Undici sindaci 'ribelli' per l'acqua pubblica, le Associazioni No Multiutility: "Aderiscano tutti i comuni Medio Valdarno"

multiutility referendum

Il Coordinamento delle Associazioni No Multiutility si è sempre battuto "per la gestione dei servizi interamente pubblica (in house) e sotto un controllo diretto dei sindaci", per questo sostiene e ringrazia "gli 11 sindaci, definiti dalla stampa ribelli, che hanno chiesto all’Autorità Idrica Toscana di riconvocare la Conferenza Territoriale 3 per chiedere di sospendere la gara per l’affidamento pubblico privato di Publiacqua al fine di raggiungere l’obiettivo dell’affidamento in house providing del servizio, anche in considerazione che molti comuni con gestore Publiacqua hanno visto rinnovato il consiglio comunale".

Sul territorio dell’Empolese Valdelsa un primo comune, Gambassi Terme, ha aderito in sostegno alla richiesta di ripubblicizzazione.

In appoggio all'iniziativa il Coordinamento ha inviato la seguente lettera a tutti i comuni della Conferenza Territoriale 3 Medio Valdarno:

 

Egregio Sindaco,
In vista della Conferenza Territoriale del 5 dicembre 2024, dove sarà chiamato ad esprimere il Suo voto riguardo l'affidamento della gestione del Servizio Idrico Integrato per la Conferenza Territoriale n.3, attraverso gara a doppio oggetto per l'individuazione del socio privato (30% del capitale sociale della nuova società), riteniamo doveroso sottoporre alla Sua attenzione alcune criticità sostanziali di tale proposta. L'esperienza pregressa e l'analisi approfondita del modello di gestione misto pubblico-privato evidenziano diverse problematiche significative:

1. Governance e controllo: - Nonostante la maggioranza pubblica del 70%, il socio privato riuscirà comunque ad esercitare un'influenza determinante sulla gestione. - I Sindaci vengono di fatto estromessi dalla governance e dagli atti di gestione ordinaria, essendo rappresentati esclusivamente dall'amministratore delegato di Alia nelle assemblee dei soci  della nuova società alle quali non potranno partecipare direttamente.

2. Aspetti economico-finanziari: - Il caso Publiacqua è emblematico e riporta quanto si verrà a ricreare: a fronte di un investimento di 60 milioni con il quale ha contribuito agli investimenti per meno del 5%, il socio privato ha comunque incassato dividendi per oltre 207 milioni, facendo aumentare le bollette degli utenti. - Ulteriori costi graveranno sulla collettività per la liquidazione del socio privato al termine della concessione e tutte le scelte effettuate dalla società e non direttamente controllate dai sindaci saranno primariamente indirizzate alla produzione di utili e non agli investimenti.

3. Aspetti legali e di legittimità: - La proposta contrasta con l'esito del referendum del 2011 sull'acqua pubblica, dove i cittadini si sono inequivocabilmente espressi per una gestione totalmente pubblica e fuori dalle logiche della remunerazione dell’investimento attraverso la redistribuzione dell’utile. - La gestione in house, unica soluzione veramente pubblica, è normativamente incompatibile con il soggetto finanziario Alia multiutility.

Alla luce di queste considerazioni, Le chiediamo di:
1. Esprimere voto contrario all'affidamento misto pubblico-privato.
2. Promuovere un modello di gestione che garantisca il controllo totale e diretto da parte delle amministrazioni pubbliche.
3. Sostenere un supplemento di riflessione per valutare approfonditamente e sostenere la gestione in house.
4. Sostenere la proposta dei comuni che hanno già deliberato in questo senso e che trova qui allegata.

Il servizio idrico, bene comune essenziale, merita una gestione trasparente, efficiente e pienamente pubblica, che anteponga gli interessi della collettività a logiche di profitto privato. Confidando nella Sua sensibilità istituzionale e nel Suo impegno per il bene comune, restiamo a disposizione per ogni ulteriore approfondimento. Cordiali saluti,

Coordinamento delle Associazioni No Multiutility

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