglio comunale in un ordine del giorno votato all'unanimità lo scorso novembre, l'attuale governo si faccia carico del risarcimento per tutti coloro che lo hanno richiesto e ne abbiano diritto".

La storia. Tra le pietre d'inciampo dislocate dal Comune sul territorio, anche la posa nel marzo 2022 di quella dedicata a Comunale, di fronte a quella che era la sua abitazione in via Chiarugi a Empoli. Era l'8 marzo 1944 e in quella casa, dalla sua famiglia, non fece più ritorno. Quel giorno 55 empolesi furono arrestati, di cui 26 operai della ex Vetreria Taddei, dopo che molti quattro giorni prima avevano aderito allo sciopero. Tra gli operai anche il maestro vetraio Gaetano Comunale che fu deportato a Mauthausen e, come ricorda la pietra d'inciampo, fu ucciso a Linz nell'aprile 1945. Quell'otto marzo rientrò a lavoro: "Da quel giorno non si è saputo più niente". Così raccontava la figlia Carmela in occasione della cerimonia, 78 anni dopo, della pietra: "Abbiamo avuto solo un suo biglietto spedito da una signora che l’aveva trovato lungo la ferrovia mentre stava tagliando l’erba. Erano buoni per la mensa dove aveva scritto: cara moglie mi portano in Germania, saluti a te e ai bambini. Baci, Gaetano Comunale. Di lui mi ricordo vagamente i pranzi domenicali che amava preparare e cucinare. E mi ricordo bene l’attesa. Da quel giorno se il campanello suonava speravo fosse lui o qualcuno che ci portava notizie. Quando ritornarono i deportati mi ricordo che andavo con la mia mamma a chiedere di lui ma niente. Dopo due anni dalla fine della guerra ricevemmo dalla Croce Rossa l’attestato di morte. Pochi giorni prima della liberazione del campo".

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