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Cinque milioni di Stelle di Natale coltivati in Toscana

Rossa ed imbattibile, a Natale stravince la tradizione anche quando si parla di piante ornamentali. Per 8 toscani su 10 la Stella di Natale, il fiore simbolo delle festività, ha un una sola tonalità: il rosso. Caldo e gioioso, il rosso che veste le grandi foglie porta nelle case di milioni di italiani quel tocco di magia che non può mancare mai durante il periodo di Natale. Molto distanti, tra le preferenze di consumatori, tutte le altre tonalità, il bianco, il rosa e la scintillante versione glitterata con le caratteristiche foglie “pennellate” di bianco. Tra le varietà in commercio più curiose invece troviamo la Micky Mouse con i suoi particolarissimi petali tondeggianti che assomigliano alle orecchie del topolino della Walt Disney mentre l’ultimo “grido” è rappresentato dalla multicolore “tapestry” che in inglese significa “arazzo” perché, durante la fase vegetative, le sue foglie ricordano la fantasia di un tappeto persiano. Ad anticipare la tendenza di questo Natale sono Coldiretti Toscana e Affi, l’associazione floricoltori e fioristi italiani ricordando che le Stelle di Natale sono divenute protagoniste delle feste grazie proprio al loro colore rosso intenso tipico e alla disposizione delle foglie che le rendono simili ad una cometa, una forma affascinante tanto che il suo nome latino “Euphorbia pulcherrima” significa bellissima. Anche quest’anno le Stelle di Natale saranno ospitate all’interno del Salone dei Cinquecento, a Palazzo Vecchio, a Firenze, nell’originalissima installazione a forma di abete composta da centinaia di esemplari: un altro modo per valorizzare e promuovere un prodotto floricolo che, dal punto di vista economico, è vitale per il florovivaismo regionale che muove un giro d’affari tra i 12 ed i 13 milioni di euro, in particolare nel distretto Viareggio-Versilia, riconosciuto a livello nazionale come primario polo produttivo, dove se ne producono ogni anno circa 5 milioni di esemplari.

Non solo bella e positiva, la Stella di Natale è uno straordinario “filtro naturale”: le sue capacità depurative sono ormai ben note grazie ad un recente studio dell’istituto per la bioeconomia del Cnr presentato da Coldiretti Toscana, AssoFloro, Anci e Affi (Associazione Floricoltori e Fioristi Italiani). Le foglie della Stella di Natale assorbono infatti, per esempio, il benzene presente nelle vernici, il fumo di sigaretta e lo xilene prodotto da stampanti, fotocopiatrici e computer. “Il nostro studio ha dimostrato che le Stelle di Natale, attraverso i loro processi fisiologici ed in particolare le loro strutture fogliari, contribuiscono a purificare l’aria liberandola da quei fattori che hanno un impatto negativo sulla nostra salute, sulla nostra concentrazione e sul nostro umore. – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana – Sono divoratrici naturali dell’inquinamento: ecco perché circondarci di piante in casa non è solo piacevole ma anche intelligente. E nel caso delle Stelle di Natale si alimenta un settore importante per la nostra agricoltura che sta investendo tantissimo sulla sostenibilità, l’innovazione e l’agricoltura di precisione per produrre meglio consumando meno”.

Il florovivaismo è un settore di eccellenza del Made in Italy che sta però vivendo un momento difficile a causa delle importazioni selvagge. Ma a incidere sui bilanci sono anche l’impennata dei costi di produzione legata alle tensioni internazionali, le pratiche commerciali sleali e gli effetti dei cambiamenti climatici. A pesare è soprattutto la concorrenza sleale dall’estero “guidata” dall’Olanda, che importa fiori da paesi extracomunitari per rivenderli sul mercato comunitario. Si tratta spesso di prodotti come le rose in Kenya o in Colombia, che vengono coltivati grazie allo sfruttamento di minori e donne, oltre all’impiego di sostanze vietate in Europa da decenni.

"Dobbiamo salvaguardare il prodotto florovivaistico tricolore e toscano applicando il principio di reciprocità per fare in modo che tutti i fiori che entrano nel nostro Paese rispettino le stesse regole di quelli nazionali in termini di rispetto dell’ambiente e di tutela dei diritti dei lavoratori – sottolinea Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana -. Ma occorre anche l’applicazione del Decreto 198/21 a tutela delle aziende agricole contro le Pratiche Commerciali Sleali, con la conoscenza dei costi di produzione e l’etichettatura d’origine per valorizzare il lavoro dei nostri florovivaisti. Per combattere gli effetti dei cambiamenti climatici e i sempre più frequenti attacchi di insetti alieni è inoltre necessario promuovere lo sviluppo delle soluzioni di agricoltura 5.0, comprese le Tea, le nuove tecniche genomiche”.

Fonte: Coldiretti - ufficio stampa

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