Comunicare il rischio come mezzo per la mitigazione del danno: il progetto di Eta Beta APS
Le attività in programma hanno visto, e vedono, il coinvolgimento di tutte le classi prime della scuola secondaria di primo grado dell'istituto comprensivo Baccio da Montelupo e dei loro insegnanti. La scelta non è casuale perché coinvolge tutta una classe di età di giovani residenti a Montelupo, che già avevano partecipato due anni fa -quando frequentavano la classe quarta- ad un progetto di Eta Beta APS dedicato all'Arno, i paesaggi dell'acqua e l'acqua come risorsa essenziale per la vita.
Gli stessi ragazzi -molto cresciuti dopo due anni- li ritrovano adesso Alessandro ed Elisabetta volontari di Eta Beta, impegnanti con un aspetto decisamente meno piacevole, l'acqua dei corsi d'acqua come potenziale minaccia all'incolumità delle persone e come veicolo di danno a cose e proprietà. Aspetti delicati che faranno maturare in loro la coscienza che solo la preparazione è capace di fornire ai cittadini gli strumenti per scelte consapevoli e miranti alla sicurezza individuale, familiare e della comunità. Significativo è quindi l'apporto per l'educazione civica, ma ancora maggiore sarà -se l'esperienza sarà ripetuta nei prossimi anni- il tenore di preparazione dei ragazzi di Montelupo riguardo alle problematiche del rischio idro-geologico.
Per tutto questo c'è più di un motivo: Montelupo è uno dei territori maggiormente esposti al pericolo idraulico, essendo collocato alla confluenza del torrente Pesa nel fiume Arno ed avendo un territorio poco esteso e quasi completamente urbanizzato.
"Questa esposizione alla pericolosità idraulica è attualmente oggetto di preoccupazione crescente, visti anche la periodicità di eventi di severità minore avvenuta nell'ultimo decennio, e di misure di mitigazione -per lo più strutturali- per ridurne la severità futura. Montelupo è infatti ricompresa nel gruppo dei comuni toscani maggiormente esposti a rischio idraulico; tra questi -sono una quindicina solo nella valle dell'Arno- alcuni hanno già formalizzato con l'associazione Eta Beta APS programmi di comunicazione come quelli che si svolgono in questi giorni a Montelupo, ma che hanno una prospettiva temporale di più anni, proprio perché diffonderanno nei prossimi anni nella popolazione una preparazione civica diffusa che risulta ormai utilissima ed imprescindibile" afferma il referente del progetto per Eta Beta APS.
Nella cittadina, 58 anni fa all'inizio di novembre. i due corsi d'acqua esondarono nell'area urbana -allora molto meno estesa di adesso - e nelle campagne circostanti. Le documentazioni fotografiche disponibili -e mostrate ai ragazzi- sono impressionanti, lo scenario desolando richiamando molto da vicino quello che è successo solo pochi mesi fa in Romagna, ripetendo i disastri della Toscana nel novembre 2023 e della Romagna, nel maggio 2023.
Ma il fenomeno alluvionale a Montelupo in realtà non era nuovo, alluvioni devastanti si erano verificate spesso nella storia di Montelupo: una memorabile avvenne nel 1844 (sempre nel mese di novembre) ed interessò tutto il Valdarno da Firenze fino ad Empoli.
Mentre questa catastrofe avvenuta quasi due secoli fa (ricorre quest'anno il 180° anniversario) è ben conosciuta per le città di Firenze e di Empoli, molto meno documentati furono gli effetti a Montelupo, dove la valle dell'Arno si riapre riemergendo dal territorio del gruppo montuoso Montalbano - Chianti.
La tappa di Montelupo ha avuto come effetto collaterale molto positivo anche quello di far riemergere alcuni documenti familiari risalenti al XIX secolo che descrivono nel dettaglio gli eventi di quel tragico novembre di quasi due secoli fa, che saranno meglio indagati alla luce di conoscenze e ricerche degli ultimi anni.
"Adesso stiamo programmando con Fondazione CR Firenze nuove tappe in territori dove ci siano l'interesse delle amministrazioni locali, e l'attivismo pedagogico degli istituti scolastici, possibilmente anche con il sostegno delle realtà profit più attive nella responsabilità sociale d'impresa, per iniziare ad uscire fin da subito nel miglior modo possibile dai frequenti eventi idrogeologici di questi anni, grazie ad una nuova resilienza ed attivismo delle comunità" conclude il presidente di Eta Beta APS.
Fonte: Ufficio stampa - Eta Beta APS